LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Danni da fauna selvatica: la responsabilità è oggettiva

Un automobilista subisce danni al veicolo a causa dell’improvviso attraversamento di un capriolo. La Corte di Cassazione, riformando la decisione del Tribunale, stabilisce che la responsabilità per i danni da fauna selvatica ricade sull’ente pubblico (la Regione) secondo il criterio della responsabilità oggettiva previsto dall’art. 2052 c.c., e non secondo la regola generale dell’art. 2043 c.c. Ciò inverte l’onere della prova: spetta all’ente dimostrare il caso fortuito per escludere la propria responsabilità, mentre il danneggiato deve solo provare il nesso causale tra il comportamento dell’animale e il danno subito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 23 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Danni da Fauna Selvatica: la Regione Risponde ex Art. 2052 c.c.

L’attraversamento improvviso di animali selvatici rappresenta un serio pericolo per la circolazione stradale e una frequente causa di incidenti. Ma chi paga i danni? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa chiarezza, stabilendo un principio fondamentale sulla responsabilità per i danni da fauna selvatica. La Corte ha affermato che la responsabilità dell’ente pubblico (in questo caso, la Regione) deve essere inquadrata nell’ambito della responsabilità oggettiva prevista dall’art. 2052 del Codice Civile, e non in quella generica per colpa dell’art. 2043 c.c. Questa distinzione ha conseguenze pratiche enormi, soprattutto per quanto riguarda l’onere della prova a carico del cittadino danneggiato.

I Fatti del Caso: Un Incidente e la Lunga Via Legale

Un automobilista, mentre percorreva una strada provinciale, si è trovato la strada sbarrata da un capriolo che ha attraversato improvvisamente la carreggiata. L’impatto è stato inevitabile, causando notevoli danni alla parte anteriore del veicolo.
L’automobilista ha quindi citato in giudizio la Regione per ottenere il risarcimento.

Il percorso giudiziario è stato complesso:
1. Primo Grado: Il Giudice di Pace ha dato ragione all’automobilista, condannando la Regione al pagamento dei danni.
2. Appello: Il Tribunale, in funzione di giudice d’appello, ha ribaltato la decisione. Ha accolto il ricorso della Regione, ritenendo che la responsabilità dovesse essere valutata secondo l’art. 2043 c.c. (responsabilità per colpa) e che l’automobilista non avesse fornito prova sufficiente della colpa dell’ente.
3. Ricorso in Cassazione: L’automobilista ha impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo l’errata applicazione della legge.

La Questione Giuridica: Responsabilità per Colpa o Oggettiva?

Il fulcro della controversia era stabilire quale norma applicare. La scelta non è puramente teorica, perché cambia radicalmente chi deve provare cosa in giudizio.

* Art. 2043 c.c. (Responsabilità per colpa): Il danneggiato deve dimostrare non solo il danno e il nesso causale, ma anche la colpa (negligenza, imprudenza) dell’ente. Ad esempio, avrebbe dovuto provare che la Regione non aveva installato adeguata segnaletica o barriere pur essendo a conoscenza del pericolo.
* Art. 2052 c.c. (Responsabilità per danno da animali): Si tratta di una responsabilità oggettiva. Il danneggiato deve solo provare che il danno è stato causato dall’animale. Spetta poi all’ente (proprietario o gestore della fauna) dimostrare l’esistenza del ‘caso fortuito’, ovvero un evento imprevedibile e inevitabile che ha reso impossibile impedire il danno.

Il Principio Corretto per i Danni da Fauna Selvatica

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’automobilista, riaffermando il suo orientamento consolidato. La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato e la sua gestione è affidata alle Regioni. Pertanto, la responsabilità per i danni da essa causati rientra nello schema dell’art. 2052 c.c.

Il giudice d’appello aveva sbagliato a inquadrare il caso nell’art. 2043 c.c., imponendo un onere probatorio troppo gravoso sul danneggiato. Secondo la Cassazione, il giudice ha il dovere, in base al principio iura novit curia (il giudice conosce la legge), di applicare la norma corretta ai fatti presentati, anche se le parti ne hanno indicata una diversa.

Le Motivazioni della Corte

La Corte Suprema ha chiarito che la responsabilità ex art. 2052 c.c. si fonda non su un dovere di custodia, ma sulla proprietà o sull’utilizzazione dell’animale. Poiché la fauna selvatica protetta è patrimonio statale gestito dalle Regioni per la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, queste ultime sono i soggetti passivamente legittimati a rispondere dei danni.

Di conseguenza, il regime probatorio si inverte: non è il cittadino a dover dimostrare la colpa della Regione, ma è la Regione a dover fornire la prova liberatoria del caso fortuito per andare esente da responsabilità. Il Tribunale, applicando l’art. 2043 c.c., ha omesso di verificare se la Regione avesse fornito tale prova, limitandosi a valutare (sfavorevolmente) la condotta del danneggiato. Questo approccio è stato ritenuto errato e ha portato alla cassazione della sentenza.

Conclusioni: Cosa Cambia per il Cittadino Danneggiato

Questa ordinanza consolida un principio di grande importanza per chi subisce danni da fauna selvatica. Il cittadino che agisce per il risarcimento ha un percorso probatorio più agevole:
1. Deve dimostrare: la dinamica del sinistro, il nesso causale tra la condotta dell’animale selvatico e il danno, e l’appartenenza dell’animale alla fauna protetta.
2. Se è anche conducente: deve provare di aver adottato ogni cautela nella guida, per escludere un suo concorso di colpa.
3. Non deve dimostrare: la colpa dell’ente pubblico nella gestione del territorio (mancanza di recinzioni, segnali, ecc.).

Spetterà all’ente pubblico, per non pagare, dimostrare che l’incidente è stato causato da un evento eccezionale, imprevedibile e inevitabile (il caso fortuito), prova ben più difficile da fornire. La sentenza è stata quindi annullata con rinvio al Tribunale, che dovrà riesaminare il caso applicando i corretti principi di diritto.

Chi è responsabile per i danni da fauna selvatica causati da un incidente stradale?
Secondo la Corte di Cassazione, la responsabilità spetta in via esclusiva alla Regione, in quanto ente titolare delle competenze di tutela e gestione della fauna selvatica, che rientra nel patrimonio indisponibile dello Stato.

Quale tipo di responsabilità si applica in caso di danni da fauna selvatica?
Si applica la responsabilità oggettiva prevista dall’art. 2052 c.c. (danno cagionato da animali) e non la responsabilità generale per fatto illecito di cui all’art. 2043 c.c. Questo significa che la responsabilità dell’ente sorge a prescindere da una sua colpa specifica.

Cosa deve provare il cittadino danneggiato per ottenere il risarcimento?
Il danneggiato deve provare la dinamica del sinistro, il nesso di causalità tra la condotta dell’animale e il danno subito, e che l’animale appartiene a una specie selvatica tutelata. L’onere di provare il ‘caso fortuito’, unico elemento che può escludere la responsabilità, grava invece sull’ente pubblico convenuto in giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati