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Danno non patrimoniale: no se si vieta il parcheggio

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 11256/2025, ha chiarito i limiti del risarcimento del danno non patrimoniale in ambito immobiliare. Il caso riguardava una disputa sulla comproprietà di un cortile, il cui accesso era stato bloccato da uno dei proprietari. La Corte ha confermato che un’area cortilizia, anche se non menzionata in un atto di donazione, si trasferisce in comproprietà se funzionale agli immobili principali. Tuttavia, ha escluso il diritto al risarcimento del danno non patrimoniale, specificando che l’impossibilità di parcheggiare non costituisce una lesione grave di un diritto inviolabile della persona, come il diritto all’abitazione.

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Danno Non Patrimoniale: No al Risarcimento per il Divieto di Parcheggio

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema comune nelle liti condominiali: l’uso degli spazi comuni e il diritto al risarcimento. La decisione chiarisce quando è possibile richiedere un danno non patrimoniale per l’impossibilità di utilizzare un’area comune, come un cortile per il parcheggio. La Corte stabilisce un principio importante: non ogni disagio equivale a una lesione di un diritto fondamentale della persona.

I Fatti di Causa: La Disputa sul Cortile Comune

La vicenda ha origine dalla decisione di un proprietario di installare un paletto con catena per impedire l’accesso a un cortile, ritenendolo di sua esclusiva proprietà. I proprietari di un altro appartamento nello stesso edificio, sostenendo la comproprietà del cortile, hanno agito in giudizio per ottenere la rimozione dell’ostacolo e il risarcimento dei danni, inclusi quelli non patrimoniali, per il disagio subito.

Le Decisioni dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione agli attori. I giudici hanno riconosciuto la comproprietà del cortile, basandosi su un atto originario di acquisto del terreno che, pur non menzionando esplicitamente il cortile, lo configurava come pertinenza funzionale a dare aria, luce e accesso alle diverse unità immobiliari. Di conseguenza, hanno condannato la parte convenuta alla rimozione della chiusura e al pagamento di un risarcimento per il danno non patrimoniale, motivandolo con la lesione del diritto di abitazione.

L’Analisi della Cassazione sul Danno Non Patrimoniale

La questione è giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, che ha riesaminato il caso, giungendo a conclusioni parzialmente diverse, soprattutto per quanto riguarda la questione del risarcimento.

La Donazione del Cortile e il Concetto di Pertinenza

In primo luogo, la Corte ha confermato la corretta interpretazione dei giudici di merito riguardo la proprietà del cortile. Anche se gli atti di donazione successivi non menzionavano espressamente il cortile, la sua funzione pertinenziale rispetto agli immobili lo rendeva implicitamente oggetto di trasferimento in comproprietà tra i donatari. Un bene accessorio, infatti, segue la sorte del bene principale, a meno che non vi sia una volontà contraria espressamente dichiarata, che in questo caso mancava.

La Violazione dei Diritti Inviolabili e il Danno Non Patrimoniale

Il punto cruciale della decisione riguarda il danno non patrimoniale. La Corte d’Appello lo aveva concesso ritenendo violato il diritto di abitazione, tutelato a livello costituzionale. La Cassazione, invece, ha ribaltato questa conclusione. I giudici supremi hanno precisato che il danno non patrimoniale è risarcibile solo in presenza di una lesione grave a diritti inviolabili della persona. Sebbene il diritto all’abitazione sia costituzionalmente garantito, l’impossibilità di parcheggiare un’autovettura in un’area cortilizia non incide sul nucleo fondamentale di tale diritto. Non si tratta di una lesione che compromette il normale svolgimento della vita familiare all’interno della propria casa, ma di un semplice disagio.

Le motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione distinguendo tra il diritto di proprietà e i diritti fondamentali della persona. La proprietà privata non rientra tra i diritti fondamentali per i quali è predicabile una connotazione di inviolabilità. Pertanto, la sua lesione non genera automaticamente un diritto al risarcimento del danno non patrimoniale. La Corte ha ritenuto che il diritto all’abitazione non potesse essere invocato per giustificare un risarcimento legato alla mera possibilità di parcheggiare in un’area cortilizia. L’illecito, pur sussistendo (l’apposizione della catena), non ha raggiunto quella soglia di gravità tale da ledere un diritto della personalità tutelato dalla Costituzione.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso limitatamente alla parte sul risarcimento. Ha cassato la sentenza impugnata, eliminando la condanna al pagamento del danno non patrimoniale. La decisione sottolinea un principio restrittivo: per ottenere un risarcimento per un danno non patrimoniale, non è sufficiente dimostrare un qualsiasi illecito, ma è necessario provare che tale illecito abbia inciso in modo grave su un diritto fondamentale e inviolabile della persona. Un disagio, come quello di non poter parcheggiare, non rientra in questa categoria.

Un cortile non menzionato in un atto di donazione di immobili si considera trasferito?
Sì, secondo la Corte, se il cortile ha una funzione pertinenziale, ovvero serve a dare aria, luce e accesso agli immobili principali, si presume trasferito in comproprietà ai donatari, a meno che l’atto non lo escluda espressamente.

Impedire il parcheggio in un cortile comune dà diritto al risarcimento del danno non patrimoniale?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che impedire il parcheggio in un’area cortilizia non costituisce una violazione grave di un diritto inviolabile della persona, come il diritto all’abitazione. Pertanto, non giustifica un risarcimento per danno non patrimoniale.

Quando è risarcibile il danno non patrimoniale secondo la Corte?
Il danno non patrimoniale è risarcibile solo quando il fatto illecito ha violato in modo grave i diritti inviolabili della persona, tutelati dalla Costituzione. Un semplice disagio o la lesione del diritto di proprietà non sono sufficienti per ottenere tale tipo di risarcimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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