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Cumulo giuridico sanzioni: applicato ius superveniens

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di alcune società sanzionate per 805 violazioni ambientali. La Corte ha applicato il principio del ‘ius superveniens’, ovvero una nuova legge più favorevole intervenuta dopo i fatti, che introduce il cumulo giuridico sanzioni per violazioni seriali in materia ambientale. La sentenza è stata cassata con rinvio alla Corte d’Appello per ricalcolare la sanzione in base alla nuova e più mite disciplina.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Cumulo giuridico sanzioni: la Cassazione applica la legge più favorevole

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 34362 del 2024, offre un’importante lezione sull’applicazione del cumulo giuridico sanzioni in materia ambientale, soprattutto alla luce di una nuova normativa più favorevole (ius superveniens). Il caso riguardava una serie di violazioni legate al trasporto di sansa di olive, erroneamente classificata, che ha portato a una sanzione amministrativa molto elevata. La Suprema Corte ha chiarito quando e come le nuove leggi più miti possano essere applicate retroattivamente, modificando l’esito del giudizio.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un’ordinanza ingiunzione emessa da un’amministrazione regionale nei confronti di un imprenditore e di due società. L’accusa era di aver effettuato 805 trasporti di sansa di olive disoleata, indicando un codice CER errato nel formulario, violando così la normativa sui rifiuti (artt. 193 e 258 del D.Lgs. 152/2006). La sanzione complessiva ammontava a oltre 200.000 euro.

I ricorrenti si sono opposti all’ordinanza davanti al Tribunale, sostenendo diverse tesi difensive:
1. La tardività della notifica della violazione.
2. L’errata qualificazione della sansa come rifiuto anziché come sottoprodotto.
3. L’assenza dell’elemento soggettivo (colpa).

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno respinto le argomentazioni dei ricorrenti. I giudici di merito hanno qualificato la sansa come rifiuto speciale, data l’assenza dei requisiti per considerarla un sottoprodotto, e hanno confermato la legittimità della procedura sanzionatoria. Contro la decisione della Corte d’Appello, le società e l’imprenditore hanno proposto ricorso per cassazione, basato su nove motivi.

L’Analisi della Corte e il Cumulo Giuridico Sanzioni

La Corte di Cassazione ha esaminato e rigettato gran parte dei motivi del ricorso. Ha ritenuto infondate le censure sulla tardività della notifica, chiarendo che i termini decorrono dalla ricezione degli atti dall’autorità giudiziaria quando i fatti emergono da un’indagine penale. Ha inoltre respinto l’argomento sull’assenza di efficacia della sentenza di assoluzione penale nel giudizio civile, poiché l’amministrazione sanzionatrice non si era costituita parte civile in sede penale.

Il punto cruciale della decisione, tuttavia, ha riguardato l’ottavo e il nono motivo, relativi alla mancata applicazione del cumulo giuridico sanzioni. I ricorrenti lamentavano che, trattandosi di 805 violazioni della stessa norma, si sarebbe dovuto applicare un trattamento sanzionatorio più favorevole rispetto alla mera somma aritmetica delle singole sanzioni.

Le Motivazioni

La Corte ha ritenuto fondato questo specifico motivo, ma per ragioni diverse da quelle addotte dai ricorrenti. La chiave di volta è stata l’applicazione del cosiddetto ius superveniens. Durante il corso del giudizio, è entrata in vigore la Legge n. 191 del 15 dicembre 2023, che ha introdotto il comma 9-bis all’art. 258 del Codice dell’Ambiente (D.Lgs. 152/2006).

Questa nuova disposizione stabilisce che, in caso di violazioni multiple della stessa o di diverse disposizioni in materia di registri e formulari dei rifiuti, anche commesse in tempi diversi ma in esecuzione di un medesimo disegno, si applica la sanzione amministrativa prevista per la violazione più grave, aumentata fino al doppio. Questa norma ha introdotto un regime di cumulo giuridico sanzioni specificamente per il settore ambientale.

Elemento decisivo è che la stessa legge prevede espressamente la sua applicazione retroattiva a tutte le violazioni commesse prima della sua entrata in vigore, per le quali non sia ancora intervenuta una sentenza passata in giudicato. Essendo questo il caso di specie, la Corte di Cassazione ha riconosciuto il diritto dei ricorrenti a beneficiare di questo trattamento più mite.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha accolto l’ottavo motivo di ricorso, dichiarando assorbito il nono e rigettando tutti gli altri. Di conseguenza, ha cassato la sentenza della Corte d’Appello e ha rinviato la causa allo stesso giudice, in diversa composizione. La Corte d’Appello dovrà ora procedere a un nuovo esame della vicenda, limitatamente al calcolo della sanzione, applicando la nuova e più favorevole disciplina del cumulo giuridico sanzioni prevista dall’art. 258, comma 9-bis, del D.Lgs. 152/2006. Dovrà inoltre provvedere alla regolamentazione delle spese dell’intero giudizio.

Una nuova legge più favorevole sul cumulo giuridico delle sanzioni può essere applicata a violazioni commesse in passato?
Sì, la sentenza chiarisce che una nuova legge più favorevole (ius superveniens) in materia di sanzioni amministrative, come quella sul cumulo giuridico, si applica retroattivamente a tutte le violazioni per le quali non sia ancora stata emessa una sentenza definitiva, in base al principio della retroattività della lex mitior.

L’assoluzione in un processo penale ha automaticamente effetto in un successivo giudizio amministrativo per la stessa vicenda?
No, l’assoluzione penale non ha efficacia di giudicato nel processo amministrativo se l’ente che ha irrogato la sanzione non si è costituito parte civile nel processo penale. Le due procedure restano autonome e il giudice amministrativo può arrivare a conclusioni diverse.

Quando decorre il termine per notificare una sanzione amministrativa se i fatti emergono da un’indagine penale?
Quando gli elementi di prova di un illecito amministrativo emergono dagli atti di un’indagine penale, il termine di 90 giorni per la notifica della contestazione non decorre dal fatto, ma dal momento in cui l’autorità amministrativa riceve gli atti dall’autorità giudiziaria, a seguito del rilascio del nulla osta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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