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Decadenza pensione: i termini per agire contro INPS

Un cittadino si è visto negare il diritto alla pensione perché la sua azione legale è stata considerata tardiva. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, specificando che in caso di decadenza pensione, se non si presenta un ricorso amministrativo, il termine di tre anni per agire in giudizio deve essere esteso di 300 giorni, ovvero il tempo previsto per l’intero iter amministrativo. Questa proroga ha salvato il diritto del ricorrente.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Decadenza Pensione: Come Calcolare i Termini per l’Azione Giudiziale

Quando si riceve un diniego dall’INPS per una prestazione richiesta, come la pensione, è fondamentale conoscere i termini esatti per agire legalmente. Un errore nel calcolo può portare alla decadenza pensione, ovvero alla perdita definitiva del diritto di far valere le proprie ragioni in tribunale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto cruciale: come si calcola il termine di tre anni per l’azione giudiziaria se non si è presentato un ricorso amministrativo preliminare? La risposta offerta dai giudici è di grande importanza per la tutela dei diritti dei cittadini.

I Fatti del Caso

Un lavoratore aveva presentato domanda di pensione di vecchiaia anticipata nell’ambito della cosiddetta “settima salvaguardia”. L’INPS respingeva la sua richiesta e gli comunicava il diniego. Il lavoratore, però, non presentava alcun ricorso amministrativo contro questa decisione. Successivamente, decideva di adire le vie legali, ma sia il Tribunale di primo grado sia la Corte d’Appello dichiaravano la sua domanda improcedibile, sostenendo che fosse decaduto dal diritto di agire. Secondo i giudici di merito, l’azione legale era stata avviata oltre il termine di tre anni, calcolato a partire dalla data di comunicazione del rigetto da parte dell’INPS. Ritenendo errata questa interpretazione, il lavoratore ricorreva alla Corte di Cassazione.

La Questione Giuridica: Il Calcolo della Decadenza Pensione

Il cuore della controversia risiedeva nell’interpretazione dell’articolo 47 del d.P.R. n. 639/1970, che disciplina i termini di decadenza per le controversie in materia di prestazioni previdenziali. La domanda centrale era: quando inizia a decorrere il termine di tre anni se il cittadino, dopo aver ricevuto il diniego, non presenta il ricorso amministrativo interno all’INPS? La Corte d’Appello aveva adottato un’interpretazione restrittiva, facendo partire il conteggio dal giorno della comunicazione del rigetto. Il ricorrente, invece, sosteneva che tale calcolo non tenesse conto della complessa architettura normativa che regola il contenzioso previdenziale.

Le Motivazioni della Cassazione sul Termine di Decadenza Pensione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del lavoratore, ritenendo la sua censura fondata. I giudici supremi hanno richiamato la consolidata giurisprudenza delle Sezioni Unite, che ha individuato tre diversi dies a quibus (momenti iniziali) per il decorso del termine di decadenza, a seconda del comportamento tenuto dall’assicurato:

1. Ricorso amministrativo presentato e deciso: Se l’assicurato presenta ricorso e l’INPS emette una decisione, il termine di tre anni decorre dalla data di comunicazione di tale decisione.
2. Ricorso amministrativo presentato ma non deciso: Se l’INPS non si pronuncia sul ricorso entro 90 giorni, il termine decorre dal giorno della presentazione del ricorso, maggiorato dei 90 giorni previsti per la formazione del silenzio-rigetto.
3. Nessun ricorso amministrativo presentato: Questo è il caso in esame. Se non viene presentato alcun ricorso amministrativo (o perché non c’è stato un diniego esplicito, o perché, pur essendoci, non è stato impugnato), il termine di tre anni decorre dalla data di presentazione della domanda di prestazione originaria, ma viene addizionato della durata prescritta per l’esaurimento dell’intero procedimento amministrativo. Questo periodo aggiuntivo è pari a 300 giorni (120 per il silenzio-rifiuto sulla domanda iniziale + 90 per il ricorso gerarchico + 90 per il silenzio-rigetto su quest’ultimo).

Applicando questo terzo principio al caso specifico, la Cassazione ha stabilito che la Corte d’Appello aveva sbagliato. Non avendo il ricorrente presentato ricorso amministrativo, il termine triennale non poteva decorrere seccamente dalla data del diniego, ma doveva essere calcolato secondo l’ipotesi c), includendo quindi un periodo aggiuntivo per il completamento (fittizio) dell’iter amministrativo. Di conseguenza, alla data di deposito del ricorso giudiziario, il termine di decadenza non era ancora maturato.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello di Milano per un nuovo esame. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale a tutela del cittadino: la mancata presentazione di un ricorso amministrativo non accorcia drasticamente i tempi per agire in giudizio. La legge stessa prevede un’estensione del termine di decadenza per compensare i tempi del procedimento amministrativo, anche quando questo non viene effettivamente attivato. In pratica, il cittadino ha a disposizione un periodo di tre anni e 300 giorni per fare causa, calcolati a partire dalla presentazione della domanda iniziale all’INPS. Questa interpretazione garantisce una maggiore protezione, evitando che un’inerzia nella fase amministrativa possa compromettere irrimediabilmente il diritto alla tutela giurisdizionale.

Da quando decorre il termine di tre anni per fare causa all’INPS se non presento ricorso amministrativo contro il rigetto della pensione?
Secondo la Corte, in questo caso il termine triennale di decadenza non parte dalla comunicazione del rigetto, ma dalla data di presentazione della domanda di prestazione originaria e deve essere aumentato del periodo totale previsto dalla legge per l’esaurimento dell’intero procedimento amministrativo (pari a 300 giorni).

Sono obbligato a presentare un ricorso amministrativo all’INPS prima di poter andare in tribunale?
No, non si è obbligati a presentare un ricorso amministrativo dopo un diniego esplicito per poter agire in giudizio. Tuttavia, come chiarito dalla sentenza, la scelta di presentarlo o meno modifica il punto di partenza (dies a quo) per il calcolo del termine di decadenza per l’azione legale.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione in questo caso specifico?
La Corte ha accolto il ricorso del cittadino, ha cassato (annullato) la sentenza della Corte d’Appello e ha rinviato il caso allo stesso giudice per una nuova valutazione. Ha stabilito che il diritto del ricorrente di agire in giudizio non era decaduto, poiché il termine per farlo doveva essere calcolato in modo più esteso rispetto a quanto ritenuto dai giudici di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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