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Credito condizionato: come insinuarsi al passivo

La Cassazione chiarisce che un credito derivante da una sanzione amministrativa va considerato un credito condizionato fin dal momento in cui viene commesso l’illecito. Pertanto, deve essere insinuato al passivo con riserva all’inizio del procedimento sanzionatorio, non alla sua conclusione, per non essere considerato tardivo e quindi escluso.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Fallimentare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Credito Condizionato e Fallimento: Quando va presentata la domanda?

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, offre un fondamentale chiarimento sulla gestione del credito condizionato nell’ambito delle procedure concorsuali. La vicenda riguarda la richiesta di un’Autorità di regolazione di ammettere al passivo di una società in amministrazione straordinaria un credito derivante da una sanzione. La domanda, presentata solo dopo la conclusione del procedimento sanzionatorio, è stata respinta per tardività. La Corte ha colto l’occasione per definire il momento esatto in cui un credito di questo tipo sorge e, di conseguenza, i corretti adempimenti a carico del creditore per tutelare i propri diritti.

I Fatti del Caso: Una Sanzione e un’Insinuazione Tardiva

Una nota Autorità di regolazione nel settore dell’energia aveva avviato un procedimento per sanzionare una grande società, poi finita in amministrazione straordinaria, per la violazione dell’obbligo di acquisto di “certificati verdi” relativo all’anno 2013. Il procedimento sanzionatorio si è concluso solo diversi anni dopo, e solo a quel punto l’Autorità ha presentato domanda di insinuazione al passivo per il relativo importo.

Il Tribunale di primo grado aveva respinto la domanda, qualificandola come “ultra-tardiva” e ritenendo il ritardo imputabile all’Autorità stessa. Secondo il giudice, il lungo tempo necessario per irrogare la sanzione non costituiva una valida giustificazione. L’Autorità ha quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo, tra le altre cose, che il credito fosse sorto solo con il provvedimento sanzionatorio finale e che, pertanto, dovesse essere considerato un credito “sopravvenuto” e ammissibile.

La Decisione della Corte: l’importanza del credito condizionato

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ma ha corretto la motivazione della decisione del Tribunale. Il punto centrale della pronuncia non risiede nella durata del procedimento amministrativo, ma nella corretta qualificazione giuridica del credito. Secondo la Suprema Corte, il credito non sorge con l’atto finale che irroga la sanzione, ma nel momento stesso in cui viene commesso l’illecito, ovvero la mancata acquisizione dei certificati verdi.

Di conseguenza, il credito vantato dall’Autorità doveva essere considerato un credito condizionato fin dall’inizio. L’Autorità, pertanto, avrebbe dovuto presentare una domanda di ammissione al passivo “con riserva” non appena avviato il procedimento sanzionatorio, senza attendere la sua conclusione. Non avendolo fatto, la sua successiva domanda è risultata irrimediabilmente tardiva per causa a lei imputabile.

Le Motivazioni

La Corte ha sviluppato un’articolata motivazione per giungere a questa conclusione, basata sull’interpretazione estensiva delle norme della Legge Fallimentare.

Il Fatto Costitutivo del Credito

Il Collegio ha chiarito che il fatto genetico dell’obbligazione non è il provvedimento sanzionatorio, che ha solo la funzione di accertare la violazione e liquidare l’importo, ma l’inadempimento stesso della società. L’illecito è l’evento che fa sorgere il diritto di credito dell’amministrazione pubblica. Da quel momento, il credito esiste, sebbene il suo ammontare e la sua esigibilità siano subordinati all’esito del procedimento amministrativo.

L’Applicazione dell’Ammissione con Riserva

Proprio questa natura incerta rende il credito un perfetto esempio di credito condizionato. La nozione di “credito condizionato”, ai sensi degli articoli 55 e 96 della Legge Fallimentare, è ampia e non si limita ai soli crediti derivanti da contratti con condizione sospensiva. Include tutti quei crediti la cui ammissione al concorso dipende da un evento futuro e incerto, come l’esito di un altro giudizio o, come in questo caso, di un procedimento amministrativo. Di conseguenza, il creditore ha l’onere di attivarsi tempestivamente, chiedendo l’ammissione con riserva. Questo meccanismo tutela sia il creditore, che può partecipare alla distribuzione dell’attivo tramite accantonamenti, sia la procedura, che acquisisce una visione completa delle passività fin da subito.

Le Conclusioni

La pronuncia ha importanti implicazioni pratiche per tutti i creditori, in particolare per le pubbliche amministrazioni, i cui crediti spesso dipendono da lunghi procedimenti di accertamento. Il principio affermato è chiaro: non si può attendere la certezza e liquidità definitiva del credito per agire. Se il fatto costitutivo del credito è anteriore alla dichiarazione di fallimento o all’apertura di un’altra procedura concorsuale, il creditore deve immediatamente presentare domanda di insinuazione con riserva. Attendere la conclusione di un procedimento parallelo significa correre il concreto rischio di vedere la propria pretesa respinta per ritardo non giustificato, con la conseguente impossibilità di recuperare quanto dovuto.

Quando nasce un credito derivante da una sanzione amministrativa ai fini dell’ammissione al passivo?
Il credito sorge nel momento in cui viene commesso l’illecito amministrativo (fatto costitutivo), non quando viene emesso il provvedimento finale che irroga la sanzione. Da quel momento, il credito esiste come credito condizionato.

Come deve agire un creditore il cui credito dipende dall’esito di un procedimento di accertamento (amministrativo o giudiziario) nei confronti di un debitore in procedura concorsuale?
Deve presentare tempestivamente una domanda di insinuazione al passivo ‘con riserva’. Questo strumento gli permette di partecipare alla procedura in attesa che la condizione (l’esito del procedimento di accertamento) si verifichi.

Un credito che diventa certo solo nel corso di una procedura fallimentare è sempre ammissibile come ‘sopravvenuto’ anche se la domanda è tardiva?
No. La Corte chiarisce che la ‘sopravvenienza’ del credito non giustifica automaticamente il ritardo. Se il creditore poteva insinuare il credito con riserva in un momento precedente, il ritardo nella presentazione della domanda definitiva è considerato a lui imputabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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