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Danno esistenziale telefonia: la Cassazione decide

Una professionista ha citato in giudizio una compagnia telefonica per gravi disservizi, ottenendo in primo e secondo grado il risarcimento per danno all’immagine e danno esistenziale. La Corte di Cassazione, intervenendo sul ricorso della società, ha confermato il danno all’immagine ma ha cassato con rinvio la decisione sul danno esistenziale. La Corte ha chiarito che il danno esistenziale telefonia non è automatico e non può essere considerato ‘in re ipsa’, ma richiede una specifica allegazione e prova del pregiudizio grave e non futile subito dalla persona nelle sue attività realizzatrici, onere non soddisfatto nel caso di specie.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Danno Esistenziale Telefonia: Quando il Disservizio Diventa Risarcibile?

Un prolungato disservizio della linea telefonica e internet può causare notevoli disagi, specialmente a un professionista. Ma questi disagi si traducono automaticamente in un risarcimento del danno alla persona? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito chiarimenti cruciali sulla prova del danno esistenziale telefonia, distinguendolo nettamente dal danno all’immagine professionale e ribadendo che non si tratta di un pregiudizio risarcibile in automatico.

I Fatti del Caso: Un Professionista contro la Compagnia Telefonica

Una professionista stipulava un contratto per un pacchetto ‘business’ con una nota compagnia di telecomunicazioni, che includeva linee fisse, mobili e una connessione ADSL, essenziali per il suo studio legale. Tuttavia, poco dopo il passaggio dal vecchio gestore, si verificavano gravi e prolungati disservizi: le utenze fisse venivano disattivate per mesi e quelle mobili attivate con notevole ritardo.

La professionista citava in giudizio l’operatore telefonico, lamentando non solo la perdita di clienti e un danno all’immagine, ma anche disagi, preoccupazioni e perdita di tempo, configurando un vero e proprio danno esistenziale. Il Tribunale prima, e la Corte d’Appello poi, le davano ragione, condannando la società a un cospicuo risarcimento sia per il danno all’immagine e alla professionalità (20.000 euro) sia per il danno esistenziale (10.000 euro).

La compagnia telefonica, non soddisfatta, proponeva ricorso in Cassazione, contestando in particolare la liquidazione del danno non patrimoniale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha analizzato il ricorso della società, giungendo a una decisione a due facce:

1. Conferma del danno all’immagine professionale: La Corte ha ritenuto corretta la decisione dei giudici di merito nel riconoscere il danno alla reputazione e all’immagine professionale. Questo tipo di danno è stato considerato provato sulla base di elementi come l’intensa attività documentata, l’esperienza maturata e la gravità del disservizio che ha inevitabilmente inciso sulla credibilità e professionalità della ricorrente.

2. Cassazione con rinvio per il danno esistenziale: Sul punto del danno esistenziale telefonia, la Corte ha invece accolto il motivo di ricorso della compagnia telefonica. Ha stabilito che la sentenza d’appello non aveva adeguatamente spiegato come si fosse giunti a riconoscere questa specifica voce di danno, che non può derivare automaticamente dall’inadempimento contrattuale.

Le motivazioni: la prova rigorosa del danno esistenziale telefonia

Il cuore della pronuncia risiede nella distinzione tra la causalità dell’inadempimento e la prova del danno-conseguenza. Mentre il danno all’immagine era stato logicamente collegato al disservizio, per il danno esistenziale telefonia la Corte ha ribadito un principio fondamentale: non è un danno in re ipsa, cioè non si può presumere solo perché c’è stato un disservizio.

La Corte ha specificato che il risarcimento del danno non patrimoniale derivante dalla lesione di diritti inviolabili della persona è subordinato a tre condizioni:

Rilevanza costituzionale dell’interesse leso.
Gravità della lesione, che deve superare una soglia minima di tollerabilità.
Assenza di futilità del danno, che non deve consistere in meri disagi o fastidi.

Per ottenere il risarcimento, il danneggiato ha l’onere di allegare e dimostrare specificamente il pregiudizio subito. Deve spiegare in che modo il disservizio ha inciso negativamente e in maniera tangibile sulla sua vita quotidiana, sulle sue abitudini, sulle sue relazioni, ovvero sulle sue “attività realizzatrici”. Secondo la Cassazione, la sentenza impugnata non aveva illustrato questo percorso logico-probatorio, limitandosi a riconoscere il danno in modo generico e senza riferimento a prove concrete delle ripercussioni negative sul “valore della persona”.

Conclusioni

Questa ordinanza della Corte di Cassazione rappresenta un monito importante per chi intende richiedere un risarcimento per disservizi telefonici. Se il danno all’immagine professionale può essere provato anche in via presuntiva, dimostrando l’impatto negativo sull’attività lavorativa, il danno esistenziale telefonia richiede un onere della prova molto più stringente. Non basta lamentare lo stress o il fastidio: è necessario allegare e dimostrare, anche tramite presunzioni basate su fatti noti, in che modo il disservizio abbia concretamente peggiorato la qualità della propria vita in aspetti significativi. La sentenza, quindi, riafferma che il risarcimento non ha una funzione punitiva, ma compensativa, e può essere concesso solo a fronte di un pregiudizio effettivo e provato.

Un disservizio telefonico dà automaticamente diritto al risarcimento del danno esistenziale?
No, secondo la Corte di Cassazione il danno esistenziale non è ‘in re ipsa’, cioè non si presume automaticamente dall’inadempimento. Deve essere specificamente allegato e provato dal danneggiato.

Cosa si deve dimostrare per ottenere il risarcimento del danno esistenziale in caso di disservizio?
Bisogna dimostrare che la lesione dell’interesse abbia rilevanza costituzionale, sia grave (superando la soglia di tollerabilità) e che il danno non sia futile (cioè non un mero disagio o fastidio). È necessario allegare fatti specifici che provino come il disservizio abbia inciso negativamente sulle attività realizzatrici della persona.

Qual è la differenza tra danno all’immagine professionale e danno esistenziale nel caso esaminato?
Il danno all’immagine professionale è stato considerato provato e risarcibile in quanto direttamente collegato all’attività lavorativa e alla reputazione della professionista. Il danno esistenziale, che riguarda la sfera personale e la qualità della vita, non è stato ritenuto sufficientemente provato, poiché la sentenza impugnata non ha spiegato quali fossero state le concrete ripercussioni negative sulla persona.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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