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Danni da infiltrazioni: il Tribunale ordina i lavori

Un provvedimento del Tribunale di Napoli ha accolto il ricorso di alcuni proprietari per gravi danni da infiltrazioni provenienti da un immobile sovrastante e dal lastrico solare. La corte ha ordinato alla condomina, proprietaria dell’unità superiore, e al condominio, quale custode del lastrico solare, di eseguire i lavori necessari, stabilendo una ripartizione delle responsabilità (75% condomina, 25% condominio) e fissando una penale giornaliera in caso di ritardo nell’avvio degli interventi. Le motivazioni si basano sulle risultanze della Consulenza Tecnica d’Ufficio che ha accertato la persistenza dei danni e l’origine dagli interventi non completati sull’immobile sovrastante e dallo stato di manutenzione del lastrico.

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Danni da infiltrazioni: il Tribunale ordina i lavori necessari

I danni da infiltrazioni rappresentano una delle problematiche più comuni e complesse nel diritto immobiliare, spesso fonte di contenziosi tra condomini. Il Tribunale di Napoli, con una recente ordinanza, ha fatto chiarezza su responsabilità e obblighi in un caso emblematico, offrendo spunti interessanti per chi si trova ad affrontare situazioni analoghe.

Il Contesto della controversia

Il caso riguarda alcuni proprietari di un’unità immobiliare a Napoli che hanno lamentato gravi danni da infiltrazioni provenienti dall’appartamento sovrastante e da una porzione di lastrico solare. I ricorrenti, stabilmente residenti nella loro abitazione, hanno denunciato che i fenomeni infiltrativi, iniziati nel 2022, erano conseguenza di lavori di ristrutturazione intrapresi dalla condomina dell’unità superiore, che avevano comportato la demolizione di un sottotetto e la creazione di nuove superfici esposte alle intemperie, oltre a un cattivo stato di manutenzione delle aree di copertura. Nonostante le lamentele, le infiltrazioni persistevano, compromettendo diverse aree dell’appartamento e ponendo un pericolo per l’immobile e le persone.

L’Analisi del CTU sui danni da infiltrazioni

Per fare luce sulle cause e l’estensione dei danni da infiltrazioni, il Tribunale ha disposto una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU). Il perito, attraverso sopralluoghi dettagliati, ha riscontrato nell’immobile dei ricorrenti diffuse alonature, macchie di umidità, rigonfiamenti e distacchi della pittura. Ha accertato che le principali cause erano l’assenza del tetto di copertura sull’area adibita a sottotetto della condomina, il pessimo stato di impermeabilizzazione del terrazzo scoperto (T2) e di parte del sottotetto, un sistema inadeguato di raccolta delle acque meteoriche che cadevano liberamente sulla facciata, e un generale cattivo stato di manutenzione di un altro terrazzo (T1) di uso esclusivo.

Le infiltrazioni sono state ricondotte principalmente ai lavori di ristrutturazione della condomina, che avevano modificato radicalmente il sistema di convogliamento delle acque piovane, esponendo superfici precedentemente protette. È stato evidenziato che l’accesso a tutte le aree di copertura da cui provenivano i danni da infiltrazioni era di uso esclusivo della condomina.

La Ripartizione delle Responsabilità

Il Tribunale, richiamando l’articolo 1172 del Codice Civile relativo alla denuncia di danno temuto, ha ribadito che l’obbligo di rimuovere la situazione di pericolo ricade su chi ha la proprietà, il possesso o la disponibilità della cosa da cui promana la minaccia. Sulla base delle risultanze della CTU, la responsabilità per i danni da infiltrazioni è stata così ripartita:

* 75% a carico della condomina: Per le infiltrazioni derivanti dalle modifiche al sottotetto e al terrazzo T2, aree di sua proprietà e conseguenza dei suoi lavori di ristrutturazione.
* 25% a carico del condominio: Per le infiltrazioni originate dal terrazzo T1 che, pur essendo di uso esclusivo della condomina, fungeva da lastrico solare condominiale e presentava problematiche di manutenzione.

Le Implicazioni pratiche della decisione sui danni da infiltrazioni

La decisione del Tribunale ha importanti implicazioni. In primo luogo, ha negato la ‘cessazione della materia del contendere’, poiché i danni da infiltrazioni erano ancora in atto, confermando l’interesse dei ricorrenti a una soluzione. Ha quindi ordinato alla condomina e al condominio di eseguire i lavori necessari, specificamente indicati dal CTU, ciascuno per la propria quota di responsabilità.

Inoltre, il Tribunale ha accolto la richiesta dei ricorrenti di fissare una penale giornaliera, ai sensi dell’articolo 614 bis del Codice di Procedura Civile, in caso di ritardo nell’avvio dei lavori. È stato stabilito un termine di 45 giorni dalla comunicazione del provvedimento per l’inizio degli interventi, con una penale di 30,00 euro al giorno a carico di ciascun resistente per ogni giorno di ritardo.

Infine, le spese legali del giudizio sono state poste a carico dei resistenti soccombenti, ripartite internamente nella stessa misura delle responsabilità (75% condomina, 25% condominio), e le spese della CTU sono state suddivise con una quota del 70% a carico della condomina e del 30% a carico del condominio. Questa ordinanza sottolinea l’importanza di una corretta manutenzione e gestione delle proprietà, soprattutto quando queste influenzano la stabilità e l’integrità di altre unità immobiliari, e ribadisce la possibilità di ottenere risarcimenti e l’imposizione di penali per garantire l’esecuzione degli obblighi di ripristino.

Chi è responsabile per i danni da infiltrazioni in questo caso?
La responsabilità è stata ripartita tra la condomina (proprietaria dell’appartamento superiore e autrice dei lavori che hanno causato le infiltrazioni) per il 75% e il condominio (in quanto custode della porzione di lastrico solare che funge da copertura e presentava problemi di manutenzione) per il 25%.

Quali interventi devono essere eseguiti per risolvere il problema delle infiltrazioni?
Il Tribunale ha ordinato l’esecuzione di tutti i lavori indicati dal Consulente Tecnico d’Ufficio, che includono interventi sul sottotetto (eliminazione vegetazione, revisione guaina, realizzazione nuovo massetto, sostituzione discendente pluviale, chiusura fori di areazione, realizzazione copertura provvisoria) e sul terrazzo T2 (rimozione strato guaina, demolizione massetto, realizzazione nuovo strato guaina e pavimentazione, chiusura fori areazione), oltre a quelli sul terrazzo T1 (rimozione pavimentazione, demolizione massetto, rimozione guaina, trasporto materiale, realizzazione nuovo strato guaina e pavimentazione).

Cosa succede se i lavori non vengono iniziati entro il termine stabilito?
Se i lavori non vengono iniziati entro 45 giorni dalla comunicazione del provvedimento, sia la condomina che il condominio dovranno pagare una penale di 30,00 euro per ogni giorno di ritardo nell’attuazione dell’ordine.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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