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Credito privilegiato per TEE: la Cassazione decide

Un gestore di servizi energetici ha richiesto l’ammissione in via privilegiata di un credito derivante dalla revoca di Titoli di Efficienza Energetica (TEE) nel fallimento di una società. I tribunali di merito avevano negato il privilegio, classificando il credito come chirografario. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha ritenuto la questione sulla natura pubblica dei fondi TEE sufficientemente complessa da richiedere una trattazione in pubblica udienza, rinviando la decisione finale.

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Credito Privilegiato per TEE Revocati: la Cassazione Rimette la Decisione alla Pubblica Udienza

La natura del credito privilegiato relativo alla restituzione dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE), noti come Certificati Bianchi, è una questione complessa con importanti implicazioni nelle procedure fallimentari. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ha evidenziato la delicatezza del tema, decidendo di non risolvere il caso in camera di consiglio ma di rinviarlo a una pubblica udienza per una discussione più approfondita. Analizziamo insieme i dettagli di questa vicenda.

I Fatti di Causa: La Revoca dei Certificati Bianchi

Una società operante nel settore dello sviluppo energetico, successivamente dichiarata fallita, aveva beneficiato tra il 2015 e il 2017 di un cospicuo numero di Titoli di Efficienza Energetica (TEE) come incentivo per tre progetti di efficientamento. Tuttavia, in un secondo momento, il diritto a percepire tale incentivo è stato revocato.

Di conseguenza, il Gestore dei Servizi Energetici, una società pubblica che sovrintende a questi meccanismi, ha presentato domanda di ammissione al passivo del fallimento. La richiesta principale era la restituzione di 7.632 TEE. In subordine, qualora i titoli non fossero presenti nell’attivo fallimentare, il Gestore ha richiesto il pagamento del loro valore equivalente, pari a circa 1,5 milioni di euro, chiedendo che tale somma fosse riconosciuta come credito privilegiato.

La Posizione del Gestore e il Diniego del Credito Privilegiato nei Gradi di Merito

Il Gestore ha sostenuto che il suo credito dovesse avere natura privilegiata. La tesi si fondava sull’origine dei fondi utilizzati per emettere i TEE. Secondo il ricorrente, questi incentivi non derivano da generici fondi statali, ma sono finanziati da contributi pubblici specifici, ovvero gli Oneri Generali di Sistema Elettrico (OGSE), che gravano sulle bollette di tutti gli utenti elettrici. Questa natura, assimilabile a quella tributaria, giustificherebbe, a suo avviso, il riconoscimento del privilegio.

Tuttavia, sia il Giudice Delegato che, in sede di opposizione, il Tribunale di Milano, hanno respinto questa interpretazione. I giudici di merito hanno ammesso il credito solo in via chirografaria (cioè non privilegiata), escludendo che si trattasse di un credito derivante da finanziamenti pubblici revocati, come previsto dalla normativa invocata (art. 9, comma 5, d.lgs. n. 123/1998). Secondo il Tribunale, il meccanismo dei TEE non equivale a un finanziamento pubblico diretto, ma a una tariffa incentivante.

Le Motivazioni della Cassazione: Una Questione Complessa

Di fronte al ricorso del Gestore, la Corte di Cassazione non ha emesso una sentenza definitiva, ma un’ordinanza interlocutoria. La Corte ha riconosciuto che la questione sollevata è tutt’altro che scontata. In particolare, la tesi del ricorrente, secondo cui il costo dei TEE ha natura tributaria e costituisce un onere generale del sistema elettrico, merita un’analisi più approfondita. Questa interpretazione, se accolta, potrebbe effettivamente portare al riconoscimento del credito privilegiato.

La Corte ha ritenuto che la complessità della materia, che intreccia diritto fallimentare, diritto dell’energia e principi derivanti dal diritto dell’Unione Europea (come suggerito da una sentenza della Corte di Giustizia citata dal ricorrente), impedisca una decisione rapida in camera di consiglio. Pertanto, ha disposto il rinvio della causa a una pubblica udienza, dove le argomentazioni potranno essere dibattute in modo più esteso e completo.

Conclusioni: L’Attesa per la Decisione nel Merito

L’ordinanza interlocutoria lascia aperta la questione fondamentale sulla natura giuridica dei fondi che alimentano il sistema dei Certificati Bianchi. La decisione finale della Corte di Cassazione, che arriverà dopo la pubblica udienza, avrà un impatto significativo. Se venisse riconosciuta la natura pubblica e tributaria di tali fondi, i crediti vantati dal Gestore Energetico in caso di revoca degli incentivi godrebbero di una tutela rafforzata nelle procedure concorsuali, venendo soddisfatti prima degli altri creditori chirografari. Al contrario, una conferma dell’orientamento precedente lascerebbe tali crediti in una posizione più debole, con minori probabilità di recupero integrale in caso di fallimento del beneficiario.

Qual è la questione giuridica principale al centro di questa ordinanza?
La questione principale è se il credito per la restituzione dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE) revocati debba essere considerato un credito privilegiato o un credito chirografario all’interno di una procedura fallimentare. La soluzione dipende dalla natura giuridica dei fondi utilizzati per finanziare i TEE.

Perché i giudici di merito avevano negato il privilegio al credito?
I giudici di merito hanno negato il privilegio perché hanno ritenuto che il credito non derivasse dalla revoca di un finanziamento pubblico, come richiesto dalla normativa per il riconoscimento del privilegio. Hanno qualificato l’incentivo TEE come una ‘tariffa incentivante’ e non come un impiego diretto di risorse pubbliche.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione con questo provvedimento?
La Corte di Cassazione non ha deciso nel merito della questione. Con questa ordinanza interlocutoria, ha riconosciuto la complessità del problema e ha stabilito che non sussistono i presupposti per una decisione in camera di consiglio. Pertanto, ha disposto il rinvio della causa a una nuova udienza pubblica per una trattazione più approfondita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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