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Decadenza contratti a termine: la Cassazione chiarisce

Un lavoratore impugnava una serie di contratti di somministrazione a termine. La Corte d’Appello dichiarava la decadenza dall’impugnazione per quasi tutti i contratti. La Cassazione ha ribaltato la decisione, chiarendo che, per effetto della proroga introdotta dal D.L. 225/2010, il nuovo e più breve termine di decadenza contratti a termine è entrato in vigore solo dal 31 dicembre 2011. Pertanto, l’impugnazione del lavoratore era tempestiva per tutti i rapporti di lavoro.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Decadenza Contratti a Termine: La Cassazione sul Rinvio dei Termini del ‘Collegato Lavoro’

La corretta applicazione dei termini di decadenza contratti a termine è cruciale per la tutela dei diritti dei lavoratori. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a fare chiarezza sull’entrata in vigore delle nuove disposizioni introdotte dalla Legge n. 183/2010, il cosiddetto ‘Collegato Lavoro’, confermando un’interpretazione a favore del lavoratore. Analizziamo la vicenda e i principi di diritto affermati.

I Fatti di Causa

Un lavoratore ha agito in giudizio sostenendo di aver prestato la propria attività lavorativa, attraverso una serie di contratti di somministrazione a tempo determinato, per un lungo periodo, dal 2004 al 2011, a favore di un Ente Pubblico. Ritenendo illegittima la successione dei contratti, il lavoratore ne ha impugnato la validità chiedendo il risarcimento del danno.

Le Decisioni dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno accolto l’eccezione di decadenza sollevata dall’Ente. I giudici hanno ritenuto che l’impugnazione fosse tardiva per tutti i contratti ad eccezione dell’ultimo, applicando il termine di 60 giorni previsto dalla nuova normativa. Di conseguenza, la domanda risarcitoria è stata accolta solo in minima parte, limitatamente all’ultimo contratto, e il lavoratore si è visto negare la tutela per la maggior parte del periodo lavorativo contestato.

La Questione della Decadenza nei Contratti a Termine

Il punto centrale della controversia riguarda l’esatta data di entrata in vigore del nuovo regime di decadenza contratti a termine introdotto dall’art. 32 della Legge n. 183/2010. Questa norma ha esteso il termine di decadenza di 60 giorni (per l’impugnazione stragiudiziale) a numerose tipologie contrattuali, inclusi i contratti a termine e di somministrazione.

Tuttavia, l’art. 32, comma 1-bis, introdotto successivamente dal D.L. n. 225/2010 (cd. ‘Decreto Milleproroghe’), ha stabilito che, in sede di prima applicazione, queste nuove disposizioni avrebbero acquisito efficacia solo a decorrere dal 31 dicembre 2011. Questo differimento era volto a evitare un’applicazione retroattiva e restrittiva che avrebbe pregiudicato i diritti di molti lavoratori.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del lavoratore, ha censurato l’errore commesso dalla Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno ribadito un principio già consolidato dalla giurisprudenza di legittimità, incluse le Sezioni Unite (sent. n. 4913/2016). Il rinvio dell’efficacia delle nuove norme sulla decadenza al 31 dicembre 2011 si applica a tutte le fattispecie contrattuali interessate dalla riforma, compresi i contratti di somministrazione a termine.

Questo significa che per tutti i contratti cessati prima di tale data, l’impugnazione non era soggetta al nuovo e più stringente regime di decadenza. La Corte d’Appello ha quindi errato nel ritenere tardiva l’impugnazione del lavoratore, ignorando la proroga legale. Di conseguenza, la Corte Suprema ha cassato la sentenza impugnata, annullandola e rinviando la causa a un’altra sezione della Corte d’Appello per un nuovo esame del merito.

Le Conclusioni

Questa pronuncia riafferma un importante principio di garanzia per i lavoratori. Il differimento al 31 dicembre 2011 dell’entrata in vigore delle nuove norme sulla decadenza, voluto dal legislatore, ha avuto lo scopo di attenuare le conseguenze dell’introduzione ‘ex novo’ di un termine ristretto. La decisione della Cassazione garantisce che tale finalità sia rispettata, consentendo al lavoratore di ottenere un esame completo nel merito della sua domanda risarcitoria per l’intera durata del rapporto di lavoro contestato. Il caso dovrà ora essere riesaminato dalla Corte d’Appello, che dovrà attenersi al principio di diritto secondo cui l’impugnazione di tutti i contratti era da considerarsi tempestiva.

Quando sono entrati in vigore i nuovi termini di decadenza per l’impugnazione dei contratti a termine introdotti dal ‘Collegato Lavoro’?
Secondo la Corte di Cassazione, che conferma un orientamento consolidato, le nuove disposizioni sui termini di decadenza sono entrate in vigore a partire dal 31 dicembre 2011, per effetto del differimento previsto dal D.L. n. 225/2010.

Perché l’impugnazione del lavoratore è stata considerata tempestiva per tutti i contratti?
Poiché tutti i contratti in questione erano cessati prima del 31 dicembre 2011, ad essi non si applicava il nuovo e più breve termine di decadenza di 60 giorni. Pertanto, l’impugnazione del lavoratore, avvenuta prima di tale data, era valida per tutti i rapporti di lavoro contestati.

Cosa succede ora che la sentenza d’appello è stata annullata?
La Corte di Cassazione ha ‘cassato con rinvio’. Ciò significa che la causa torna alla Corte d’Appello di provenienza, ma in una diversa composizione, la quale dovrà riesaminare l’intero merito della vicenda, senza poter più dichiarare la decadenza, e decidere nuovamente sulla base dei principi stabiliti dalla Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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