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Decadenza compenso CTU: la guida completa

Una recente sentenza del Tribunale di Roma ha confermato la decadenza compenso CTU in caso di richiesta presentata oltre il termine di 100 giorni. Il caso riguardava l’opposizione di un ente pubblico al decreto di liquidazione emesso in favore di un consulente tecnico che aveva depositato l’istanza di pagamento ben oltre il termine perentorio previsto dall’art. 71 del D.P.R. 115/2002. Il Tribunale ha accolto l’opposizione, revocando il decreto e chiarendo che l’ignoranza della legge non costituisce errore scusabile, ribadendo la perentorietà del termine.

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Pubblicato il 18 ottobre 2024 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Decadenza Compenso CTU: la Richiesta Tardiva Annulla il Diritto al Pagamento

La tempestività è un principio cardine nel diritto processuale, e la sua violazione può avere conseguenze drastiche, come la perdita di un diritto. Una recente sentenza del Tribunale di Roma ha ribadito questo concetto, statuendo sulla decadenza compenso CTU per la richiesta di liquidazione presentata oltre il termine di legge. Questa decisione offre importanti spunti di riflessione per tutti i professionisti che operano come ausiliari del giudice, sottolineando l’importanza di conoscere e rispettare le scadenze procedurali.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dall’opposizione promossa da un’Amministrazione pubblica avverso un decreto di liquidazione emesso dal Consiglio di Stato. Tale decreto riconosceva un compenso a un professore universitario per l’attività di verificatore (figura assimilabile al CTU) svolta in un procedimento amministrativo.

Il consulente aveva depositato la sua relazione tecnica il 22 aprile 2022, ma aveva presentato l’istanza per la liquidazione del proprio onorario solo il 26 gennaio 2023, ovvero oltre nove mesi dopo. L’ente pubblico si opponeva al pagamento, eccependo l’inammissibilità della richiesta per tardività, essendo decorso il termine di 100 giorni previsto dalla legge, e contestando, in subordine, l’entità del compenso liquidato.

La Questione di Giurisdizione

Prima di entrare nel merito, il Tribunale di Roma ha dovuto affermare la propria giurisdizione a decidere sulla controversia. Nonostante il compenso fosse maturato in un giudizio amministrativo, la corte ha stabilito che la causa relativa al pagamento del CTU rientra nella competenza del giudice ordinario. Questo perché il diritto al compenso è un diritto soggettivo di natura patrimoniale, che nasce da un rapporto distinto e autonomo rispetto alla controversia principale. Non vi è, secondo la giurisprudenza consolidata, una ‘connessione ontologica’ tale da attrarre la lite sulla parcella nella giurisdizione del giudice amministrativo.

Decadenza Compenso CTU: la Regola dei 100 Giorni

Il cuore della decisione risiede nell’applicazione dell’art. 71 del D.P.R. n. 115/2002 (Testo Unico sulle Spese di Giustizia). Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che la domanda di liquidazione degli onorari per gli ausiliari del magistrato deve essere presentata, a pena di decadenza, ‘trascorsi cento giorni dalla data (…) del compimento delle operazioni’.

La giurisprudenza ha costantemente interpretato il ‘compimento delle operazioni’ come il momento del deposito della relazione peritale. In quel momento, infatti, l’incarico del CTU si considera espletato. Nel caso di specie, essendo la relazione stata depositata il 22 aprile 2022 e la richiesta di compenso il 26 gennaio 2023, il termine di 100 giorni era ampiamente superato. Di conseguenza, il diritto del professionista al compenso si era estinto.

L’Irrilevanza dell’Errore Scusabile

Il consulente, costituendosi in giudizio, non si è opposto all’accoglimento del ricorso, ma ha giustificato il ritardo con la propria inesperienza, trattandosi del primo incarico come ausiliario del giudice. Tuttavia, il Tribunale ha ritenuto tale giustificazione irrilevante. La mancata conoscenza di una norma di legge non può integrare un ‘errore scusabile’, principio che consente, in casi eccezionali, la remissione in termini.

Il giudice ha richiamato il principio generale ‘ignorantia legis non excusat’ (l’ignoranza della legge non scusa), sottolineando che il tenore letterale della norma è chiaro e non lascia spazio a dubbi interpretativi. Pertanto, la tardività non poteva essere sanata.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni del Tribunale di Roma si fondano su una rigorosa interpretazione della legge e della giurisprudenza consolidata. Il giudice ha evidenziato che il termine di 100 giorni previsto dall’art. 71 D.P.R. 115/2002 ha natura perentoria e la sua violazione comporta la decadenza dal diritto al compenso. La finalità di questa norma è garantire la certezza dei costi del processo e una razionale scansione dei tempi procedurali. La corte ha precisato che tale termine decorre dalla data di deposito della relazione, momento in cui l’incarico dell’ausiliario si considera concluso. Viene inoltre respinta categoricamente la tesi dell’errore scusabile, poiché la semplice ignoranza di una norma chiara e precisa non può giustificare il mancato rispetto di una scadenza processuale, specialmente per un professionista che assume un incarico pubblico come quello di CTU.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

In conclusione, il Tribunale ha accolto l’opposizione e revocato il decreto di liquidazione, sancendo di fatto la perdita totale del compenso per il professionista. Le spese di lite sono state compensate tra le parti, tenendo conto della condotta processuale del consulente che aveva ammesso il proprio errore. Questa sentenza rappresenta un monito fondamentale per tutti i professionisti che svolgono incarichi di CTU: il rispetto del termine di 100 giorni per la richiesta del compenso non è una mera formalità, ma un onere perentorio la cui inosservanza comporta la perdita definitiva del diritto alla retribuzione. L’inesperienza non è una scusante valida, ed è quindi dovere di ogni ausiliario del giudice informarsi adeguatamente sugli obblighi procedurali connessi al proprio incarico.

Entro quale termine un CTU deve richiedere la liquidazione del proprio compenso?
Secondo la sentenza, un CTU deve presentare la richiesta di liquidazione del compenso entro il termine perentorio di 100 giorni, che decorre dalla data di compimento delle operazioni, identificata con il deposito della relazione peritale finale. Il mancato rispetto di questo termine causa la decadenza dal diritto.

L’inesperienza o la mancata conoscenza della legge possono giustificare una richiesta di compenso tardiva?
No. La decisione chiarisce che la mancata conoscenza di una norma di legge non costituisce un ‘errore scusabile’. Il principio secondo cui l’ignoranza della legge non scusa (‘ignorantia legis non excusat’) si applica pienamente, e pertanto l’inesperienza non è una valida giustificazione per il ritardo.

A quale giudice spetta decidere sull’opposizione a un decreto di liquidazione emesso da un giudice amministrativo?
La sentenza afferma la giurisdizione del giudice ordinario (Tribunale civile) per decidere le controversie relative al compenso degli ausiliari del giudice, anche se l’incarico è stato svolto in un procedimento amministrativo. Questo perché il diritto al compenso è considerato un diritto soggettivo patrimoniale autonomo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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