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Danno da perdita parentale: guida alle tabelle 2022

La Corte d’Appello di Firenze, riformando una sentenza di primo grado, ha riconosciuto un risarcimento maggiore per il danno da perdita parentale a un fratello e ha concesso per la prima volta un risarcimento al nipote della vittima. La Corte ha applicato le più recenti tabelle milanesi ‘a punti’ del 2022, invece di quelle precedenti ‘a forcella’, sottolineando che la liquidazione deve basarsi sui criteri più attuali quando la decisione impugnata viene riformata.

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Pubblicato il 29 maggio 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Danno da Perdita Parentale: La Rivoluzionaria Applicazione delle Tabelle Milanesi 2022

La quantificazione del danno da perdita parentale rappresenta una delle sfide più complesse per i tribunali, poiché si tratta di tradurre in termini economici una sofferenza incolmabile. Una recente sentenza della Corte di Appello di Firenze offre chiarimenti cruciali su questo tema, stabilendo principi importanti sull’applicazione delle tabelle di liquidazione e sul diritto al risarcimento per i parenti non conviventi. Analizziamo questo caso, che ha visto il fratello e il nipote di una vittima di un incidente stradale lottare per vedere riconosciuto il loro dolore.

I Fatti di Causa: Una Tragica Perdita e la Battaglia Legale

Una donna anziana perdeva la vita mentre viaggiava come passeggera a bordo di un’autovettura coinvolta in un sinistro stradale. I suoi parenti più stretti, il fratello e il nipote (figlio del fratello), decidevano di agire in giudizio contro il conducente del veicolo e la sua compagnia di assicurazione per ottenere il risarcimento del danno subito a causa della perdita del loro legame affettivo.

La Decisione di Primo Grado: Un Risarcimento Parziale

Il Tribunale di Lucca aveva riconosciuto il diritto al risarcimento solo al fratello della vittima. Tuttavia, la quantificazione del danno era stata fissata al valore minimo previsto dalle tabelle milanesi all’epoca vigenti (2018), sul presupposto che non fossero state fornite prove specifiche di un legame particolarmente intenso. Inoltre, la domanda del nipote era stata completamente respinta per carenza di prova di un rapporto affettivo solido e duraturo con la zia defunta. Infine, il giudice non si era pronunciato sulla refusione delle spese sostenute per i consulenti tecnici di parte (CTP).

L’Appello e la Prova del Legame Affettivo

Insoddisfatti, il fratello e il nipote hanno impugnato la sentenza. In appello, a differenza del primo grado, è stata ammessa la prova testimoniale. Un testimone ha confermato la profondità del legame che univa i parenti alla defunta: il fratello e la sorella erano gli unici superstiti della famiglia d’origine e si frequentavano assiduamente. Anche il nipote visitava regolarmente la zia, condividendo con lei momenti importanti, come la gioia per la nascita del proprio figlio, che la zia aveva potuto vedere solo in fotografia prima di mancare.

Il Danno da perdita parentale e l’uso delle tabelle più recenti

La Corte d’Appello, una volta accertata l’erroneità della decisione di primo grado, ha affrontato una questione giuridica fondamentale: quali tabelle utilizzare per la nuova liquidazione? Quelle del 2018, vigenti al momento della prima sentenza, o quelle più recenti del 2022, in vigore al momento della decisione d’appello? La Corte ha optato per la seconda soluzione, applicando il nuovo sistema ‘a punti’ introdotto dalle tabelle milanesi del 2022.

Il Calcolo del Danno: Dal Sistema ‘a Forcella’ a Quello ‘a Punti’

Il passaggio al nuovo sistema ha avuto un impatto significativo sulla quantificazione.

La Liquidazione per il Fratello

Tenendo conto di parametri come l’età della vittima e del superstite, la sopravvivenza di altri congiunti e, soprattutto, l’intensità del legame affettivo provata in giudizio, la Corte ha attribuito al fratello un punteggio di 47. Questo ha portato a un risarcimento totale di € 68.676,40, ben superiore al minimo tabellare riconosciuto in primo grado.

Il Riconoscimento del Danno per il Nipote ex Fratre

La vera svolta è stata il riconoscimento del diritto del nipote. La prova testimoniale è stata decisiva per dimostrare un legame affettivo meritevole di tutela. Applicando i parametri del sistema ‘a punti’ anche al suo caso, la Corte gli ha attribuito 43 punti, liquidando un risarcimento di € 62.831,60 (che, con rivalutazione e interessi, è stato determinato in € 73.890,66).

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che la decisione di applicare le tabelle più recenti si fonda su un principio consolidato della Cassazione. Il risarcimento del danno è un’obbligazione di valore, il che significa che il suo ammontare deve essere adeguato al valore della moneta al momento della liquidazione definitiva. Quando una sentenza di primo grado viene riformata perché errata, il giudice d’appello deve procedere a una liquidazione ex novo. In questo processo, deve utilizzare i criteri di valutazione più attuali disponibili, ovvero le tabelle vigenti al momento della sua decisione. Questo garantisce che il risarcimento sia equo e rifletta i parametri più aggiornati, evitando di cristallizzare il valore del danno a un momento passato.

Le Conclusioni

Questa sentenza offre tre importanti lezioni pratiche. In primo luogo, conferma che nella liquidazione del danno da perdita parentale, se la decisione impugnata viene modificata, si devono applicare le tabelle più recenti per garantire un risarcimento equo e attuale. In secondo luogo, ribadisce che anche i parenti non conviventi, come un nipote, hanno pieno diritto al risarcimento, a condizione di poter dimostrare, anche tramite testimoni, la serietà e l’intensità del legame affettivo che li univa alla vittima. Infine, chiarisce che le spese sostenute per i Consulenti Tecnici di Parte (CTP) rientrano a pieno titolo tra le spese processuali e devono essere rimborsate dalla parte soccombente.

Quando si liquida un danno da perdita parentale, si usano le tabelle vigenti al momento del fatto o al momento della decisione?
La sentenza stabilisce che se la decisione di primo grado viene riformata, il giudice d’appello deve effettuare una nuova liquidazione utilizzando le tabelle vigenti al momento della sua decisione, in quanto il risarcimento del danno è un’obbligazione di valore che necessita dei criteri più attuali.

Un nipote non convivente ha diritto al risarcimento per la morte della zia?
Sì, a condizione che riesca a provare l’esistenza di un legame affettivo intenso, serio e continuativo con la persona defunta. Nel caso specifico, la prova testimoniale è stata fondamentale per dimostrare tale legame e ottenere il risarcimento.

Le spese per il proprio consulente tecnico di parte (CTP) vengono rimborsate in caso di vittoria?
Sì. La Corte ha affermato che le spese sostenute per il CTP rientrano tra le spese di lite che la parte vittoriosa ha diritto a vedersi rimborsate dalla parte soccombente, a meno che il giudice non le ritenga eccessive o superflue.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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