LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Danno da ritardo aereo: non basta il disagio

Un passeggero ha citato in giudizio una compagnia aerea per un ritardo di cinque ore, chiedendo un risarcimento per stress e frustrazione. I tribunali di merito hanno concesso un indennizzo, considerando il danno come implicito nel ritardo stesso. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 15352/2024, ha ribaltato questa decisione, stabilendo che il danno da ritardo aereo non è automatico. Per ottenere un risarcimento, il passeggero deve dimostrare di aver subito un pregiudizio serio e non futile a un diritto costituzionalmente protetto. Il semplice disagio o fastidio non è sufficiente. Di conseguenza, la domanda del passeggero è stata respinta.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Danno da Ritardo Aereo: Quando il Semplice Disagio non Basta per il Risarcimento

Un ritardo aereo può causare stress, frustrazione e rabbia. Ma questi stati d’animo sono sufficienti per ottenere un risarcimento? La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 15352 del 31 maggio 2024, ha fornito una risposta chiara: no. Il danno da ritardo aereo non è automatico e non può essere confuso con il semplice disagio. Per avere diritto a un risarcimento, il passeggero deve dimostrare un pregiudizio concreto, serio e che superi la normale soglia di tollerabilità.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Risarcimento del Passeggero

Un passeggero, dopo aver subito un ritardo di cinque ore su un volo da Mosca a Roma, ha citato in giudizio la compagnia aerea. La richiesta era di 600 euro a titolo di risarcimento per lo “stato di rabbia, frustrazione, stress psico-fisico ed impotenza” patito. In sostanza, il viaggiatore lamentava un danno non patrimoniale derivante dall’inadempimento contrattuale della compagnia aerea.

Il Percorso Giudiziario e la Tesi del Danno “In Re Ipsa”

Sia il Giudice di Pace che, in appello, il Tribunale avevano dato ragione al passeggero, seppur riconoscendo una somma inferiore (200 euro). La motivazione dei giudici di merito si basava su un concetto chiave: il danno era in re ipsa, ovvero insito nel ritardo stesso. Secondo questa interpretazione, un ritardo prolungato è “sicuramente fonte di disagio che va necessariamente compensato in via pecuniaria”, senza bisogno che il passeggero fornisca prove specifiche del danno subito. La responsabilità della compagnia aerea, secondo il Tribunale, sorgeva automaticamente con il verificarsi del ritardo.

La Decisione della Cassazione sul danno da ritardo aereo

La compagnia aerea ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, che ha accolto il ricorso e ribaltato completamente il verdetto. I giudici supremi hanno individuato tre errori di diritto fondamentali nella sentenza del Tribunale.

Errore 1: Confusione tra Evento di Danno e Danno Conseguenza

Il primo errore è stato confondere l’inadempimento (il ritardo aereo) con il danno risarcibile. Il ritardo è l’evento, la causa. Il danno è la conseguenza pregiudizievole che da quell’evento può derivare. Accertare il ritardo non significa automaticamente aver accertato l’esistenza di un danno che merita un risarcimento. È necessario un passaggio logico ulteriore: verificare se da quell’inadempimento sia scaturito un pregiudizio effettivo.

Errore 2: L’Inapplicabilità del Danno “In Re Ipsa”

Affermare che il danno è in re ipsa significa, di fatto, saltare la prova del nesso di causalità tra l’evento e le sue conseguenze. La Cassazione ribadisce un principio consolidato: il danno non patrimoniale non può mai essere presunto. Il fatto che un evento sia potenzialmente dannoso non significa che abbia effettivamente prodotto un danno risarcibile. Spetta a chi chiede il risarcimento allegare e provare le conseguenze negative subite.

Errore 3: Il Mero Disagio non è Risarcibile

Il terzo e decisivo errore è stato ritenere risarcibile il “mero disagio”. La giurisprudenza costante stabilisce che il danno non patrimoniale è risarcibile solo a tre condizioni:
1. L’interesse leso deve avere rilevanza costituzionale (come la salute, la libertà personale, etc.).
2. La lesione deve essere grave, superando una soglia minima di tollerabilità imposta dai doveri di solidarietà sociale.
3. Il danno non deve essere futile, ovvero non deve consistere in meri disagi, fastidi o generiche insoddisfazioni.

Il Tribunale, riconoscendo un risarcimento per il semplice disagio, ha violato questo principio fondamentale.

Le Motivazioni della Corte

La Cassazione ha motivato la sua decisione richiamando la necessità di non trasformare ogni piccolo inconveniente della vita quotidiana in una fonte di risarcimento. Il sistema giuridico deve bilanciare la tutela dei diritti con il principio di tolleranza e solidarietà. Il risarcimento del danno non patrimoniale è uno strumento riservato a pregiudizi seri che incidono significativamente sulla sfera della persona. Sulla base di queste considerazioni, poiché nel caso di specie era stato provato solo un “mero disagio”, la Corte ha deciso la causa nel merito, rigettando la domanda originaria del passeggero e compensando le spese legali tra le parti.

Conclusioni: Cosa Cambia per i Passeggeri

Questa sentenza chiarisce in modo definitivo che subire un ritardo aereo non conferisce un diritto automatico al risarcimento del danno non patrimoniale, che si aggiunge alle compensazioni pecuniarie previste dai regolamenti europei. Il passeggero che intende chiedere un risarcimento per lo stress o la frustrazione deve essere in grado di allegare e dimostrare che il ritardo ha causato un pregiudizio grave e non futile, che ha leso un suo diritto fondamentale. Un semplice fastidio, per quanto legittimo, non è sufficiente per ottenere un risarcimento in tribunale.

Un ritardo aereo dà automaticamente diritto a un risarcimento del danno non patrimoniale?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il ritardo aereo è l’evento di inadempimento, ma non costituisce di per sé un danno risarcibile. Il danno, inteso come conseguenza pregiudizievole, deve essere specificamente allegato e provato dal passeggero.

Che cosa deve provare il passeggero per ottenere il risarcimento per un danno da ritardo aereo?
Il passeggero deve provare che il ritardo ha causato una lesione grave a un interesse di rilevanza costituzionale (come la salute o altri diritti inviolabili della persona) e che tale lesione ha superato la soglia della normale tollerabilità, non risolvendosi in un mero disagio o fastidio.

Il semplice disagio o stress causato da un ritardo aereo è sufficiente per ottenere un risarcimento?
No. Secondo la sentenza, il “mero disagio”, così come fastidi, disappunti, ansie e generiche insoddisfazioni, non costituisce un danno non patrimoniale risarcibile. Il danno deve essere serio e non futile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati