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Data scrittura privata: prova libera tra le parti

Un professionista ha richiesto il pagamento di compensi professionali a una società sulla base di una scrittura privata. La società si è opposta, sostenendo che la data apposta sul documento non fosse veritiera. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, stabilendo che, nei rapporti tra le parti contraenti, la veridicità della data di una scrittura privata può essere contestata e provata con ogni mezzo, anche tramite presunzioni. Nel caso specifico, la data è stata ritenuta non veritiera sulla base di vari elementi indiziari, come un successivo accordo di fideiussione e la non corrispondenza tra l’importo richiesto e la percentuale di fatturato pattuita.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Data scrittura privata: la sua veridicità può essere contestata con ogni mezzo

La data scrittura privata è un elemento che spesso si dà per scontato, ma cosa succede quando una delle parti firmatarie ne contesta la veridicità? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23743 del 4 settembre 2024, ha fornito un importante chiarimento: nei rapporti tra le parti, la data non ha un valore assoluto e può essere smentita con qualsiasi mezzo di prova, comprese le presunzioni. Analizziamo insieme questa decisione e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dalla richiesta di pagamento di un professionista nei confronti di una società per le prestazioni svolte in un determinato anno. A sostegno della sua pretesa, il professionista produceva una scrittura privata che fissava il suo compenso in una percentuale (9%) del fatturato annuo della società.

La società si opponeva alla richiesta, sostenendo che i compensi per quell’anno erano già stati regolarmente saldati. La sua difesa si concentrava su un punto cruciale: la data scrittura privata prodotta dal professionista non era veritiera. Secondo la società, il documento era stato retrodatato per giustificare una richiesta di pagamento altrimenti infondata. A riprova, la società evidenziava la presenza di una correzione a mano sulla data e produceva un successivo contratto di fideiussione, stipulato tra il professionista e gli acquirenti delle sue quote societarie, in cui il credito del professionista era quantificato in una cifra specifica e inferiore, che non teneva conto delle pretese avanzate in giudizio.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello accoglievano l’opposizione della società, ritenendo che, sulla base degli elementi indiziari, la data della scrittura non fosse attendibile e che i compensi fossero già stati pagati. Il professionista, non soddisfatto, ricorreva in Cassazione.

La contestazione della data scrittura privata tra le parti

Il ricorrente basava la sua difesa su una presunta violazione degli articoli 2702 e 2704 del codice civile. Sosteneva che, essendo la società parte firmataria dell’accordo e non un terzo, non potesse contestare la data se non con lo strumento della querela di falso. Inoltre, criticava la decisione della Corte d’Appello per aver fondato il proprio convincimento su presunzioni semplici, a suo dire prive dei requisiti di gravità, precisione e concordanza.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando l’orientamento consolidato in materia. I giudici hanno chiarito la distinzione fondamentale tra l’efficacia probatoria della scrittura privata tra le parti e nei confronti dei terzi.

L’articolo 2702 c.c. stabilisce che la scrittura privata fa piena prova, fino a querela di falso, della provenienza delle dichiarazioni da chi l’ha sottoscritta. Questo significa che la firma garantisce che il contenuto del documento sia attribuibile al firmatario, ma non prova la veridicità intrinseca di ciò che è dichiarato, inclusa la data.

La data, infatti, è una dichiarazione come le altre. Di conseguenza, la parte che ha sottoscritto il documento può dimostrare, con ogni mezzo di prova e senza alcuna limitazione, che la data apposta non corrisponde a quella effettiva del rilascio del documento.

Le rigide regole dell’articolo 2704 c.c., che stabiliscono criteri specifici per considerare ‘certa’ la data di una scrittura privata (come la registrazione o un evento che ne stabilisca in modo inequivocabile l’anteriorità), si applicano esclusivamente per risolvere conflitti con i terzi, per i quali la data assume un’importanza fondamentale per l’opponibilità dell’atto. Nei rapporti interni tra i firmatari, invece, vige il principio della libertà della prova.

La Corte ha quindi ritenuto corretto l’operato dei giudici di merito, i quali hanno accertato la non veridicità della data basandosi su un ragionamento presuntivo logico e coerente, fondato su una pluralità di elementi: la correzione a mano sulla data, il contenuto dell’accordo di fideiussione che fissava un credito diverso, e l’incongruenza tra l’importo richiesto e la percentuale di fatturato pattuita. Tale valutazione, essendo un apprezzamento di fatto ben motivato, è insindacabile in sede di legittimità.

Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: la fiducia riposta in una data scrittura privata non è assoluta. Sebbene la firma attesti la paternità delle dichiarazioni, non ne certifica la verità. Tra le parti che hanno firmato l’accordo, la data è un elemento fattuale che può essere contestato liberamente. Chi intende dimostrare che la data è falsa non è obbligato a intraprendere il complesso percorso della querela di falso, ma può avvalersi di qualsiasi prova, inclusi testimoni, altri documenti e presunzioni, purché queste siano gravi, precise e concordanti. Questa decisione rafforza il principio del libero convincimento del giudice, che può ricostruire la verità dei fatti basandosi su un’analisi logica e complessiva del materiale probatorio a sua disposizione.

Qual è il valore legale della data apposta su una scrittura privata tra le parti che l’hanno firmata?
Nei rapporti tra le parti firmatarie, la data apposta su una scrittura privata non ha valore di prova legale assoluta, ma è considerata una dichiarazione come le altre. La sua veridicità può essere contestata e dimostrata non corrispondente alla realtà con qualsiasi mezzo di prova.

È necessario avviare una ‘querela di falso’ per contestare la data di una scrittura privata?
No, non è necessario. La querela di falso serve per contestare l’autenticità della firma o la provenienza del documento, non la veridicità del suo contenuto. Per contestare la data, la parte interessata può utilizzare ogni mezzo di prova, senza limitazioni.

Quali prove si possono usare per dimostrare che la data su una scrittura privata è sbagliata?
Si può utilizzare qualsiasi mezzo di prova, inclusi testimoni, altri documenti (come nel caso di specie, un accordo di fideiussione successivo) e le presunzioni semplici, ovvero deduzioni logiche basate su fatti noti e provati che portano a ritenere provato il fatto ignoto (la non veridicità della data).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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