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Decadenza fondo di garanzia: quando agire in giudizio

Una lavoratrice si è vista negare l’accesso al Fondo di Garanzia INPS per le ultime retribuzioni non pagate dal datore di lavoro fallito. La Corte d’Appello ha accolto l’eccezione dell’INPS sulla decadenza fondo di garanzia, ritenendo l’azione giudiziaria tardiva. La lavoratrice ha impugnato la decisione in Cassazione, ma il processo si è estinto per rinuncia al ricorso prima di una decisione nel merito, evidenziando l’importanza cruciale del rispetto dei termini per non perdere i propri diritti.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Decadenza Fondo di Garanzia: un caso di estinzione del giudizio

Il tema della decadenza fondo di garanzia è cruciale per i lavoratori che si trovano ad affrontare l’insolvenza del proprio datore di lavoro. Un’ordinanza della Corte di Cassazione, sebbene non decida nel merito la questione, offre un importante monito sull’importanza di agire entro i termini perentori previsti dalla legge. L’ordinanza in esame dichiara l’estinzione del giudizio per rinuncia, ma la vicenda processuale sottostante illumina i rischi legati alla tardiva proposizione dell’azione giudiziaria contro l’INPS.

I Fatti di Causa

Una lavoratrice, dipendente di una società poi dichiarata fallita, si era rivolta all’INPS per ottenere l’intervento del Fondo di Garanzia. La richiesta riguardava le ultime tre mensilità di retribuzione non corrisposte prima della cessazione del rapporto di lavoro. Il Tribunale di primo grado aveva accolto la domanda della lavoratrice, condannando l’INPS al pagamento.

Tuttavia, la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione. Accogliendo il ricorso dell’INPS, i giudici di secondo grado hanno dichiarato la decadenza della lavoratrice dall’azione giudiziaria. Secondo la Corte territoriale, era decorso il termine annuale, previsto dall’art. 47 del D.P.R. n. 639/70, per impugnare giudizialmente il silenzio-rigetto formatosi sul ricorso amministrativo.

La questione sulla decadenza fondo di garanzia davanti alla Cassazione

La lavoratrice ha proposto ricorso per cassazione, basandolo su due motivi principali:
1. Errata individuazione del dies a quo: La ricorrente sosteneva che la Corte d’Appello avesse sbagliato a calcolare la data di inizio del termine di decadenza annuale. A suo avviso, avrebbe dovuto applicarsi un termine diverso e più lungo, decorrente dalla presentazione della domanda amministrativa.
2. Violazione di legge: Contestava il mancato riconoscimento del suo diritto a percepire le mensilità di maggio e giugno 2010, che erano state regolarmente ammesse allo stato passivo del fallimento.

Il cuore della controversia legale era quindi l’interpretazione delle norme che regolano i termini per agire in giudizio dopo aver presentato la domanda al Fondo di Garanzia e aver esperito il ricorso amministrativo.

La Rinuncia al Ricorso e l’Estinzione del Giudizio

Prima che la Corte di Cassazione potesse pronunciarsi nel merito della complessa questione della decadenza fondo di garanzia, la vicenda ha preso una svolta processuale definitiva. La lavoratrice ha depositato un atto di rinuncia al ricorso. La causa della rinuncia era legata a vicende personali del suo difensore, che l’hanno portata a non avere più interesse a proseguire il procedimento.

Le Motivazioni

La Corte Suprema di Cassazione, preso atto della rinuncia, non ha potuto fare altro che applicare gli articoli 390 e 391 del Codice di procedura civile. Di conseguenza, ha dichiarato l’estinzione del giudizio. Inoltre, poiché l’INPS non aveva predisposto difese scritte in questa fase, la Corte non ha emesso alcuna pronuncia sulle spese legali.

Le Conclusioni

Sebbene questa ordinanza non stabilisca un nuovo principio di diritto sulla decadenza fondo di garanzia, essa funge da potente promemoria. Il caso evidenzia come il diritto a ottenere le prestazioni del Fondo di Garanzia, pur essendo sostanzialmente fondato e riconosciuto (i crediti erano stati ammessi al passivo del fallimento), possa essere vanificato dal mancato rispetto dei termini procedurali. La decadenza è un istituto rigoroso: il superamento del termine annuale per l’azione giudiziaria comporta la perdita irreversibile della possibilità di far valere il proprio diritto in tribunale. Pertanto, è fondamentale per i lavoratori e i loro consulenti monitorare con la massima attenzione le scadenze legali per non vedere svanire la tutela offerta dal Fondo di Garanzia.

Qual era il punto centrale della controversia legale?
Il punto centrale era la decadenza del diritto della lavoratrice di agire in giudizio contro l’INPS per ottenere le prestazioni del Fondo di Garanzia. La discussione verteva sulla corretta individuazione della data di inizio (dies a quo) del termine annuale previsto dalla legge per intraprendere l’azione legale.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso nel merito la questione della decadenza?
La Corte di Cassazione non ha deciso nel merito perché la lavoratrice ha formalmente rinunciato al ricorso prima della decisione. Di conseguenza, il Collegio ha dovuto dichiarare l’estinzione del giudizio, come previsto dal codice di procedura civile in caso di rinuncia.

Cosa insegna questa vicenda sul rapporto con il Fondo di Garanzia INPS?
Questa vicenda, pur senza una decisione di merito, sottolinea l’importanza critica di rispettare i termini perentori per l’azione giudiziaria. La decisione della Corte d’Appello, che aveva dichiarato la decadenza, dimostra che il mancato rispetto del termine annuale può comportare la perdita definitiva del diritto a ottenere le prestazioni, anche se il credito del lavoratore è stato accertato e ammesso nel fallimento del datore di lavoro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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