LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Danni da randagismo: la responsabilità è dell’ASL

A seguito di un incidente stradale causato da un branco di cani, la Corte di Cassazione ha stabilito che la responsabilità per i danni da randagismo ricade sull’Azienda Sanitaria Locale (ASL) e non sul Comune. La sentenza chiarisce che, in base alla normativa regionale pugliese, la competenza per la cattura e il recupero degli animali spetta all’ASL, mentre il Comune ha solo il compito di gestire i canili per l’accoglienza degli animali già recuperati. Di conseguenza, il Comune è stato ritenuto privo di legittimazione passiva e la sentenza d’appello che lo condannava è stata annullata con rinvio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Danni da Randagismo: Chi Paga? La Cassazione Chiarisce il Ruolo di Comune e ASL

Il fenomeno del randagismo è una problematica diffusa che, oltre a questioni di natura etica e sanitaria, pone complessi interrogativi giuridici, specialmente quando si verificano incidenti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento cruciale sulla ripartizione delle responsabilità per i danni da randagismo, specificando il ruolo dell’Azienda Sanitaria Locale (ASL) e quello del Comune. Analizziamo questa decisione per comprendere a chi rivolgersi per ottenere un risarcimento.

I Fatti del Caso: Un Incidente Stradale Causato da Cani Randagi

Un automobilista, mentre percorreva una via nel territorio del Comune di Ostuni, si è trovato improvvisamente la strada sbarrata da un branco di cani randagi. Per evitare di investirli, ha sterzato bruscamente, finendo per urtare un palo della rete elettrica e subendo danni significativi alla propria vettura, quantificati in quasi 5.000 euro.
L’uomo ha quindi citato in giudizio sia il Comune che l’Azienda Sanitaria Locale di Brindisi per ottenere il risarcimento. Mentre il giudice di primo grado aveva respinto la domanda, la corte d’appello aveva condannato entrambi gli enti, in solido, a risarcire il danno. Il Comune, ritenendo di non avere alcuna responsabilità, ha presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione e la questione dei danni da randagismo

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comune, ribaltando la decisione d’appello. Il punto centrale della controversia era la cosiddetta ‘legittimazione passiva’, ovvero l’individuazione del soggetto giuridico corretto a cui attribuire la responsabilità dell’evento dannoso. La Suprema Corte ha stabilito che, sulla base della specifica legislazione della Regione Puglia, il Comune non è il soggetto responsabile per la mancata cattura dei cani randagi e, pertanto, non può essere chiamato a risponderne in giudizio.

Le Motivazioni: Analisi della Responsabilità per danni da randagismo

La decisione della Corte si fonda su un’attenta analisi della normativa che disciplina la gestione del randagismo, distinguendo nettamente le competenze attribuite ai diversi enti pubblici.

Il Quadro Normativo: Legge Quadro e Legge Regionale

La responsabilità civile per i danni causati da animali randagi è attribuita all’ente a cui le leggi (nazionali e regionali) affidano il compito specifico di prevenire e controllare il fenomeno. La legge quadro nazionale (n. 281/1991) stabilisce i principi generali, ma sono le singole leggi regionali a definire in concreto le competenze.

La Ripartizione delle Competenze tra Comune e ASL

Nel caso della Regione Puglia (L.R. n. 12/1995), la Corte ha evidenziato che:
All’ASL spetta il compito di recupero e cattura dei cani randagi: l’articolo 6 della legge regionale affida esplicitamente ai servizi veterinari delle ASL questa funzione operativa.
Al Comune spetta la gestione dei canili: il ruolo del Comune è limitato alla predisposizione e gestione delle strutture (canili sanitari) destinate alla mera ‘accoglienza’ e ‘ricovero’ dei cani una volta che sono stati catturati dall’ASL.

La Corte ha concluso che, poiché la causa del danno era la presenza di cani vaganti non catturati, la responsabilità non poteva che ricadere sull’ente preposto a tale attività, ovvero l’ASL. Il Comune, non avendo compiti di accalappiamento, non può essere ritenuto responsabile per l’omissione di tale attività.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza offre un principio guida fondamentale per chi subisce danni da randagismo. È essenziale verificare la specifica legge regionale per identificare l’ente competente per la cattura degli animali. Nella Regione Puglia, e in altre regioni con una normativa simile, l’azione di risarcimento deve essere intentata nei confronti dell’Azienda Sanitaria Locale, e non del Comune. Citare in giudizio l’ente sbagliato può portare al rigetto della domanda per difetto di legittimazione passiva, con conseguente spreco di tempo e risorse. La decisione sottolinea l’importanza di una corretta individuazione delle competenze amministrative per una tutela efficace dei propri diritti.

In caso di danni causati da cani randagi nella Regione Puglia, chi è il soggetto responsabile a cui chiedere il risarcimento?
Secondo la Corte di Cassazione, la responsabilità ricade sull’Azienda Sanitaria Locale (ASL), in quanto ente a cui la legge regionale affida specificamente il compito di recupero e cattura dei cani randagi.

Qual è il ruolo del Comune nella gestione del fenomeno del randagismo secondo la legge pugliese analizzata dalla Corte?
Il ruolo del Comune è limitato alla gestione dei canili per l’accoglienza e il ricovero dei cani dopo che sono stati catturati. Non ha compiti diretti di accalappiamento sul territorio.

Perché la Corte di Cassazione ha escluso la responsabilità del Comune nel caso specifico?
La Corte ha escluso la responsabilità del Comune perché il danno è derivato dalla mancata cattura dei cani, un’attività che non rientra nelle sue competenze istituzionali secondo la legge regionale. Di conseguenza, il Comune è stato ritenuto privo di ‘legittimazione passiva’, cioè non è il soggetto corretto da citare in giudizio per questo tipo di danno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati