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Crediti ereditari: un coerede può agire per l’intero?

La Corte di Cassazione chiarisce che i crediti ereditari non si dividono automaticamente tra i coeredi ma entrano nella comunione ereditaria. Di conseguenza, un singolo coerede è legittimato ad agire in giudizio per recuperare l’intero credito spettante al defunto, senza dover limitare la richiesta alla propria quota. La vicenda trae origine dalla richiesta di risarcimento avanzata da un erede per somme sottratte dal conto del fratello defunto. La Corte d’Appello aveva erroneamente dimezzato il risarcimento, ma la Cassazione ha annullato tale decisione, riaffermando il principio consolidato.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Crediti ereditari: un coerede può agire da solo per l’intero?

La gestione dei crediti ereditari rappresenta una questione complessa nel diritto successorio. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: a differenza dei debiti, i crediti del defunto non si dividono automaticamente tra gli eredi, ma cadono nella comunione ereditaria. Questo significa che un singolo coerede può agire in giudizio per recuperare l’intero credito, e non solo la parte corrispondente alla sua quota. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria ha origine dall’azione di un uomo volta a ottenere il risarcimento del danno per l’appropriazione indebita di somme di denaro depositate sul conto corrente del fratello, poi deceduto. Secondo l’attore, una terza persona avrebbe prelevato ingenti somme dal conto approfittando del ricovero ospedaliero del titolare in gravi condizioni.

Il Tribunale di primo grado aveva accolto pienamente la domanda, condannando la convenuta al pagamento di una somma cospicua a titolo di danno patrimoniale e non patrimoniale. Tuttavia, la Corte d’Appello, pur confermando l’illecito, aveva riformato parzialmente la sentenza, dimezzando l’importo del risarcimento per il danno patrimoniale. La motivazione? L’attore era coerede solo per la quota del 50%, insieme a un nipote, e quindi, secondo i giudici di secondo grado, poteva reclamare solo la sua parte.

La Decisione della Corte di Cassazione e la gestione dei crediti ereditari

Contro la decisione d’appello, l’erede ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando l’errata applicazione delle norme sulla successione. La Suprema Corte ha accolto il motivo, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte d’Appello in diversa composizione.

Il punto centrale della decisione è la netta distinzione tra la sorte dei debiti e quella dei crediti ereditari. Mentre i debiti del defunto si dividono ipso iure (automaticamente per legge) tra i coeredi in proporzione alle rispettive quote, lo stesso non accade per i crediti. Questi ultimi, infatti, entrano a far parte della comunione ereditaria.

Le Motivazioni

La Cassazione ha richiamato il suo orientamento consolidato, espresso in particolare dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 24657/2007. I crediti del de cuius non si ripartiscono automaticamente, ma diventano un elemento attivo della comunione ereditaria. Questo è desumibile da diverse norme del Codice Civile, come l’art. 727 c.c., che prevede che anche i crediti debbano essere inclusi nelle porzioni da assegnare agli eredi in sede di divisione.

Di conseguenza, vige un principio di gestione comune che consente a ciascun coerede di agire singolarmente per far valere l’intero credito comune. L’erede non agisce solo per sé, ma come rappresentante dell’intera comunione, tutelando un bene che appartiene a tutti. Non è quindi necessario che tutti i coeredi partecipino al giudizio (non sono, cioè, litisconsorti necessari).

La Corte ha specificato che il debitore convenuto può, se lo ritiene, chiedere l’intervento degli altri coeredi, ma non può opporsi alla richiesta di pagamento integrale avanzata dal singolo erede adducendo la mancanza del consenso degli altri.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rafforza un principio di fondamentale importanza pratica: ogni coerede ha la legittimazione ad agire per il recupero dell’intero credito ereditario. La sentenza ottenuta dal singolo erede andrà a beneficio dell’intera massa ereditaria, e le somme recuperate dovranno poi essere divise tra tutti i coeredi secondo le rispettive quote. Questa regola semplifica la tutela dei crediti ereditari, evitando che l’inerzia di un coerede possa paralizzare l’azione degli altri e danneggiare la comunione nel suo complesso.

Un coerede può agire in giudizio da solo per recuperare un credito del defunto?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, ciascun partecipante alla comunione ereditaria può agire singolarmente per far valere l’intero credito comune, senza necessità di integrare il contraddittorio nei confronti degli altri coeredi.

I crediti ereditari si dividono automaticamente tra i coeredi come i debiti?
No. A differenza dei debiti ereditari (che si dividono ipso iure secondo l’art. 752 c.c.), i crediti del defunto non si ripartiscono automaticamente ma entrano a far parte della comunione ereditaria fino all’atto di divisione.

Se un coerede recupera l’intero credito, cosa succede rispetto agli altri eredi?
La somma recuperata va a beneficio dell’intera comunione ereditaria. La pronuncia del giudice, pur ottenuta da un solo erede, produce effetti per tutti. La successiva ripartizione della somma tra i coeredi avverrà nell’ambito dei loro rapporti interni, in sede di divisione ereditaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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