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Danni fauna selvatica: chi paga? La Cassazione chiarisce

Un’azienda agricola ha citato in giudizio un ambito territoriale di caccia per i danni ai raccolti causati da animali selvatici. La Corte di Cassazione, ribaltando le decisioni dei giudici di merito, ha stabilito che l’ente responsabile verso i terzi per i danni da fauna selvatica è la Provincia. Le leggi regionali che attribuiscono compiti agli ambiti di caccia regolano solo la ripartizione interna dei costi e non la responsabilità esterna.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Danni Fauna Selvatica: la Provincia è l’Unico Soggetto Responsabile

La questione dei danni fauna selvatica alle coltivazioni agricole è un problema sentito e ricorrente, che spesso sfocia in complesse battaglie legali. Gli agricoltori si trovano a dover individuare il soggetto a cui richiedere il giusto risarcimento. Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su questo punto, stabilendo un principio chiaro: la responsabilità esterna per tali danni ricade sull’amministrazione provinciale e non sugli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC).

I Fatti del Caso: La Controversia tra Azienda Agricola e Ambito di Caccia

Una società agricola aveva subito ingenti danni ai propri raccolti a causa dell’azione di cinghiali e caprioli. Di conseguenza, aveva citato in giudizio l’Ambito Territoriale di Caccia (ATC) competente, chiedendo il risarcimento. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano dato ragione all’azienda agricola, condannando l’ATC al pagamento di oltre 20.000 euro. Secondo i giudici di merito, le modifiche intervenute nella legislazione regionale avevano trasferito la responsabilità per questo tipo di danni proprio agli ATC per gli eventi lesivi verificatisi nei fondi di loro competenza.

La Questione Giuridica e i Danni da Fauna Selvatica

L’Ambito Territoriale di Caccia ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, sostenendo un’errata interpretazione delle norme. La questione giuridica centrale era stabilire chi avesse la “legittimazione passiva”, ovvero chi fosse il soggetto corretto da citare in giudizio per i danni fauna selvatica. Secondo la difesa dell’ATC, basandosi su precedenti sentenze della stessa Cassazione, l’unico soggetto responsabile verso i terzi danneggiati era la Provincia. Le leggi regionali successive, a loro dire, si limitavano a regolare la ripartizione interna degli oneri economici tra i vari enti, senza modificare la titolarità della responsabilità esterna.

Una Parentesi sulla Procedura Telematica

Prima di entrare nel merito, la Corte ha affrontato una questione procedurale interessante relativa al deposito telematico degli atti. La copia della sentenza d’appello depositata dall’ATC era priva della stampigliatura digitale (il cosiddetto “glifo”) che ne attesta la data di pubblicazione. La Cassazione ha colto l’occasione per consolidare un orientamento moderno e antiformalistico: nel processo telematico, il deposito di un duplicato informatico del provvedimento è sufficiente per adempiere all’onere di legge. La verifica della tempestività dell’impugnazione, in caso di contestazione, può essere effettuata d’ufficio dalla Corte, superando la rigidità del passato.

Le Motivazioni della Cassazione: Un Principio Consolidato

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’ATC, ribaltando la sentenza d’appello. I giudici hanno riaffermato il principio di diritto già espresso in precedenti pronunce: in base alla legge della Regione Emilia Romagna, l’amministrazione provinciale è l’unico soggetto legittimato passivamente nelle azioni per il risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica. La Corte ha spiegato che la modifica legislativa considerata dai giudici di merito era relativa solo alla ripartizione interna degli oneri finanziari per la gestione del fondo regionale destinato agli indennizzi. Tale modifica non ha inciso sulla struttura della responsabilità civile verso l’esterno. L’obbligo risarcitorio, che nasce dalla gestione e dal controllo della fauna selvatica (compito istituzionale pubblico), rimane in capo alla Provincia. Pertanto, la domanda dell’azienda agricola era stata erroneamente proposta nei confronti di un soggetto non legittimato.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Essa fornisce una guida chiara per gli agricoltori e gli operatori del settore che subiscono danni fauna selvatica. Per ottenere il risarcimento, l’azione legale deve essere intentata nei confronti dell’amministrazione provinciale territorialmente competente. Citare in giudizio l’Ambito Territoriale di Caccia, almeno nel quadro normativo analizzato dalla sentenza, si tradurrebbe in un rigetto della domanda per difetto di legittimazione passiva del convenuto. Questa sentenza consolida un orientamento giuridico che mira a fare chiarezza in un ambito complesso, garantendo maggiore certezza del diritto per tutti i soggetti coinvolti.

Chi è responsabile per i danni causati dalla fauna selvatica ai terreni agricoli secondo questa sentenza?
La sentenza chiarisce che, in base alla normativa della Regione Emilia Romagna applicabile al caso, l’unico soggetto legittimato passivamente, e quindi responsabile verso i terzi, è l’amministrazione provinciale.

Le modifiche alle leggi regionali hanno trasferito la responsabilità dalla Provincia agli Ambiti Territoriali di Caccia?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che le modifiche legislative successive alla legge originaria riguardano solo la ripartizione interna degli oneri economici e non modificano la responsabilità esterna, che rimane in capo alla Provincia.

Un agricoltore che subisce danni da fauna selvatica chi deve citare in giudizio?
Stando al principio di diritto affermato in questa decisione, l’agricoltore deve citare in giudizio l’amministrazione provinciale competente per territorio, e non l’Ambito Territoriale di Caccia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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