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Decadenza appalto fittizio: quando non si applica?

Un lavoratore, formalmente dipendente di una cooperativa ma impiegato presso un’altra società, veniva licenziato dalla prima. Anni dopo, agiva in giudizio contro la società utilizzatrice per far accertare un appalto fittizio. I giudici di merito respingevano la domanda per decorrenza dei termini. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha ribaltato la decisione, specificando il principio sulla decadenza in caso di appalto fittizio. Ha stabilito che il licenziamento comunicato dal datore di lavoro formale (l’appaltatore) fa decorrere i termini di decadenza solo per l’azione contro quest’ultimo, ma non per l’azione volta a costituire il rapporto di lavoro con il datore reale (l’utilizzatore), per la quale è necessario un atto scritto di diniego da parte di quest’ultimo.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Decadenza Appalto Fittizio: La Cassazione Chiarisce i Termini per l’Azione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema di cruciale importanza nel diritto del lavoro: la decadenza in caso di appalto fittizio. La pronuncia chiarisce quando decorrono i termini per impugnare un licenziamento e chiedere la costituzione del rapporto di lavoro con il reale datore. Spesso i lavoratori si trovano formalmente assunti da una società (appaltatrice) ma di fatto lavorano per un’altra (committente). Cosa succede se il datore formale licenzia il lavoratore? Quest’ultimo perde il diritto di agire contro il vero datore di lavoro se lascia passare troppo tempo? Vediamo come la Suprema Corte ha risposto a queste domande.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un lavoratore, formalmente dipendente di una società cooperativa che forniva servizi di facchinaggio. Di fatto, egli prestava la sua attività lavorativa per un’altra grande azienda del settore logistico. Nel gennaio 2016, la cooperativa gli comunicava per iscritto il licenziamento. Il lavoratore impugnava stragiudizialmente l’atto, ma solo nei confronti della società utilizzatrice, sostenendo che il rapporto di lavoro fosse fittiziamente interposto.

Tuttavia, l’azione giudiziale veniva promossa solo quattro anni dopo, nel 2020. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello dichiaravano la domanda inammissibile per intervenuta decadenza, ritenendo che il termine per agire fosse iniziato a decorrere dalla data del licenziamento comunicato dalla cooperativa.

La Questione Giuridica e il Ricorso in Cassazione

Il lavoratore si è quindi rivolto alla Corte di Cassazione, sostenendo che i giudici di merito avessero errato nell’applicare il termine di decadenza. La tesi difensiva era semplice: in un appalto non genuino, il potere di recesso spetta al datore di lavoro reale (l’utilizzatore), non a quello fittizio (l’appaltatore). Di conseguenza, il licenziamento intimato da quest’ultimo sarebbe un atto inefficace e non idoneo a far decorrere alcun termine di decadenza per l’azione volta a far accertare il rapporto di lavoro con il soggetto utilizzatore.

Decadenza Appalto Fittizio: La Distinzione Cruciale della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del lavoratore, enunciando un principio di diritto fondamentale. I giudici hanno operato una netta distinzione tra due azioni legali separate e distinte che il lavoratore può intraprendere:

1. Azione contro il datore di lavoro formale (l’appaltatore): L’impugnazione del licenziamento intimato dal datore di lavoro formale è soggetta al regime di decadenza previsto dalla legge (art. 6, L. 604/1966). Il termine decorre dalla comunicazione scritta del licenziamento.
2. Azione contro il datore di lavoro reale (l’utilizzatore/committente): L’azione volta a far accertare l’esistenza di un rapporto di lavoro subordinato direttamente con l’utilizzatore, a causa di un appalto fittizio, non è assoggettata ad alcun termine di decadenza che decorra dal licenziamento del datore formale.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che il regime di decadenza richiede, per la sua operatività, un atto scritto da impugnare. Il licenziamento intimato dal datore di lavoro formale (la cooperativa) è un atto idoneo a far partire i termini di decadenza, ma esclusivamente nei confronti del soggetto che lo ha emesso. Questo atto non può avere effetti pregiudizievoli per il lavoratore nei confronti di un soggetto terzo, ovvero la società utilizzatrice, che non ha manifestato alcuna volontà scritta di porre fine al rapporto.

Perché la decadenza possa operare anche nei confronti dell’utilizzatore, è necessario un atto scritto proveniente da quest’ultimo che neghi la titolarità del rapporto di lavoro. In assenza di tale atto, il lavoratore non è tenuto a rispettare alcun termine perentorio per chiedere in giudizio l’accertamento del suo status di dipendente della società committente. L’impugnazione del licenziamento del datore formale, si legge nell’ordinanza, non preclude l’azione per l’accertamento dell’interposizione fittizia nei confronti dell’utilizzatore, poiché le vicende del rapporto formale non incidono su quello dissimulato.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia sulla Decadenza in Appalto Fittizio

Questa ordinanza ha importanti conseguenze pratiche. Per i lavoratori, significa che il diritto di far valere la realtà del rapporto di lavoro contro l’effettivo datore non è minacciato da termini brevi e perentori che iniziano a decorrere da atti posti in essere da un soggetto meramente interposto. Si tratta di una tutela sostanziale che permette di non perdere il diritto a causa di formalismi procedurali.

Per le aziende che utilizzano manodopera tramite contratti di appalto, la sentenza è un monito. Non è sufficiente che l’appaltatore licenzi un lavoratore per considerarsi al riparo da future vertenze. Se l’appalto non è genuino, l’azienda committente rimane esposta all’azione del lavoratore senza limiti di decadenza, a meno che non prenda una posizione formale e scritta, negando la sussistenza di un rapporto di lavoro diretto.

Il licenziamento comunicato dal datore di lavoro formale (appaltatore) fa decorrere la decadenza per agire contro il datore di lavoro reale (committente) in un appalto fittizio?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il licenziamento da parte del datore formale fa decorrere i termini di decadenza esclusivamente per un’azione legale contro di esso, non per l’azione volta a costituire il rapporto con il committente.

Quando inizia a decorrere il termine di decadenza per l’azione contro il reale datore di lavoro (committente)?
Il termine di decadenza per l’azione volta all’accertamento del rapporto di lavoro con il committente inizia a decorrere solo dal momento in cui quest’ultimo comunica per iscritto un atto che neghi la titolarità del rapporto. In assenza di tale atto, non decorre alcun termine.

L’azione per far accertare un’interposizione fittizia di manodopera è sempre soggetta a un termine di decadenza?
No. Secondo questa ordinanza, l’azione per l’accertamento di un rapporto di lavoro in capo al soggetto che ha effettivamente utilizzato la prestazione, a causa di un appalto non genuino, non è soggetta a termini di decadenza, salvo che l’utilizzatore stesso formalizzi per iscritto il suo diniego al riconoscimento del rapporto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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