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Data certa scrittura privata: quando è opponibile?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2040/2024, ha ribadito i rigidi criteri per l’attribuzione di data certa a una scrittura privata. Nel caso esaminato, un contratto preliminare di vendita immobiliare non è stato ritenuto opponibile a uno dei comproprietari perché la sua data non poteva essere provata con certezza come anteriore alla revoca della procura a vendere. La Corte ha chiarito che elementi come preventivi o fatture non sono sufficienti a soddisfare i requisiti di legge, che esigono prove di ‘altissima attendibilità’ per stabilire la data certa di un documento.

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Data certa di una scrittura privata: quali prove sono valide?

La stipula di un contratto tramite scrittura privata è una prassi comune, ma quali garanzie ci sono sulla sua data di formazione? La questione della data certa è cruciale quando il documento deve essere fatto valere nei confronti di terzi. Con la recente ordinanza n. 2040/2024, la Corte di Cassazione è tornata su questo tema fondamentale, chiarendo che non ogni prova è idonea a conferire a un documento la certezza della sua data, specialmente in contesti complessi come le compravendite immobiliari.

I Fatti di Causa

Il caso nasce da un contratto preliminare per la vendita di un immobile di proprietà di due fratelli. Uno dei due fratelli, agendo anche in nome e per conto della sorella grazie a una procura speciale, prometteva di vendere l’intero immobile a un acquirente. Successivamente, la sorella revocava la procura conferita al fratello.

L’acquirente, non potendo giungere al rogito definitivo, citava in giudizio entrambi i fratelli. La sorella si difendeva sostenendo che il contratto preliminare non le fosse opponibile, in quanto la sua data non era certa e, pertanto, non vi era prova che fosse stato stipulato prima della revoca della sua procura. Mentre il tribunale di primo grado accoglieva parzialmente le ragioni delle parti, la Corte d’Appello sposava la tesi della sorella, respingendo la domanda dell’acquirente e del fratello venditore. Quest’ultimo, ritenendo errata la decisione, ricorreva in Cassazione, sostenendo che la data certa del preliminare poteva essere desunta da altri documenti, come un preventivo per lavori di ristrutturazione e una fattura per l’acquisto di materiali, entrambi datati.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla data certa

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, confermando la decisione della Corte d’Appello. Il punto centrale della controversia è l’interpretazione dell’art. 2704 del Codice Civile, che disciplina appunto la data certa della scrittura privata nei confronti dei terzi.

Secondo la Corte, per poter attribuire data certa a un documento non registrato, non sono sufficienti elementi probatori qualsiasi. La legge richiede fatti che dimostrino ‘in modo egualmente certo’ l’anteriorità della formazione del documento. Questi fatti devono possedere un’altissima attendibilità, tale da non lasciare dubbi.

Le motivazioni

La Cassazione ha spiegato che i metodi principali per attribuire data certa a una scrittura privata sono la sua registrazione, la morte o la sopravvenuta impossibilità fisica di uno dei sottoscrittori, o il fatto che il suo contenuto sia riprodotto in atti pubblici. Al di fuori di queste ipotesi, la legge ammette ‘un altro fatto’ che stabilisca con pari certezza l’anteriorità del documento.

Tuttavia, questo ‘altro fatto’ non può essere un documento qualsiasi. Un preventivo o una fattura, come quelli prodotti nel caso di specie, sono documenti formati da terzi (o dalla stessa parte interessata) e, sebbene datati, non offrono quella garanzia di certezza assoluta richiesta dalla norma. La Corte ha specificato che una fattura, per esempio, non dice nulla sulla correlazione certa e inequivoca tra l’acquisto dei beni e la data di formazione del contratto preliminare a cui si vorrebbe collegare. Manca quel sigillo di ‘altissima attendibilità’ che solo eventi incontestabili o atti della pubblica amministrazione possono fornire.

Le conclusioni

La pronuncia ribadisce un principio fondamentale a tutela della certezza dei rapporti giuridici: la data di una scrittura privata non può essere provata con leggerezza. Per renderla opponibile a terzi (come la sorella che aveva revocato la procura), è necessario ricorrere a strumenti formali che ne cristallizzino la data in modo inequivocabile. La semplice produzione di documenti collegati, ma privi di una certificazione ufficiale della data, espone al rischio di veder disconosciuta l’efficacia dell’accordo. Questa ordinanza serve da monito: per le operazioni di una certa importanza, è sempre consigliabile formalizzare gli atti attraverso la registrazione, l’uso di una Posta Elettronica Certificata (PEC) o la firma digitale con marcatura temporale, al fine di evitare future contestazioni.

Una fattura o un preventivo possono dare data certa a un contratto preliminare?
No. Secondo la Corte di Cassazione, questi documenti, anche se provenienti da terzi, non hanno il grado di ‘altissima attendibilità’ richiesto dalla legge per stabilire in modo certo e inequivocabile l’anteriorità della formazione del contratto.

Perché il contratto preliminare non è stato ritenuto opponibile alla sorella comproprietaria?
Perché il contratto era una scrittura privata priva di data certa. Non essendoci la prova che fosse stato stipulato prima della revoca della procura a vendere, la Corte ha stabilito che l’atto non poteva produrre effetti giuridici nei confronti della sorella.

Quali sono i modi principali per attribuire data certa a una scrittura privata?
La legge indica la registrazione dell’atto, la morte o la sopravvenuta impossibilità fisica di uno dei firmatari, o la menzione del documento in un atto pubblico. È ammesso anche un altro fatto, a condizione che stabilisca l’anteriorità con un grado di certezza egualmente elevato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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