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Danno da prodotto difettoso: la qualifica spetta al giudice

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8532/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di danno da prodotto difettoso. Anche se l’acquirente non specifica la norma di legge esatta nella sua richiesta di risarcimento contro il produttore, è compito del giudice qualificare giuridicamente i fatti presentati. La Corte ha chiarito che l’azione per ottenere il rimborso dei costi di sostituzione del bene difettoso rientra nella responsabilità extracontrattuale generale (art. 2043 c.c.), distinguendola dalla specifica disciplina sul danno da prodotto difettoso, che copre solo i danni a persone o altre cose.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Danno da prodotto difettoso: basta esporre i fatti, al giudice la qualificazione giuridica

Recentemente, la Corte di Cassazione è intervenuta su un’importante questione relativa al danno da prodotto difettoso. Con la sentenza n. 8532 del 28 marzo 2024, ha chiarito i doveri dell’acquirente e i poteri del giudice quando si agisce direttamente contro il produttore per un bene viziato. La decisione sottolinea che l’attore deve semplicemente allegare i fatti, spettando poi al magistrato il compito di inquadrarli nella corretta fattispecie giuridica, anche se non espressamente indicata.

I Fatti: Il Parquet Difettoso e l’Azione Legale

Due fratelli avevano commissionato la posa di un pavimento in parquet nella loro abitazione. Poco tempo dopo l’installazione, il pavimento ha iniziato a sollevarsi, manifestando un evidente difetto. Un accertamento tecnico preventivo ha rivelato che il problema non derivava da una posa errata, ma da un vizio di produzione del materiale stesso. Di conseguenza, i due fratelli hanno deciso di citare in giudizio direttamente l’azienda produttrice del parquet, una società con cui non avevano un contratto diretto, per ottenere il risarcimento dei danni.

Le Decisioni di Primo e Secondo Grado

Il Tribunale di primo grado ha rigettato la domanda dei fratelli per due motivi principali. In primo luogo, ha ritenuto che gli attori non avessero specificato adeguatamente la causa petendi, ovvero il titolo giuridico della loro richiesta, se non in una memoria successiva in cui invocavano la normativa sul danno da prodotto difettoso (DPR 224/1988). In secondo luogo, il giudice ha osservato che tale normativa si applica solo ai danni causati dal prodotto difettoso ad altre cose o a persone, e non al danno rappresentato dal difetto del prodotto in sé. La successiva impugnazione presso la Corte d’Appello è stata dichiarata inammissibile, ritenendola priva di probabilità di accoglimento.

Il principio sul danno da prodotto difettoso: le motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha ribaltato la decisione, accogliendo il primo motivo di ricorso dei fratelli. Il punto centrale della sentenza risiede nel principio iura novit curia (il giudice conosce le leggi). Secondo la Cassazione, non è onere della parte specificare la norma di legge precisa a fondamento della propria pretesa. È sufficiente che l’attore esponga in modo chiaro e dettagliato i fatti storici che costituiscono la base della sua domanda.

Nel caso specifico, i fratelli avevano chiaramente esposto di aver subito un danno a causa di un pavimento con un vizio di produzione, agendo contro il produttore terzo. Questi fatti, ha sottolineato la Corte, delineano in modo evidente una richiesta di risarcimento per responsabilità extracontrattuale, ai sensi dell’art. 2043 c.c. Spettava quindi al giudice di primo grado qualificare correttamente la domanda come tale, anche in assenza di un’esplicita indicazione da parte degli attori.

La Corte ha inoltre rigettato il secondo motivo di ricorso, confermando che la disciplina speciale sul danno da prodotto difettoso (Direttiva 85/374/CEE e relativa legge nazionale) non copre il risarcimento per la sostituzione del prodotto stesso. Tale normativa è stata creata per tutelare il consumatore dai danni ulteriori che il prodotto viziato può causare alla sua persona o ai suoi beni. Tuttavia, questo non esclude che il consumatore possa agire contro il produttore per il danno intrinseco al prodotto (come i costi di sostituzione) sulla base della regola generale della responsabilità per fatto illecito (art. 2043 c.c.).

Conclusioni: Cosa Insegna Questa Sentenza

La sentenza n. 8532/2024 offre due importanti lezioni pratiche:

1. Onere dell’allegazione vs. qualificazione giuridica: Il cittadino che agisce in giudizio ha il compito di descrivere i fatti in modo preciso. Non è necessario essere un esperto di diritto per avviare un’azione legale; il giudice ha il dovere di individuare la norma corretta da applicare.
2. Doppio binario di tutela: L’acquirente di un prodotto difettoso ha a disposizione due percorsi per agire contro il produttore. Se il prodotto causa danni a persone o altre cose, si può usare la normativa speciale sul prodotto difettoso. Se il danno è limitato al prodotto stesso (e ai costi per la sua sostituzione), la strada da percorrere è quella dell’azione di responsabilità extracontrattuale generale prevista dal codice civile. La decisione della Cassazione, cassando la sentenza e rinviando al Tribunale per un nuovo esame, riapre la strada al risarcimento per i due fratelli.

Quando si agisce in giudizio contro un produttore, è obbligatorio indicare la norma di legge specifica a sostegno della propria richiesta?
No. Secondo la Corte di Cassazione, è sufficiente che la parte che agisce in giudizio (l’attore) esponga in modo chiaro e specifico i fatti su cui si basa la sua domanda. Spetta poi al giudice il compito di qualificare giuridicamente tali fatti e individuare la norma di legge applicabile.

Il produttore è responsabile per il costo di sostituzione di un prodotto difettoso anche se non lo ha venduto direttamente al cliente finale?
Sì. La sentenza chiarisce che l’acquirente di un prodotto può agire direttamente contro il produttore per i danni causati dalla cosa difettosa, anche se non c’è un contratto tra loro. Questa azione si fonda sulla responsabilità extracontrattuale, come quella prevista dall’art. 2043 del codice civile.

La normativa sul danno da prodotto difettoso (DPR 224/1988) copre anche il danno consistente nel difetto stesso del prodotto, come il costo per la sua sostituzione?
No. La Corte ha confermato che la disciplina specifica sul danno da prodotto difettoso si applica solo quando il vizio del prodotto provoca un danno a persone (morte o lesioni personali) o a un’altra cosa. Non copre il danno consistente nel difetto del prodotto in sé. Per questo tipo di danno, si deve fare ricorso all’azione generale di responsabilità extracontrattuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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