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Danno da ritardata restituzione: la Cassazione decide

Una società immobiliare ha citato in giudizio una Pubblica Amministrazione per il danno da ritardata restituzione di un immobile. I giudici di merito avevano respinto le richieste di interessi, rivalutazione ISTAT e maggior danno, ritenendo necessaria una preventiva costituzione in mora. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che tali somme sono dovute automaticamente e che la domanda giudiziale stessa è sufficiente a costituire in mora il debitore per il maggior danno.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Danno da Ritardata Restituzione: Interessi e ISTAT Automatici Senza Messa in Mora

Quando un inquilino non restituisce un immobile alla scadenza del contratto, il proprietario subisce un danno. La legge prevede un risarcimento, ma sorgono spesso dubbi sugli elementi accessori come interessi e rivalutazione. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale: per ottenere interessi e adeguamento ISTAT sul danno da ritardata restituzione, non è necessaria una preventiva costituzione in mora. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Una società immobiliare acquistava un immobile già locato a una Pubblica Amministrazione. Sebbene il contratto di locazione precedente fosse stato disdettato, l’Amministrazione continuava a occupare i locali per diversi anni. Solo in seguito veniva stipulato un nuovo contratto di locazione.

La società proprietaria, di conseguenza, avviava un’azione legale per ottenere il pagamento di diverse somme: gli interessi maturati per il ritardato versamento delle indennità di occupazione e dei canoni, l’aggiornamento ISTAT su tali importi e un ulteriore risarcimento per i danni derivanti dall’illegittima occupazione e dai ritardi nella stipula del nuovo accordo.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello respingevano le richieste della società. Secondo i giudici, per ottenere interessi e rivalutazione sull’indennità di occupazione, era necessaria una preventiva e formale costituzione in mora dell’ente pubblico. Poiché tale atto non era stato compiuto, le pretese venivano considerate infondate. La stessa motivazione veniva applicata alla richiesta di risarcimento del maggior danno.

Il Danno da Ritardata Restituzione e la Decisione della Cassazione

La società immobiliare ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, che ha accolto i suoi motivi di ricorso, ribaltando completamente il verdetto precedente.

La Suprema Corte ha affermato un principio cruciale basato sull’articolo 1591 del Codice Civile. Questa norma stabilisce che il conduttore in mora nel restituire la cosa è tenuto a dare al locatore il corrispettivo convenuto fino alla riconsegna, salvo l’obbligo di risarcire il maggior danno. Secondo la Cassazione, il danno derivante dalla mancata restituzione include automaticamente l’aggiornamento secondo gli indici ISTAT, così come gli interessi, che decorrono dalle singole scadenze mensili. Questo diritto sorge per il solo fatto dell’inadempimento, senza che sia necessaria alcuna richiesta formale o costituzione in mora da parte del proprietario.

La Questione del Maggior Danno

Anche riguardo alla richiesta di risarcimento del cosiddetto “maggior danno” (ovvero un danno ulteriore rispetto al semplice canone), la Corte ha ritenuto errata la decisione dei giudici di merito. Trattandosi di una responsabilità di natura contrattuale, l’obbligo di risarcire il danno sorge come conseguenza diretta dell’inadempimento dell’inquilino, cioè della mancata restituzione dell’immobile.

La Cassazione ha precisato che non è necessaria una preventiva costituzione in mora. In ogni caso, ha aggiunto che la stessa domanda giudiziale avanzata dalla società avrebbe prodotto gli effetti della costituzione in mora, rendendo comunque illegittimo il rigetto della richiesta da parte della Corte d’Appello.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su una solida interpretazione degli articoli 1591 e 1218 del Codice Civile. L’obbligazione di risarcire il danno per la ritardata riconsegna è una conseguenza automatica dell’inadempimento del conduttore. Pertanto, il debito per l’indennità di occupazione matura mese per mese e su ogni rata decorrono interessi e rivalutazione, trattandosi di componenti essenziali del risarcimento stesso. Negare questi elementi, subordinandoli a un atto formale come la messa in mora, significherebbe ridurre ingiustamente la tutela del proprietario-creditore. Per il maggior danno, l’obbligazione risarcitoria deriva direttamente dall’inadempimento contrattuale, quindi non necessita di un atto ulteriore per essere attivata, ferma restando la necessità per il proprietario di provarne l’esistenza e l’ammontare.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza la tutela dei proprietari di immobili. Viene stabilito che il risarcimento per l’occupazione illegittima post-contrattuale deve essere completo e automatico, includendo interessi e rivalutazione ISTAT senza oneri procedurali aggiuntivi per il creditore. Inoltre, chiarisce che per agire in giudizio per il maggior danno non è richiesto un passaggio intermedio come la costituzione in mora, semplificando l’azione legale del proprietario danneggiato. La sentenza impugnata è stata cassata e la causa rinviata alla Corte d’Appello per una nuova decisione conforme a questi principi.

Quando un inquilino non rilascia l’immobile alla scadenza del contratto, il proprietario ha diritto agli interessi e alla rivalutazione ISTAT sull’indennità di occupazione?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che, in caso di ritardata restituzione, il proprietario ha diritto a ricevere l’indennità di occupazione comprensiva di interessi e rivalutazione ISTAT, i quali maturano automaticamente dalle singole scadenze mensili senza necessità di una formale richiesta o costituzione in mora.

Per chiedere il risarcimento del “maggior danno” da ritardata restituzione è necessaria la costituzione in mora?
No. Secondo la Corte, l’obbligazione di risarcire il maggior danno deriva direttamente dalla responsabilità contrattuale per l’inadempimento dell’inquilino (la mancata riconsegna). Pertanto, non è richiesta una preventiva costituzione in mora per poter agire in giudizio, fermo restando l’onere del proprietario di provare tale danno.

La domanda giudiziale può valere come costituzione in mora?
Sì. La Corte ha specificato che, anche qualora si ritenesse necessaria la costituzione in mora, la domanda giudiziale presentata dal proprietario produce di per sé gli effetti della messa in mora, rendendo quindi possibile la richiesta di risarcimento del danno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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