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Danno temuto: come tutelarsi dalle infiltrazioni

Un’ordinanza del Tribunale di Pescara accoglie un ricorso per danno temuto, ordinando al proprietario di un immobile parzialmente demolito di eseguire opere urgenti per fermare le infiltrazioni d’acqua che danneggiavano la proprietà confinante. Il giudice ha ritenuto sufficiente il pericolo di aggravamento del danno già esistente per giustificare l’intervento cautelare.

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Danno Temuto: La Tutela d’Urgenza contro le Infiltrazioni dal Vicino

Quando un immobile vicino è in stato di abbandono o subisce una demolizione mal gestita, i rischi per le proprietà confinanti possono essere gravi. Infiltrazioni d’acqua, umidità e muffe sono solo l’inizio di un problema che può degenerare in danni strutturali. Un’ordinanza del Tribunale di Pescara illustra efficacemente come l’azione di danno temuto rappresenti uno strumento rapido ed efficace per tutelare i propri diritti prima che sia troppo tardi. Vediamo come.

I Fatti di Causa: Demolizione e Danni da Infiltrazione

I proprietari di un’abitazione si sono trovati a fronteggiare un problema serio: l’immobile adiacente, a seguito di un intervento di quasi totale demolizione, era stato lasciato privo di copertura e con i materiali di risulta accumulati al suo interno. Questa situazione, aggravata dalle piogge, ha causato continue infiltrazioni d’acqua nel muro di confine, danneggiando intonaci, tinteggiature e rivestimenti nell’ingresso e nel bagno dei ricorrenti.

Nonostante le richieste formali, i proprietari dell’immobile demolito non sono intervenuti. I danneggiati hanno quindi incaricato un tecnico di fiducia, il quale ha confermato che i detriti imbevuti d’acqua erano la causa delle infiltrazioni e del rigonfiamento del muro. La perizia ha evidenziato la necessità di un intervento urgente per rimuovere il materiale e mettere in sicurezza la struttura.

La Domanda Giudiziale e il Ricorso per Danno Temuto

Di fronte all’inerzia dei vicini e al progressivo peggioramento dei danni, i proprietari hanno presentato un ricorso d’urgenza al Tribunale, basato sull’articolo 1172 del Codice Civile, che disciplina la denunzia di danno temuto. Hanno chiesto al giudice di ordinare ai confinanti l’esecuzione immediata di tutti gli interventi necessari per eliminare le infiltrazioni e prevenire ulteriori danni strutturali, lamentando anche il mancato pieno godimento del proprio immobile a causa del forte odore di muffa.

L’Analisi del Giudice sul Pericolo di Aggravamento

Il Tribunale ha accolto il ricorso, qualificandolo correttamente come azione per danno temuto. Il giudice ha chiarito che i presupposti per questa azione sono tre: un pericolo di danno futuro, la gravità di tale pericolo e la sua imminenza.

Un punto cruciale della decisione è che l’azione è ammissibile non solo per prevenire un danno non ancora verificatosi, ma anche quando, come in questo caso, un danno è già presente e sussiste il rischio concreto di un suo “inevitabile e prossimo aggravamento”. La relazione del Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU), nominato dal giudice, è stata decisiva, confermando in pieno la dinamica dei fatti e lo stato di degrado causato dalle infiltrazioni.

Le Motivazioni della Decisione

Il giudice ha ritenuto fondato il ricorso sulla base delle prove raccolte, in particolare la perizia del CTU. È stato accertato che la demolizione del fabbricato vicino aveva esposto il muro di confine agli agenti atmosferici, permettendo all’acqua piovana di infiltrarsi facilmente. Il processo di infiltrazione, definito “attivo e consistente”, avrebbe provocato, se non interrotto, un “ulteriore pregiudizio alla consistenza degli ambienti”.

Il Tribunale ha quindi concluso che sussistevano tutti i presupposti per l’azione di danno temuto. Di conseguenza, ha ordinato ai resistenti di eseguire una serie di lavori specifici, dettagliati dal CTU, per risolvere definitivamente il problema. Tra questi: la completa demolizione del rudere, lo smaltimento dei detriti, l’impermeabilizzazione dell’area e della parete, e il rifacimento dell’intonaco esterno.

Conclusioni: L’Ordine del Tribunale e le Implicazioni Pratiche

L’ordinanza si conclude con un ordine perentorio: i proprietari dell’immobile demolito devono iniziare i lavori entro 30 giorni dalla notifica del provvedimento. Inoltre, sono stati condannati al pagamento di tutte le spese processuali e dei costi della consulenza tecnica.

Questa decisione conferma la validità della denunzia di danno temuto come strumento di tutela rapida ed efficace. Insegna che un proprietario non è costretto a subire passivamente i danni derivanti dall’incuria del vicino. Anche se il danno ha già iniziato a manifestarsi, è possibile agire in via d’urgenza per impedirne l’aggravamento e ottenere un ordine del giudice che imponga alla controparte di ripristinare le condizioni di sicurezza.

Quando si può agire con una denunzia di danno temuto?
Si può agire quando esiste un pericolo ragionevole di un danno grave e prossimo a un proprio bene, derivante da un edificio, albero o altra cosa appartenente a un vicino.

L’azione per danno temuto è ammissibile se il danno si è già verificato?
Sì, l’azione è ammissibile anche se un danno si è già manifestato. In questo caso, lo scopo è impedire l’inevitabile e prossimo aggravamento del pregiudizio già esistente a causa del mancato intervento manutentivo.

Chi paga le spese legali e tecniche in un procedimento per danno temuto?
In base al principio della soccombenza, la parte che perde la causa è condannata dal giudice a pagare le spese legali della parte vincitrice e i costi del Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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