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Danni da fauna selvatica: la Regione paga sempre?

Un automobilista subisce danni da fauna selvatica a causa di un impatto con un capriolo. La Cassazione chiarisce che la responsabilità dell’Ente Regionale va inquadrata nell’art. 2052 c.c. (responsabilità oggettiva) e non nell’art. 2043 c.c., cassando la sentenza d’appello che aveva erroneamente escluso il risarcimento.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Danni da Fauna Selvatica: La Cassazione Stabilisce la Responsabilità Oggettiva della Regione

L’attraversamento improvviso di animali selvatici è una delle cause più frequenti di incidenti stradali in molte aree del nostro Paese. Ma chi paga per i danni da fauna selvatica? Un’importante ordinanza della Corte di Cassazione fa chiarezza, spostando l’onere della prova e individuando con precisione il soggetto responsabile. La sentenza in esame ribadisce un principio cruciale: la responsabilità per tali eventi non si fonda sulla colpa, ma su un criterio oggettivo che chiama in causa direttamente l’ente regionale.

I Fatti di Causa

Un automobilista citava in giudizio l’Ente Regionale per ottenere il risarcimento dei danni subiti dalla sua autovettura a seguito di un violento impatto con un capriolo su una strada provinciale. In primo grado, il Giudice di Pace accoglieva la domanda, ritenendo l’Ente responsabile secondo la regola generale della responsabilità per fatto illecito (art. 2043 c.c.).

Successivamente, il Tribunale, in funzione di giudice d’appello, ribaltava completamente la decisione. Accogliendo il ricorso dell’Ente Regionale, rigettava la domanda dell’automobilista. La questione giungeva così all’esame della Corte di Cassazione, chiamata a dirimere il contrasto sulla norma applicabile.

La Questione Giuridica: Responsabilità per colpa o oggettiva?

Il cuore della controversia risiedeva nell’individuazione del corretto fondamento giuridico della responsabilità.

* Art. 2043 c.c. (Responsabilità per fatto illecito): È la clausola generale di responsabilità civile. Richiede che il danneggiato provi non solo il danno e il nesso di causalità, ma anche la colpa o il dolo del danneggiante. Applicare questa norma significa imporre all’automobilista l’onere, spesso proibitivo, di dimostrare una negligenza specifica dell’Ente (es. mancata installazione di recinzioni o segnali).
* Art. 2052 c.c. (Danno cagionato da animali): Questa norma stabilisce una forma di responsabilità speciale, definita oggettiva. Il proprietario di un animale (o chi se ne serve) è responsabile dei danni da questo causati, salvo che provi il caso fortuito. La colpa è irrilevante; conta solo il rapporto tra l’animale e il soggetto che ne ha la gestione o la proprietà.

L’automobilista sosteneva che il caso dovesse essere inquadrato nell’art. 2052 c.c., con un conseguente alleggerimento del suo onere probatorio.

L’Analisi della Corte sui danni da fauna selvatica

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’automobilista, cassando la sentenza d’appello e stabilendo principi di diritto di fondamentale importanza. I giudici hanno chiarito che la responsabilità per i danni da fauna selvatica deve essere ricondotta nell’alveo dell’art. 2052 c.c.

La Corte ha specificato che la fauna selvatica protetta è patrimonio indisponibile dello Stato, ma la gestione e la tutela sono affidate alle Regioni. Questa funzione di gestione, che include il controllo e la tutela della fauna, rende la Regione il soggetto cui imputare la responsabilità ai sensi dell’art. 2052 c.c. Tale responsabilità non si fonda su un dovere di custodia, ma sulla titolarità di una funzione pubblica di gestione di questi animali.

Il Concorso tra la Responsabilità del Conducente e quella dell’Ente

Un altro punto cruciale affrontato dalla Corte è il rapporto tra la responsabilità dell’ente (ex art. 2052 c.c.) e quella del conducente del veicolo (ex art. 2054 c.c.). Quest’ultimo articolo presume, fino a prova contraria, la responsabilità del guidatore in caso di incidente.

La Cassazione ha ribadito che le due presunzioni concorrono. Non c’è una prevalenza di una sull’altra. Ciò significa che:
1. L’Ente Regionale è presunto responsabile e, per liberarsi, deve provare il caso fortuito (che può includere la condotta imprevedibile e inevitabile del conducente).
2. Il conducente è presunto responsabile e, per liberarsi, deve provare di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno.

Se nessuno dei due fornisce la prova liberatoria, la responsabilità viene ripartita in egual misura.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha cassato la sentenza impugnata perché il giudice d’appello aveva commesso un duplice errore. In primo luogo, aveva erroneamente escluso l’applicabilità dell’art. 2052 c.c., ancorando la sua decisione all’ormai superato orientamento che richiedeva la prova della colpa ex art. 2043 c.c. In secondo luogo, anche quando ha esaminato l’ipotesi dell’art. 2052 c.c., ha sbagliato nel focalizzarsi sulla condotta del guidatore e sulla presunta mancata descrizione della dinamica, anziché verificare se l’Ente Regionale avesse fornito la prova liberatoria a suo carico. Il giudice territoriale, secondo la Cassazione, avrebbe dovuto prima accertare il nesso causale tra il comportamento dell’animale e il danno, e solo in un secondo momento valutare se il conducente avesse fatto tutto il possibile per evitarlo.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale favorevole ai cittadini danneggiati da incidenti con animali selvatici. Stabilire che la norma di riferimento è l’art. 2052 c.c. significa spostare il baricentro della responsabilità sull’Ente pubblico, che non può più difendersi semplicemente negando una propria colpa specifica. Sarà l’Ente a dover dimostrare attivamente l’esistenza di un caso fortuito, come una condotta di guida eccezionalmente imprudente da parte dell’automobilista. Per chi subisce danni da fauna selvatica, questo si traduce in una maggiore probabilità di ottenere il giusto risarcimento, senza dover affrontare l’onere di una prova spesso impossibile da fornire.

Chi è responsabile per i danni causati dall’impatto con un animale selvatico?
Secondo la Corte di Cassazione, la legittimazione passiva spetta in via esclusiva alla Regione, in quanto titolare delle funzioni di tutela e gestione della fauna selvatica, che rientra nel patrimonio indisponibile dello Stato.

Quale norma si applica in caso di danni da fauna selvatica, l’art. 2043 o l’art. 2052 del codice civile?
La Corte afferma in modo netto che la fattispecie deve essere inquadrata nell’ambito della responsabilità speciale prevista dall’art. 2052 c.c. (danno cagionato da animali), che configura una responsabilità di tipo oggettivo, e non in quella generale dell’art. 2043 c.c. (responsabilità per fatto illecito).

L’automobilista deve dimostrare la colpa della Regione per ottenere il risarcimento?
No. In base all’art. 2052 c.c., il danneggiato non ha l’onere di provare la colpa dell’ente. È la Regione che, per esonerarsi da responsabilità, deve fornire la prova liberatoria, ossia dimostrare il caso fortuito, che può consistere anche nella prova che il conducente non ha fatto tutto il possibile per evitare il danno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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