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Danni fauna selvatica: chi paga in un Parco?

Un’automobilista ha citato in giudizio la Regione per un sinistro causato da un cervo. La Corte di Cassazione ha stabilito che per i danni da fauna selvatica avvenuti all’interno di un Parco Nazionale, la responsabilità non è della Regione, ma dell’Ente Parco. Quest’ultimo, infatti, è l’organo a cui una legge speciale affida le funzioni di controllo e gestione degli animali in quel territorio.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Danni da fauna selvatica: a chi chiedere il risarcimento se l’incidente avviene in un Parco Nazionale?

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per molti automobilisti: la responsabilità per i danni da fauna selvatica. La questione si complica ulteriormente quando il sinistro avviene all’interno del perimetro di un Parco Nazionale. Contro chi bisogna agire per ottenere il giusto risarcimento? La risposta, come vedremo, risiede nell’individuazione dell’ente effettivamente preposto al controllo e alla gestione degli animali in quel specifico territorio.

I fatti di causa

Una conducente subiva danni alla propria autovettura a seguito di una collisione con un cervo su una strada regionale. Poiché il sinistro era avvenuto nel territorio di un Parco Nazionale, la vicenda giudiziaria si è sviluppata attraverso diversi gradi di giudizio per stabilire l’ente responsabile.

Inizialmente, il Giudice di Pace aveva condannato la Regione a risarcire il danno, ritenendo che quest’ultima non avesse provato di aver delegato ad altri le sue funzioni di gestione della fauna.

Successivamente, il Tribunale, in sede di appello, aveva ribaltato la decisione. Secondo i giudici di secondo grado, la responsabilità non era della Regione, bensì dell’Ente Parco, poiché l’incidente si era verificato nel suo ambito territoriale di competenza.

I motivi del ricorso in Cassazione

L’automobilista ha quindi proposto ricorso in Cassazione, contestando la sentenza del Tribunale su tre punti principali:
1. Vizio procedurale: Il Tribunale avrebbe individuato d’ufficio la responsabilità dell’Ente Parco senza prima stimolare il confronto tra le parti su questa questione, violando il principio del contraddittorio.
2. Errata applicazione della legge: L’esclusione della responsabilità regionale sarebbe stata erronea, in quanto l’Ente Parco non risultava titolare di specifici poteri di gestione e controllo sulla fauna, né vi era prova di una delega in tal senso da parte della Regione.
3. Contrasto con la giurisprudenza: La decisione si sarebbe basata unicamente sul luogo del sinistro, ignorando l’orientamento consolidato che individua nella Regione l’ente titolare della funzione di controllo e quindi responsabile.

Le motivazioni della Corte di Cassazione sui danni da fauna selvatica

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. La decisione si basa su un principio giuridico consolidato, già espresso in un caso del tutto analogo (Cass. n. 2502/2022).

Il punto centrale della motivazione risiede nel rapporto tra la legge quadro sulla caccia (L. 157/1992), che attribuisce competenze generali alle Regioni, e la legge quadro sulle aree protette (L. 394/1991), che disciplina i Parchi Nazionali.

Secondo la Suprema Corte, la legge sui parchi costituisce una lex specialis, ovvero una normativa specifica che deroga a quella generale. Per i danni da fauna selvatica che si verificano all’interno di un Parco Nazionale, la legittimazione passiva (cioè la titolarità a essere citati in giudizio) spetta all’Ente Parco e non alla Regione. Questo perché:

* L’Ente Parco è un ente di diritto pubblico, sottoposto al controllo del Ministero dell’Ambiente e non della Regione.
* La legge speciale riserva all’Ente Parco la funzione di controllo sulla fauna selvatica presente nel suo territorio.

Di conseguenza, è l’Ente Parco l’organismo che deve adottare le misure necessarie a prevenire danni a terzi e che, quindi, risponde per eventuali omissioni ai sensi dell’art. 2043 c.c. (risarcimento per fatto illecito).

Le conclusioni

La Corte ha quindi confermato il principio secondo cui, in tema di danni da fauna selvatica, la responsabilità va attribuita all’ente a cui la legge affida concretamente i poteri di amministrazione, gestione e controllo del territorio e degli animali che lo popolano. Se l’incidente avviene all’interno di un’area protetta come un Parco Nazionale, l’azione di risarcimento deve essere intentata nei confronti dell’Ente Parco e non della Regione, la cui competenza generale è superata dalla normativa speciale che regola quell’area.

In caso di incidente con un animale selvatico all’interno di un Parco Nazionale, chi bisogna citare in giudizio per il risarcimento?
Secondo la Corte di Cassazione, l’azione di risarcimento deve essere proposta nei confronti dell’Ente Parco, in quanto è l’organismo a cui la legge speciale affida le funzioni di controllo sulla fauna selvatica in quel territorio.

Perché la Regione non è responsabile per i danni da fauna selvatica avvenuti nel perimetro di un Parco Nazionale?
La Regione non è responsabile perché la legge quadro sulle aree protette (L. n. 394/1991) è considerata una ‘lex specialis’ che prevale sulla normativa generale (L. n. 157/1992). Questa legge speciale attribuisce la funzione di controllo e gestione della fauna all’Ente Parco, escludendo la competenza generale della Regione in quell’area specifica.

Su quale base giuridica si fonda la responsabilità dell’Ente Parco?
La responsabilità dell’Ente Parco si fonda sull’articolo 2043 del codice civile (risarcimento per fatto illecito). L’Ente è ritenuto responsabile se non ha adottato le misure idonee a prevenire che la fauna selvatica sotto il suo controllo causasse danni a terzi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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