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Decadenza garanzia consumatore: il caso fotovoltaico

Un acquirente cita in giudizio il fornitore di un impianto fotovoltaico e la relativa società finanziaria, lamentando un rendimento inferiore a quello promesso e insufficiente a coprire le rate del finanziamento. La Corte d’Appello conferma la sentenza di primo grado, rigettando la domanda. La motivazione principale si fonda sulla decadenza della garanzia del consumatore: l’acquirente ha denunciato i vizi oltre il termine di due mesi dalla scoperta, perdendo così il diritto alla tutela legale. La sentenza chiarisce che una garanzia commerciale di lunga durata non esonera da questo onere.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Decadenza Garanzia Consumatore: Quando la Tempistica è Tutto

L’acquisto di un prodotto, specialmente se di valore come un impianto fotovoltaico, è spesso accompagnato da grandi aspettative e garanzie rassicuranti. Ma cosa succede se il bene non performa come promesso? Una recente sentenza della Corte d’Appello di Cagliari ci ricorda un principio fondamentale: la tutela del consumatore è forte, ma richiede attenzione e tempestività. Il caso in esame evidenzia come la decadenza garanzia consumatore possa diventare un ostacolo insormontabile se non si agisce entro i termini di legge, anche in presenza di garanzie commerciali di lunghissima durata.

I Fatti del Caso: L’Impianto Fotovoltaico che non Ripaga

La vicenda ha origine nel 2012, quando una consumatrice acquista un impianto fotovoltaico con la promessa che, grazie agli incentivi statali e al risparmio energetico, si sarebbe sostanzialmente “ripagato da solo”, coprendo le rate del finanziamento acceso per l’acquisto. L’impianto entra in funzione nel marzo 2013.

Tuttavia, dopo un periodo di utilizzo, l’acquirente si rende conto che il rendimento effettivo è ben lontano da quello prospettato e che i benefici economici non sono sufficienti a coprire la rata mensile del finanziamento. Di conseguenza, nel 2016, decide di citare in giudizio sia la società fornitrice dell’impianto sia l’istituto finanziario che ha erogato il prestito, chiedendo la risoluzione di entrambi i contratti per grave inadempimento.

La Decisione della Corte e la Decadenza Garanzia Consumatore

Sia in primo grado che in appello, le domande dell’acquirente vengono respinte. Il fulcro della decisione non risiede tanto nel merito della performance dell’impianto, quanto in un aspetto procedurale cruciale: la tardività della denuncia dei vizi.

Secondo il Codice del Consumo (art. 132 D. Lgs. 206/2005), il consumatore ha l’onere di denunciare al venditore il difetto di conformità del bene entro il termine di due mesi dalla data in cui lo ha scoperto. In caso contrario, perde i diritti di garanzia (riparazione, sostituzione, riduzione del prezzo o risoluzione del contratto). Nel caso di specie, la prima lamentela formale dell’acquirente risale al settembre 2014, ben oltre i termini di legge.

L’irrilevanza della Garanzia Commerciale di Lunga Durata

L’appellante aveva tentato di difendersi sostenendo che il contratto prevedeva una garanzia sul rendimento di “ben 300 mesi” (25 anni). Tuttavia, i giudici hanno chiarito un punto fondamentale: una garanzia commerciale aggiuntiva, anche se molto estesa, estende la durata della responsabilità del venditore, ma non elimina l’onere per il consumatore di denunciare il difetto tempestivamente una volta scoperto. La decadenza garanzia consumatore rimane quindi un principio cardine.

le motivazioni

La Corte d’Appello ha basato la sua decisione su un’analisi attenta della tempistica. I giudici, supportati anche da una consulenza tecnica d’ufficio, hanno stabilito che un periodo di dodici mesi dall’installazione (quindi entro marzo 2014) era un arco temporale congruo e sufficiente per permettere all’acquirente di acquisire una “consapevolezza obiettiva” dei difetti di rendimento. Un ciclo solare completo di un anno è infatti necessario per valutare la produzione effettiva di un impianto fotovoltaico in tutte le stagioni.

Poiché la prima denuncia formale è avvenuta solo nel settembre 2014, è stata inviata ben oltre i due mesi successivi al momento in cui il difetto poteva e doveva essere ragionevolmente scoperto (marzo 2014). Di conseguenza, la Corte ha confermato l’eccezione di decadenza sollevata dalle società convenute, dichiarando l’acquirente decaduta dai suoi diritti.

La sentenza ribadisce che la previsione contrattuale di una garanzia di 300 mesi, in assenza di specifiche deroghe, va interpretata come un’estensione del periodo di due anni in cui il venditore è responsabile se il difetto si manifesta (art. 132, comma 1, Codice del Consumo), ma non come una dispensa dall’onere di denuncia tempestiva previsto dal comma 2 dello stesso articolo. Le due tutele operano su piani diversi: una sulla durata della responsabilità, l’altra sui tempi di reazione del consumatore.

le conclusioni

Questa pronuncia offre una lezione importante per tutti i consumatori. La tutela offerta dalla legge è ampia, ma non incondizionata. È essenziale essere vigili e proattivi. Di fronte a un prodotto che non sembra funzionare correttamente, è fondamentale non attendere troppo a lungo, ma attivarsi per raccogliere le prove e inviare una comunicazione formale (preferibilmente tramite PEC o raccomandata A/R) al venditore, rispettando scrupolosamente il termine di due mesi dalla scoperta del vizio. Affidarsi unicamente a garanzie commerciali di lunga durata senza rispettare gli oneri di legge può portare, come in questo caso, alla perdita totale dei propri diritti.

Quanto tempo ha il consumatore per denunciare un difetto di conformità di un bene?
Secondo l’art. 132 del Codice del Consumo, il consumatore deve denunciare il difetto al venditore entro il termine di due mesi dalla data in cui lo ha scoperto, altrimenti decade dai diritti di garanzia.

Una garanzia commerciale di lunga durata (es. 25 anni) esonera il consumatore dalla denuncia tempestiva dei vizi?
No. Come chiarito dalla sentenza, una garanzia commerciale estesa nel tempo aumenta il periodo di responsabilità del venditore, ma non elimina l’onere per il consumatore di denunciare il difetto entro due mesi dalla sua scoperta.

Dopo quanto tempo si può ragionevolmente scoprire un difetto di rendimento in un impianto fotovoltaico?
La Corte, basandosi su una consulenza tecnica, ha ritenuto che un arco temporale di dodici mesi dalla messa in funzione sia congruo per acquisire una consapevolezza obiettiva dei difetti di rendimento, in quanto consente di valutare la produzione dell’impianto lungo un intero ciclo solare annuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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