LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Danno da ritardo aereo: risarcibile anche il morale

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 35314/2024, ha stabilito che in caso di grave disagio causato da un vettore aereo, come un significativo ritardo o la cancellazione di un volo, il passeggero ha diritto non solo alla compensazione pecuniaria prevista dalla normativa europea, ma anche al risarcimento del danno non patrimoniale. Questo tipo di danno da ritardo aereo, che comprende lo stress e la sofferenza subiti, deve essere allegato e provato, anche tramite presunzioni, e non è considerato un danno automatico. La Corte ha chiarito che la Convenzione di Montreal non preclude tale risarcimento, il cui contenuto è definito dal diritto nazionale, nel caso di specie dall’art. 2059 del codice civile.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Danno da ritardo aereo: la Cassazione apre al risarcimento del danno morale

Un’odissea di viaggio, tra voli in ritardo, cancellazioni e un rientro a casa posticipato di due giorni, può causare non solo un pregiudizio economico ma anche un profondo stress. La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 35314 del 2024, ha affrontato il tema del danno da ritardo aereo, stabilendo principi importanti sulla risarcibilità del danno non patrimoniale. La pronuncia chiarisce che, oltre alla compensazione pecuniaria standard, i passeggeri possono ottenere un risarcimento per la sofferenza e il turbamento subiti, a patto di dimostrare il pregiudizio.

I fatti del caso: un viaggio da incubo

Un gruppo di passeggeri aveva citato in giudizio una compagnia aerea a seguito di una serie di disservizi. Il loro viaggio internazionale comprendeva un volo di andata che aveva accumulato oltre tre ore di ritardo e un volo di ritorno che era stato prima cancellato dopo un’interruzione traumatica della manovra di decollo e poi riprogrammato, causando un rientro in Italia con due giorni di ritardo. Questa catena di eventi aveva comportato la perdita del volo di coincidenza per la destinazione finale e la necessità di rientrare in taxi.

In primo grado, il Tribunale aveva riconosciuto solo la compensazione pecuniaria di 600 euro a passeggero per il ritardo del volo di andata, rigettando le altre richieste di risarcimento. La Corte d’Appello, invece, aveva riformato la decisione, riconoscendo sia il danno patrimoniale (per le spese aggiuntive sostenute) sia il danno non patrimoniale, derivante dalla violazione del diritto alla salute per il grave stress subito.

Il risarcimento per danno da ritardo aereo secondo la Cassazione

La compagnia aerea ha impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando principalmente che i giudici di secondo grado avessero concesso un risarcimento per un danno alla salute non specificamente richiesto (vizio di ultrapetizione) e che avessero erroneamente ritenuto provato un danno non patrimoniale. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, fornendo chiarimenti cruciali.

La Convenzione di Montreal e il danno non patrimoniale

La Corte ha ribadito che la Convenzione di Montreal, che disciplina il trasporto aereo internazionale, non limita il risarcimento ai soli danni a persone o cose. L’articolo 22 della Convenzione prevede un risarcimento per il ritardo, e la giurisprudenza consolidata ammette che questo possa includere sia il danno patrimoniale che quello non patrimoniale. La nozione di ‘danno’ è generica e spetta all’ordinamento nazionale definirne il contenuto. In Italia, la norma di riferimento è l’articolo 2059 del codice civile, che consente il risarcimento del danno non patrimoniale nei casi previsti dalla legge.

Il danno morale non è automatico ma va provato

Un punto centrale della decisione è che il danno da ritardo aereo di natura non patrimoniale non è in re ipsa, cioè non si può considerare automaticamente esistente solo perché c’è stato un inadempimento contrattuale. I passeggeri devono allegare e provare il pregiudizio subito. Tuttavia, questa prova può essere fornita anche attraverso presunzioni, basate su fatti noti e sull’esperienza comune.

Nel caso specifico, i giudici hanno ritenuto che i passeggeri avessero adeguatamente descritto le loro traversie: il panico durante il decollo interrotto, i due giorni di attesa in alloggi di fortuna senza informazioni adeguate e senza effetti personali, e lo stress generale della situazione. Questi elementi, non specificamente contestati dalla compagnia aerea, sono stati considerati sufficienti a dimostrare l’esistenza di un danno non patrimoniale risarcibile, consistente in una sofferenza interiore e un turbamento che andavano oltre il mero disagio.

Le motivazioni

La Corte ha concluso che la Corte d’Appello, pur utilizzando una terminologia a volte imprecisa (mescolando danno biologico, danno morale e danno alla salute), aveva correttamente identificato e liquidato un unico danno non patrimoniale, riconducibile alla sofferenza soggettiva. Non si è trattato di un’ultrapetizione, perché i passeggeri avevano chiesto il risarcimento di ‘tutti i danni’, e il giudice ha semplicemente qualificato giuridicamente i fatti allegati. La Cassazione ha sottolineato che l’inadempimento del vettore aereo può ledere diritti costituzionalmente protetti, come la libertà di movimento, e causare un pregiudizio serio che merita di essere risarcito. Ha inoltre dichiarato inammissibili le altre censure, incluse quelle relative alla quantificazione della compensazione pecuniaria, in quanto sollevate in modo proceduralmente scorretto dalla compagnia aerea.

Le conclusioni

Questa sentenza consolida un importante principio a tutela dei viaggiatori. Il danno da ritardo aereo non si esaurisce nella compensazione economica forfettaria. Se il disservizio causa un’esperienza particolarmente negativa, fonte di stress, ansia e sofferenza, il passeggero ha diritto a un ulteriore risarcimento per il danno non patrimoniale. È fondamentale, tuttavia, che il passeggero descriva dettagliatamente i disagi subiti nel corso della causa, per consentire al giudice di valutare, anche tramite presunzioni, l’effettiva entità del pregiudizio.

In caso di ritardo aereo internazionale, il passeggero ha diritto solo alla compensazione pecuniaria o anche al risarcimento di altri danni?
Secondo la sentenza, il passeggero ha diritto sia alla compensazione pecuniaria prevista dal Regolamento (CE) n. 261/2004, sia al risarcimento dell’ulteriore danno, patrimoniale (es. spese extra) e non patrimoniale (es. stress, sofferenza), a condizione che quest’ultimo sia provato.

Il danno non patrimoniale (come lo stress) per un’esperienza di viaggio negativa è automatico?
No, il danno non patrimoniale non è automatico (non è in re ipsa). Deve essere specificamente allegato e provato dal passeggero. La prova può essere fornita anche tramite presunzioni basate sui fatti concreti e sulla comune esperienza, dimostrando che il disagio subito ha superato una soglia di normale tollerabilità.

Cosa stabilisce la Convenzione di Montreal riguardo al risarcimento del danno da ritardo aereo?
La Convenzione di Montreal, agli articoli 19 e 22, riconosce la responsabilità del vettore per il danno derivante da ritardo nel trasporto aereo di passeggeri. La Corte di Cassazione chiarisce che questa responsabilità include sia il danno patrimoniale sia quello non patrimoniale, il cui contenuto e le cui modalità di risarcimento sono determinati dalle leggi nazionali degli Stati aderenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati