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Credito risarcitorio: è ammissibile in prededuzione?

La Corte di Cassazione esamina un caso complesso relativo a un credito risarcitorio richiesto da una società creditrice nei confronti di una procedura fallimentare, a causa di un presunto ritardo nella distribuzione delle somme ricavate dalla vendita di beni. Il Tribunale aveva ammesso il credito in prededuzione, considerandolo un danno sorto durante la gestione della procedura. La Cassazione, tuttavia, data la rilevanza della questione sulla proponibilità di tale domanda e sulla sua natura, ha ritenuto necessario un approfondimento in pubblica udienza, rinviando la causa a nuovo ruolo senza una decisione nel merito.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Fallimentare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Credito Risarcitorio in Fallimento: La Cassazione Rimette la Causa in Pubblica Udienza

Quando una procedura fallimentare subisce ritardi, un creditore può chiedere i danni? E se sì, questo credito risarcitorio può essere pagato prima di tutti gli altri? Con un’ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha affrontato una questione di notevole importanza pratica, decidendo di non decidere subito, ma di approfondire il dibattito in una pubblica udienza. Analizziamo i contorni di una vicenda che tocca il cuore della responsabilità degli organi fallimentari e dei diritti dei creditori.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una lunga procedura di amministrazione straordinaria, poi sfociata in fallimento, di una nota società di costruzioni. Una società creditrice, cessionaria dei crediti di un istituto bancario, vantava un cospicuo credito garantito da ipoteca. Dopo la vendita dei beni immobili avvenuta tra il 2005 e il 2008, la creditrice lamentava un’attesa intollerabile per la distribuzione delle somme ricavate.

A fronte di questo ritardo, la società creditrice ha agito in giudizio, non solo per ottenere gli interessi maturati fino alla vendita, ma anche per chiedere un risarcimento del danno, quantificato negli interessi legali sulle somme non distribuite. Questa richiesta di danno, secondo la creditrice, doveva essere ammessa al passivo in prededuzione, ovvero con priorità su tutti gli altri creditori, perché derivante da una presunta cattiva gestione della procedura stessa da parte dei suoi organi.

La Decisione del Tribunale

Il Tribunale di Catania, riformando una precedente decisione del Giudice Delegato, aveva accolto la domanda della società creditrice. I giudici di merito avevano riconosciuto l’esistenza di un danno, liquidato in oltre 400.000 euro, causato dal ritardo “intollerabile e senza alcuna giustificazione” nella distribuzione delle somme. Secondo il Tribunale, questo credito risarcitorio era sorto nell’ambito della gestione della procedura e, pertanto, doveva essere ammesso in prededuzione, come previsto dalla legge fallimentare per i debiti contratti dagli organi della procedura nell’interesse dei creditori.

I Motivi del Ricorso e la questione sul credito risarcitorio

Il Fallimento ha impugnato la decisione del Tribunale dinanzi alla Corte di Cassazione, sollevando cinque complessi motivi di ricorso. La curatela sosteneva, in sintesi:

1. L’insussistenza di un vero inadempimento o di un fatto illecito da parte della procedura, contestando la configurabilità di una responsabilità per il ritardo nel riparto.
2. L’erronea applicazione delle norme sulla responsabilità extracontrattuale (art. 2043 c.c.), poiché il credito originario non era stato formalmente accertato e ammesso al passivo fino a una data molto successiva.
3. La violazione del principio del giudicato, poiché una precedente richiesta per interessi successivi alla vendita era già stata respinta.
4. L’omesso esame di fatti decisivi e vizi procedurali legati all’ammissibilità della nuova domanda in prededuzione.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La Corte di Cassazione, esaminati i motivi del ricorso e le difese della società creditrice, non ha emesso una sentenza definitiva. Ha invece pronunciato un’ordinanza interlocutoria. I giudici supremi hanno riconosciuto che il caso solleva una questione fondamentale e potenzialmente rilevabile d’ufficio: la proponibilità stessa di una domanda di ammissione al passivo, in prededuzione, per un credito risarcitorio derivante da un ritardo nell’esecuzione delle operazioni di riparto.

Data la complessità e le importanti implicazioni di tale questione, la Corte ha ritenuto che il caso richiedesse un “approfondimento in pubblica udienza”. Questa scelta procedurale, prevista dall’art. 382, comma 3, c.p.c., è riservata ai casi di particolare rilevanza o che presentano questioni di diritto inedite. Di fatto, la Corte ha sospeso il giudizio, rinviando la causa a una futura udienza pubblica per consentire un dibattito più ampio e approfondito tra le parti e il collegio giudicante.

Conclusioni

La decisione della Cassazione di rinviare la discussione in pubblica udienza lascia aperte le porte a una pronuncia di grande impatto per il diritto fallimentare. La sentenza finale dovrà chiarire se e a quali condizioni gli organi di una procedura concorsuale possano essere chiamati a rispondere per i danni causati ai creditori da ritardi gestionali. In particolare, si attende una parola definitiva sulla natura di tale credito risarcitorio e sulla sua eventuale collocazione in prededuzione. Per ora, il caso rimane un importante monito sulla necessità di efficienza e tempestività nella gestione delle crisi d’impresa, un tema cruciale per la tutela di tutti gli interessi coinvolti.

È possibile chiedere un risarcimento danni alla procedura fallimentare per il ritardo nella distribuzione delle somme incassate?
Sì, il Tribunale di merito lo ha ritenuto possibile, ammettendo la domanda del creditore. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha considerato la questione così complessa da richiedere un ulteriore approfondimento in pubblica udienza, senza quindi fornire una risposta definitiva.

Un credito per danni da ritardo nel riparto può essere pagato in prededuzione?
Secondo la decisione del Tribunale, sì, perché il danno è stato considerato come sorto nell’ambito della gestione della procedura. Anche su questo punto, la Cassazione ha sospeso il giudizio, identificandolo come il nodo centrale della controversia da discutere ulteriormente.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione nel caso esaminato?
La Corte di Cassazione non ha emesso una decisione finale sul merito della questione. Con un’ordinanza interlocutoria, ha disposto il rinvio della causa a una pubblica udienza per approfondire la questione della proponibilità di una domanda di risarcimento danni in prededuzione per ritardo nel riparto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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