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Danno da animale: no risarcimento se inciampi tu

Una donna ha citato in giudizio i proprietari di un cane dopo essere caduta e aver subito una grave lesione alla spalla, sostenendo che l’animale avesse causato l’incidente. Il Tribunale ha respinto la sua richiesta di risarcimento. Dalla testimonianza chiave è emerso che la donna ha fatto un passo indietro senza guardare, inciampando sul cane che era fermo dietro di lei. La corte ha qualificato questo comportamento come un caso fortuito, determinato dalla disattenzione della vittima stessa, che ha interrotto il nesso di causalità e ha esonerato il proprietario da ogni responsabilità per il danno da animale ai sensi dell’art. 2052 c.c.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Danno da Animale: Quando la Colpa è del Danneggiato e non del Cane

La responsabilità per danno da animale è un tema delicato che spesso porta a contenziosi legali. L’articolo 2052 del Codice Civile stabilisce una responsabilità quasi oggettiva per il proprietario, ma una recente sentenza del Tribunale di Venezia ci ricorda che questa regola non è assoluta. Se il comportamento della persona danneggiata è la vera causa dell’incidente, il proprietario dell’animale può essere esonerato da ogni obbligo di risarcimento.

I Fatti del Caso: Una Visita Finita Male

Una signora si reca in visita presso l’abitazione dei suoi vicini. Durante la visita, cade rovinosamente a terra, riportando una grave lesione alla spalla destra che richiederà un intervento chirurgico e un lungo periodo di riabilitazione. Convinta che la caduta sia stata causata dall’urto con il cane dei vicini, decide di citarli in giudizio per ottenere un risarcimento di quasi 40.000 euro, invocando la responsabilità per danno da animale.

I proprietari del cane si difendono, negando qualsiasi comportamento aggressivo dell’animale e sostenendo che la signora sia caduta per sua stessa disattenzione. Chiamano inoltre in causa la loro compagnia di assicurazioni per essere manlevati da eventuali condanne.

La Responsabilità per Danno da Animale e la Prova Liberatoria

L’art. 2052 c.c. pone a carico del proprietario di un animale (o di chi se ne serve) la responsabilità per i danni cagionati dall’animale stesso. Si tratta di una forma di responsabilità oggettiva, il che significa che il proprietario risponde a prescindere da una sua colpa specifica nella custodia. Per liberarsi da questa responsabilità, il proprietario non deve dimostrare di essere stato diligente, ma deve provare l’esistenza del “caso fortuito”.

Il caso fortuito è un evento imprevedibile, inevitabile e del tutto eccezionale che si inserisce nella catena degli eventi, interrompendo il nesso causale tra il comportamento dell’animale e il danno. Importante sottolineare che anche il comportamento del danneggiato può configurare un caso fortuito.

La Decisione del Tribunale e il Ruolo del “Caso Fortuito”

Il Tribunale di Venezia ha respinto integralmente la domanda di risarcimento. La decisione si è basata su un’attenta analisi della dinamica dell’incidente, ricostruita grazie a una testimonianza chiave: quella della figlia della danneggiata.

La figlia ha dichiarato che la madre, dopo essere entrata nel giardino, si è trovata di fronte il cane, di taglia medio-grande. A quel punto, ha fatto un passo indietro “alla cieca”, senza accertarsi di cosa ci fosse alle sue spalle, ed è inciampata sull’animale, che nel frattempo si era posizionato dietro di lei rimanendo fermo e inerme. Il cane, quindi, non ha spinto né aggredito la signora.

Le Motivazioni della Sentenza

Il giudice ha stabilito che l’animale non è stato la causa del sinistro, ma una mera occasione. La vera causa della caduta è stata l’incauta manovra della signora, che ha indietreggiato senza guardare, un comportamento del tutto imprevedibile e colposo. Questa condotta, secondo il Tribunale, integra pienamente gli estremi del caso fortuito, in quanto ha reso la presenza del cane, di per sé non pericolosa, un fattore scatenante del danno.

La sentenza chiarisce che il comportamento del danneggiato interrompe il nesso causale quando è di per sé idoneo a provocare l’evento, specie quando, come in questo caso, la persona avrebbe potuto facilmente evitare il danno usando l’ordinaria prudenza. Sapendo della presenza di un cane, indietreggiare senza voltarsi è stata una negligenza sufficiente a escludere la responsabilità del proprietario.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: la responsabilità oggettiva del proprietario per il danno da animale non è una condanna automatica. È sempre necessario valutare la condotta di tutti i soggetti coinvolti. Se il danneggiato, con un comportamento imprevedibile e negligente, si pone come causa esclusiva del proprio danno, il proprietario dell’animale non dovrà alcun risarcimento. La decisione sottolinea l’importanza di agire sempre con prudenza, specialmente in presenza di animali, la cui unica colpa, a volte, è semplicemente quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Il proprietario di un animale è sempre responsabile per i danni che questo causa?
No. La sua responsabilità è esclusa se si verifica un “caso fortuito”, ovvero un evento imprevedibile e inevitabile che ha causato il danno. Come dimostra questa sentenza, anche il comportamento gravemente imprudente della persona danneggiata può costituire un caso fortuito.

Cosa si intende per “caso fortuito” in un caso di danno da animale?
Si intende un fattore esterno che interrompe il legame di causa-effetto tra l’animale e il danno. Può essere un evento naturale, il fatto di un terzo, o la condotta stessa della vittima, a condizione che sia imprevedibile, inevitabile e rappresenti la vera causa dell’incidente.

Perché in questo caso la richiesta di risarcimento è stata respinta?
La richiesta è stata respinta perché il Tribunale ha ritenuto che la caduta non fosse stata causata da un comportamento attivo del cane, ma esclusivamente dalla condotta imprudente della danneggiata. La signora ha fatto un passo indietro senza guardare (“alla cieca”), inciampando nel cane che era fermo. Questo comportamento è stato considerato la vera ed unica causa dell’incidente, integrando il caso fortuito che libera il proprietario da responsabilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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