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Custodia veicoli abbandonati: nessun compenso

Una società di demolizioni ha citato in giudizio un Comune per ottenere il pagamento del servizio di custodia di veicoli abbandonati, protrattosi per anni. La Corte di Cassazione ha rigettato la richiesta, stabilendo che l’incarico conferito a un centro di raccolta non è la custodia, ma la demolizione. Di conseguenza, l’inerzia nel procedere alla rottamazione non può essere trasformata in un diritto al compenso per la custodia veicoli abbandonati, anche in caso di ritardi da parte dell’ente pubblico.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Custodia Veicoli Abbandonati: la Cassazione Nega il Compenso al Centro di Raccolta

La gestione dei veicoli abbandonati rappresenta una questione complessa che interseca diritto amministrativo e civile. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fatto chiarezza su un punto cruciale: il centro di raccolta incaricato di gestire questi mezzi ha come obbligo primario la loro demolizione, non la loro conservazione. Pertanto, non può pretendere un compenso per la custodia veicoli abbandonati se prolunga i tempi invece di procedere allo smaltimento. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I fatti del caso

Una società operante nel settore delle demolizioni citava in giudizio un Comune per ottenere il pagamento di oltre un milione di euro. La somma era richiesta a titolo di compenso per il servizio di custodia di 88 veicoli, rinvenuti in stato di abbandono sul suolo pubblico e consegnati alla società tra il 1984 e il 1998.

Il Tribunale, in primo grado, accoglieva la domanda della società, condannando il Comune al pagamento e ordinandogli di provvedere alla rottamazione dei mezzi a proprie spese. Tuttavia, la Corte d’Appello ribaltava la decisione. Secondo i giudici di secondo grado, la finalità del conferimento dei veicoli non era la conservazione, ma la demolizione, come previsto dalla normativa vigente all’epoca dei fatti (DPR n. 915/1982). Di conseguenza, nessuna richiesta di compenso per la custodia poteva essere accolta. La società, insoddisfatta, proponeva ricorso in Cassazione.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della società, confermando la sentenza d’appello. I giudici hanno stabilito che l’incarico affidato a un centro di raccolta per veicoli abbandonati si sostanzia nell’obbligo di procedere alla demolizione e allo smaltimento, non in un contratto di deposito. Il veicolo abbandonato è equiparato a una res nullius (cosa di nessuno) e l’inerzia nel compiere le attività di demolizione non può generare un diritto al compenso per la custodia.

Le motivazioni della decisione: l’obbligo di demolizione e la custodia veicoli abbandonati

La Corte ha ricostruito in modo dettagliato il quadro normativo, richiamando una sua precedente pronuncia (n. 14533/2024) per assicurare continuità interpretativa. Il punto centrale della motivazione risiede nella natura dell’obbligo del centro di raccolta. La normativa, sia quella storica (DPR 915/1982) sia quella successiva (DM 460/1999), è chiara nell’indicare che lo scopo del conferimento di un veicolo abbandonato è la sua rapida rimozione e distruzione, non la sua conservazione a tempo indeterminato.

La Corte ha sottolineato due aspetti fondamentali:

1. Indipendenza tra demolizione e cancellazione dal PRA: L’obbligo di demolire il veicolo è indipendente e non subordinato alla previa cancellazione dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA). Sebbene entrambe le attività siano dovute dal gestore, il mancato adempimento della seconda non costituisce un impedimento per la prima. Il centro di raccolta deve quindi procedere autonomamente alla demolizione entro i termini previsti.

2. Irrilevanza dell’inerzia del Comune: La società ricorrente lamentava che il Comune non avesse mai rilasciato la necessaria autorizzazione alla rottamazione, rendendo impossibile procedere. La Cassazione ha ritenuto questo argomento infondato, affermando che il gestore ha l’obbligo di agire tempestivamente in via autonoma. L’eventuale ritardo dell’amministrazione comunale non trasforma l’obbligo di demolizione in un diritto a ricevere un compenso per la custodia.

Conclusioni: le implicazioni pratiche della sentenza

Questa sentenza consolida un principio di grande rilevanza pratica per i gestori di centri di raccolta e per le amministrazioni pubbliche. Viene chiarito in modo definitivo che il rapporto che si instaura per la gestione di un veicolo abbandonato non è un contratto di deposito, ma un incarico finalizzato allo smaltimento. L’obiettivo del legislatore è quello di liberare il suolo pubblico da rifiuti speciali, garantendone una corretta gestione ambientale.

Per le società del settore, ciò significa che non possono fare affidamento su un potenziale guadagno derivante da una custodia prolungata. Il loro modello di business deve basarsi sull’efficienza del processo di demolizione e recupero dei materiali. Per i Comuni, la sentenza conferma che il loro ruolo è quello di avviare il processo, ma che l’esecuzione spetta al gestore, il quale non può accampare pretese economiche basate sulla propria inerzia o su quella dell’ente stesso.

Un centro di raccolta ha diritto al compenso per la custodia di veicoli abbandonati se li trattiene per molto tempo?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’obbligo principale del centro di raccolta non è la custodia, ma la demolizione del veicolo. L’inerzia nel procedere alla rottamazione non può essere trasformata in un diritto a un compenso per il deposito.

La demolizione di un veicolo abbandonato è subordinata alla sua cancellazione dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA)?
No. La sentenza chiarisce che le attività di demolizione e di cancellazione dal PRA sono indipendenti. La mancata cancellazione non costituisce un impedimento che giustifichi il ritardo nella demolizione da parte del centro di raccolta.

Il ritardo del Comune nel autorizzare la rottamazione giustifica la richiesta di pagamento per la custodia dei veicoli?
No. Secondo la Corte, il centro di raccolta ha l’obbligo di agire autonomamente e tempestivamente per la demolizione. L’eventuale inerzia dell’ente comunale non incide su questo dovere e non può essere usata come pretesto per richiedere un compenso per una custodia prolungata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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