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Danno da rovina di edificio: il caso fortuito esclude

Un proprietario ha citato in giudizio il vicino per i danni subiti a seguito del crollo dell’edificio di quest’ultimo. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione d’appello che escludeva la responsabilità del vicino. Le motivazioni si basano su due pilastri: la mancata prova del nesso causale diretto e, soprattutto, la configurazione del caso fortuito. Il crollo dell’edificio del convenuto è stato infatti innescato dal precedente crollo di un terzo immobile adiacente, un evento che interrompe la catena di responsabilità per il danno da rovina di edificio.

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Pubblicato il 23 novembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Danno da Rovina di Edificio: Quando la Colpa è del Vicino… del Vicino?

La responsabilità per il danno da rovina di edificio, disciplinata dall’art. 2053 del Codice Civile, pone a carico del proprietario una presunzione di colpa per i danni causati dal crollo del proprio immobile. Tuttavia, questa responsabilità non è assoluta. Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini di tale obbligo, evidenziando come il ‘caso fortuito’, come il crollo di un altro edificio, possa interrompere il nesso causale ed escludere il risarcimento. Analizziamo insieme questa interessante decisione.

I Fatti di Causa: una Catena di Crolli

La vicenda ha origine dalla richiesta di risarcimento avanzata dal proprietario di un immobile, la cui facciata era stata danneggiata a seguito del crollo di alcuni edifici limitrofi. In particolare, la sua azione legale era rivolta contro il proprietario di uno degli stabili crollati.
In primo grado, il Giudice di Pace aveva parzialmente accolto la domanda, condannando il convenuto a un risarcimento. La situazione, però, si è ribaltata in appello.

La Decisione della Corte d’Appello: Due Ragioni per Respingere la Domanda

Il Tribunale, in funzione di giudice d’appello, ha completamente riformato la prima sentenza, respingendo la richiesta di risarcimento sulla base di due distinte ed autonome motivazioni (rationes decidendi).

La Prova Mancante del Nesso Causale

In primo luogo, il giudice d’appello ha rilevato che l’attore non era riuscito a fornire una prova certa del nesso di causalità. In altre parole, nessun testimone era stato in grado di affermare con sicurezza che i detriti che avevano danneggiato l’immobile provenissero specificamente dall’edificio di proprietà del convenuto, e non da altri edifici crollati nella stessa circostanza.

Il Caso Fortuito e il Ruolo del Terzo Edificio

In secondo luogo, e in via dirimente, il Tribunale ha ritenuto che, anche qualora il nesso causale fosse stato provato, sarebbe comunque sussistito il ‘caso fortuito’. Dalle indagini era emerso che il crollo dell’edificio del convenuto non era stato causato da un difetto di manutenzione, bensì era stato la conseguenza diretta e immediata del crollo di un altro edificio adiacente, appartenente a un terzo soggetto. Questo evento esterno, imprevedibile e inevitabile per il convenuto, interrompeva la catena della responsabilità.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché il Ricorso è Inammissibile

Contro la decisione d’appello, il proprietario danneggiato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando un omesso esame di fatti decisivi, in particolare delle risultanze della Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) che, a suo dire, dimostravano la cattiva manutenzione dell’immobile del convenuto.
La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso del tutto inammissibile, basando la sua decisione su argomentazioni procedurali e di merito molto chiare.

Mancata Impugnazione della Ratio Decidendi Primaria

Il primo, e decisivo, errore del ricorrente è stato quello di non contestare la prima ratio decidendi della sentenza d’appello, ovvero la mancanza di prova sul nesso causale. La giurisprudenza costante della Cassazione insegna che, quando una sentenza si fonda su più ragioni autonome, ciascuna delle quali è da sola sufficiente a sorreggerla, è necessario impugnarle tutte. La mancata contestazione anche di una sola di esse rende il ricorso inammissibile, poiché la decisione rimarrebbe comunque valida sulla base della motivazione non criticata.

L’irrilevanza della Manutenzione di Fronte al Caso Fortuito e il danno da rovina di edificio

La Corte ha inoltre specificato che il motivo di ricorso era comunque infondato. Il ricorrente si è concentrato sulla presunta cattiva manutenzione dell’edificio del convenuto, ma non ha spiegato come questo fatto potesse superare la motivazione del giudice d’appello sul caso fortuito. Il Tribunale aveva stabilito, come dato di fatto, che la causa specifica del crollo era stata la rovina dell’edificio adiacente. Di fronte a questa dinamica, lo stato di manutenzione dell’immobile del convenuto diventava irrilevante. La causa del danno non era un difetto intrinseco dell’edificio, ma un evento esterno e travolgente, qualificabile appunto come caso fortuito, che esonera il proprietario da ogni responsabilità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza offre spunti pratici di grande importanza. In primo luogo, ribadisce che in un processo per risarcimento danni è onere di chi agisce provare in modo rigoroso ogni elemento della propria pretesa, a partire dal nesso causale. In secondo luogo, illustra perfettamente come la responsabilità per il danno da rovina di edificio possa essere esclusa dalla prova del caso fortuito, che può consistere anche in un evento, come il crollo di un altro stabile, che innesca una reazione a catena. Infine, dal punto di vista processuale, insegna una lezione fondamentale: quando si impugna una sentenza, è cruciale attaccare tutte le autonome ragioni che la sostengono, pena l’inammissibilità del ricorso.

Chi è responsabile se il mio immobile è danneggiato dal crollo di un edificio vicino?
In base all’art. 2053 c.c., il proprietario dell’edificio crollato è presunto responsabile, a meno che non provi che il crollo non è dovuto a difetto di manutenzione o a vizio di costruzione. Tuttavia, come dimostra questa ordinanza, se il crollo è stato causato da un evento esterno imprevedibile e inevitabile (caso fortuito), come il crollo di un terzo edificio, la responsabilità del proprietario può essere esclusa.

Cosa si intende per ‘caso fortuito’ nel contesto del danno da rovina di edificio?
Per caso fortuito si intende un evento che ha il carattere dell’imprevedibilità e dell’inevitabilità, tale da interrompere il legame di causa-effetto tra la rovina dell’edificio e il danno. In questo caso specifico, il crollo di un edificio adiacente, che a sua volta ha provocato il crollo dell’immobile del convenuto, è stato considerato un caso fortuito che ha esonerato quest’ultimo da responsabilità.

Perché è fondamentale impugnare tutte le motivazioni autonome di una sentenza sfavorevole?
Se una sentenza si basa su più motivazioni (rationes decidendi) e ciascuna di esse è di per sé sufficiente a giustificare la decisione, l’appellante ha l’onere di contestarle tutte. Se anche una sola motivazione autonoma non viene impugnata, essa rimane valida e in grado di sostenere da sola la sentenza, rendendo l’intera impugnazione inammissibile per carenza di interesse.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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