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Danni da fauna selvatica: la responsabilità oggettiva

Un’automobilista subisce danni al proprio veicolo a seguito di una collisione con un animale selvatico. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4671/2024, ha stabilito che in caso di danni da fauna selvatica, la responsabilità ricade sull’ente pubblico (come la Regione) secondo il criterio della responsabilità oggettiva previsto dall’art. 2052 c.c. Questo significa che il danneggiato non deve più provare la colpa dell’ente, ma solo il nesso causale tra l’incidente e il comportamento dell’animale. La Corte ha cassato la sentenza d’appello che aveva erroneamente applicato le regole della responsabilità generale per fatto illecito (art. 2043 c.c.).

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Danni da Fauna Selvatica: la Cassazione Conferma la Responsabilità Oggettiva dell’Ente Pubblico

L’attraversamento improvviso di animali selvatici rappresenta un pericolo costante sulle nostre strade. Ma chi paga per i danni da fauna selvatica? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 4671 del 21 febbraio 2024, fornisce una risposta chiara, consolidando un orientamento fondamentale a tutela dei cittadini danneggiati. La Suprema Corte ha ribadito che la responsabilità dell’ente pubblico preposto alla gestione della fauna è oggettiva e va inquadrata nell’ambito dell’art. 2052 del codice civile, semplificando notevolmente l’onere probatorio per chi subisce il danno.

I Fatti del Caso

Una cittadina conveniva in giudizio la Regione di competenza per ottenere il risarcimento dei danni subiti dalla sua automobile a seguito di un impatto con un ungulato su una strada provinciale. Il Giudice di Pace accoglieva la domanda, liquidando il danno.

Tuttavia, la Regione impugnava la decisione e il Tribunale, in funzione di giudice d’appello, ribaltava completamente la sentenza di primo grado. Secondo il Tribunale, l’automobilista non aveva fornito prova di un comportamento colposo da parte della Regione, né aveva dimostrato di aver fatto tutto il possibile per evitare l’impatto. La domanda risarcitoria veniva quindi respinta.

La Decisione della Cassazione e la Responsabilità per i Danni da Fauna Selvatica

L’automobilista non si arrendeva e ricorreva in Cassazione, lamentando l’errata applicazione delle norme sulla responsabilità civile. La questione centrale era stabilire se ai danni da fauna selvatica si applichi la regola generale della responsabilità per fatto illecito (art. 2043 c.c.), che richiede la prova della colpa del danneggiante, oppure la regola speciale per i danni cagionati da animali (art. 2052 c.c.), che prevede una forma di responsabilità oggettiva.

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, cassando la sentenza del Tribunale e affermando principi di diritto ormai consolidati.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha chiarito che la responsabilità per i danni causati da animali selvatici, che appartengono al patrimonio indisponibile dello Stato e sono affidati alla gestione delle Regioni, deve essere ricondotta all’articolo 2052 c.c. Questo articolo disciplina la “Responsabilità per danno cagionato da animali” e stabilisce una presunzione di responsabilità a carico del proprietario o di chi se ne serve.

Le motivazioni principali sono le seguenti:

1. Inversione dell’Onere della Prova: A differenza dell’art. 2043 c.c., l’art. 2052 c.c. non richiede al danneggiato di provare la colpa dell’ente pubblico. Il cittadino deve dimostrare unicamente il nesso di causalità: cioè che il danno è stato causato direttamente dal comportamento dell’animale. Sarà poi l’ente a doversi difendere, provando l’esistenza del “caso fortuito”.

2. La Prova Liberatoria del Caso Fortuito: Per liberarsi dalla responsabilità, l’ente pubblico deve dimostrare che il sinistro è avvenuto per un evento imprevedibile, inevitabile e del tutto eccezionale, che si pone al di fuori della sua sfera di controllo. Una prova estremamente difficile da fornire.

3. Applicazione del Principio ‘Iura Novit Curia’: La Corte ha specificato che il giudice può (e deve) applicare la norma corretta (l’art. 2052 c.c.) anche se il danneggiato aveva inizialmente basato la sua richiesta sull’art. 2043 c.c. Questo non costituisce un vizio di “ultrapetizione”, ma una corretta applicazione del principio secondo cui il giudice conosce e applica la legge, indipendentemente dalle indicazioni delle parti, purché i fatti alla base della domanda rimangano gli stessi.

4. Inconferenza della Prova sulla Condotta del Guidatore: La Cassazione ha inoltre censurato la sentenza d’appello per aver posto l’accento sulla mancata prova da parte del conducente di aver tenuto una condotta di guida irreprensibile. La presunzione di responsabilità a carico dell’ente pubblico (ex art. 2052 c.c.) concorre con quella a carico del conducente del veicolo (ex art. 2054 c.c.), ma non viene da essa superata.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio di fondamentale importanza per la tutela degli automobilisti. Chi subisce danni da fauna selvatica ha un percorso più agevole per ottenere il giusto risarcimento. Non è più necessario imbarcarsi nella difficile prova di una negligenza specifica dell’ente pubblico (mancata segnaletica, recinzioni inadeguate, ecc.). È sufficiente dimostrare che l’incidente è avvenuto a causa di un animale selvatico. L’onere di provare un evento eccezionale e imprevedibile, il cosiddetto caso fortuito, si sposta interamente sull’ente gestore, rafforzando significativamente la posizione del cittadino danneggiato.

Chi è responsabile per i danni causati da un animale selvatico che attraversa la strada?
Secondo la Corte di Cassazione, la responsabilità ricade sull’ente pubblico (generalmente la Regione) a cui è affidata la gestione della fauna selvatica, in base all’articolo 2052 del codice civile.

Cosa deve dimostrare il cittadino danneggiato per ottenere il risarcimento?
Il cittadino deve provare solo due elementi: di aver subito un danno e che tale danno è stato causato dal comportamento di un animale selvatico (il cosiddetto nesso di causalità). Non è tenuto a dimostrare la colpa o la negligenza dell’ente pubblico.

Come può l’ente pubblico (es. la Regione) evitare di pagare i danni?
L’ente pubblico può liberarsi dalla responsabilità solo dimostrando il “caso fortuito”, ossia un evento imprevedibile, inevitabile ed eccezionale che ha causato l’incidente, e che si trova al di fuori della sua sfera di controllo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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