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Decadenza del fideiussore: eccezione tardiva è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due fideiussori, confermando la decisione della Corte d’Appello. Il caso riguarda la tardività dell’eccezione di liberazione del garante ai sensi dell’art. 1957 c.c. La Suprema Corte ha stabilito che la decadenza del fideiussore non è rilevabile d’ufficio dal giudice, ma deve essere eccepita dalla parte interessata entro i termini processuali perentori. La presentazione tardiva dell’eccezione la rende inammissibile, impedendo al giudice di esaminarla nel merito.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Decadenza del fideiussore: la Cassazione ribadisce l’importanza dei termini processuali

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nel diritto bancario e processuale: la decadenza del fideiussore ai sensi dell’art. 1957 c.c. e, soprattutto, i termini perentori entro cui farla valere in giudizio. La sentenza sottolinea una distinzione fondamentale tra questioni rilevabili d’ufficio dal giudice e difese che devono essere tempestivamente sollevate dalle parti, pena l’inammissibilità. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso

La vicenda nasce da un decreto ingiuntivo emesso da un istituto di credito nei confronti di due persone fisiche, in qualità di fideiussori per un mutuo chirografario concesso a una società. I fideiussori si opponevano al decreto, avviando una causa.

In primo grado, il Tribunale accoglieva la loro opposizione. Il giudice rilevava la nullità parziale della clausola contrattuale che derogava all’art. 1957 c.c. (la norma che impone al creditore di agire contro il debitore principale entro sei mesi dalla scadenza dell’obbligazione). Poiché la banca non aveva promosso alcuna azione giudiziaria entro tale termine, il Tribunale revocava il decreto ingiuntivo, liberando i garanti.

L’Appello e il Ribaltamento della Decisione

L’istituto di credito impugnava la decisione dinanzi alla Corte d’Appello, sostenendo un argomento di natura puramente processuale: l’eccezione relativa alla liberazione dei fideiussori era stata sollevata tardivamente, ben oltre i termini fissati dall’art. 183, sesto comma, c.p.c. per la definizione del thema decidendum.

La Corte d’Appello accoglieva il motivo, riformando la sentenza di primo grado. Secondo i giudici d’appello, l’eccezione basata sull’art. 1957 c.c. costituisce un’eccezione di decadenza, che non può essere rilevata d’ufficio dal giudice ma deve essere proposta dalla parte interessata. Essendo stata sollevata tardivamente, l’eccezione era inammissibile.

L’analisi sulla decadenza del fideiussore in Cassazione

I fideiussori ricorrevano quindi per Cassazione, ma la Suprema Corte ha dichiarato il loro ricorso inammissibile, confermando la linea della Corte d’Appello. Vediamo le motivazioni principali.

Le Motivazioni della Corte

La Cassazione ha chiarito due punti fondamentali.

In primo luogo, ha respinto l’idea che si fosse formato un giudicato sulla nullità parziale della clausola. La Corte ha spiegato che l’appello della banca non verteva sulla validità della clausola in sé, ma sulla tardività con cui i fideiussori avevano sollevato la conseguente eccezione di decadenza. L’accoglimento di questa eccezione processuale (la tardività) rendeva superfluo l’esame del merito (la nullità). Si tratta di due profili distinti e la decisione sulla questione procedurale assorbe quella di merito.

In secondo luogo, e questo è il cuore della decisione, la Corte ha ribadito che la decadenza del fideiussore prevista dall’art. 1957 c.c. integra un’eccezione in senso stretto. Ciò significa che:
1. Non è rilevabile d’ufficio: il giudice non può sollevare autonomamente la questione se la parte non lo fa.
2. È onere della parte: spetta esclusivamente al fideiussore che intende avvalersene formulare tale difesa.
3. È soggetta a preclusioni: deve essere sollevata entro i termini perentori stabiliti dal codice di procedura civile per la definizione del tema della causa.

Il fatto che il giudice di primo grado avesse, in un’ordinanza, invitato le parti a discutere della questione non sanava la tardività dell’eccezione dei fideiussori. Essi avrebbero dovuto formularla nei loro atti introduttivi o, al più tardi, nelle memorie processuali previste dalla legge. Non avendolo fatto, hanno perso il diritto di farla valere.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre una lezione fondamentale sull’importanza della strategia processuale e del rispetto rigoroso delle scadenze. La distinzione tra eccezioni rilevabili d’ufficio ed eccezioni in senso stretto è determinante. Anche in presenza di un diritto sostanziale apparentemente fondato, come la liberazione del garante per inerzia del creditore, questo diritto può essere vanificato se la relativa difesa non viene esercitata correttamente e tempestivamente nel processo. Per i fideiussori e i loro legali, ciò significa che l’eccezione di decadenza deve essere uno dei primi argomenti da sollevare, fin dagli atti iniziali, per non rischiare di vederla dichiarata inammissibile.

L’eccezione di liberazione del fideiussore per mancato rispetto del termine di sei mesi (art. 1957 c.c.) può essere sollevata in qualsiasi momento del processo?
No. La Corte di Cassazione chiarisce che si tratta di un’eccezione di decadenza non rilevabile d’ufficio dal giudice. Pertanto, deve essere sollevata dalla parte interessata entro i termini processuali perentori stabiliti per la definizione del tema del giudizio, come quelli previsti dall’art. 183 c.p.c.

Se il giudice di primo grado rileva una questione di nullità collegata, questo sana la tardività con cui la parte solleva l’eccezione di decadenza?
No. Secondo la Corte, il fatto che il giudice sottoponga alle parti una questione (in questo caso, la nullità della clausola di deroga all’art. 1957 c.c.) non esonera la parte dall’onere di formulare tempestivamente la propria specifica eccezione di decadenza. I due profili, nullità della clausola e decadenza del diritto, sono distinti.

Cosa succede se l’eccezione di decadenza del fideiussore viene sollevata dopo la scadenza dei termini processuali?
L’eccezione viene considerata inammissibile. Di conseguenza, il giudice non può esaminarla nel merito e il fideiussore perde la possibilità di avvalersi di quella specifica linea difensiva, anche se potenzialmente fondata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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