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Costi assicurativi usura: inclusi nel calcolo del TEG

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20699/2024, ha stabilito che i costi assicurativi legati a un finanziamento, come la cessione del quinto, devono essere sempre inclusi nel calcolo del Tasso Effettivo Globale (TEG) per la verifica del superamento della soglia di usura. La Corte ha chiarito che le istruzioni della Banca d’Italia, essendo fonte normativa secondaria, non possono derogare al principio onnicomprensivo dettato dall’art. 644 del codice penale. Pertanto, se un costo è collegato all’erogazione del credito, deve essere conteggiato, e le eventuali disposizioni amministrative contrarie vanno disapplicate dal giudice.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Costi Assicurativi e Usura: La Cassazione Conferma, Vanno Sempre Calcolati!

Quando si sottoscrive un finanziamento, come una cessione del quinto dello stipendio, è fondamentale comprendere la totalità dei costi coinvolti. Spesso, oltre agli interessi, vengono addebitate spese accessorie, come i premi assicurativi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale a tutela dei consumatori: anche i costi assicurativi usura devono essere considerati nel calcolo del costo totale del credito. Vediamo insieme cosa ha stabilito la Suprema Corte e quali sono le implicazioni pratiche di questa decisione.

I Fatti del Caso: Cessione del Quinto e Costi Contestati

Una cliente aveva ottenuto un finanziamento tramite cessione del quinto dello stipendio. Successivamente, aveva agito in giudizio sostenendo che il tasso di interesse applicato fosse usurario. La sua tesi si basava su un punto specifico: includendo nel calcolo del costo totale del finanziamento (TEG) anche il premio per la polizza assicurativa obbligatoria, il tasso superava la soglia di usura prevista dalla legge.

In primo grado, la sua richiesta era stata accolta. Tuttavia, l’istituto di credito aveva impugnato la decisione e il Tribunale, in funzione di corte d’appello, aveva ribaltato la sentenza. Il Tribunale aveva escluso i costi assicurativi dal calcolo, basandosi sul cosiddetto ‘principio di simmetria’ e sulle istruzioni della Banca d’Italia applicabili all’epoca dei fatti, che non prevedevano esplicitamente tale inclusione.

La Questione Giuridica: Principio di Simmetria vs. Onnicomprensività del Costo

La questione è arrivata dinanzi alla Corte di Cassazione. Il punto nodale era stabilire se delle istruzioni amministrative, come quelle della Banca d’Italia, potessero prevalere sulla norma di legge (l’art. 644 del codice penale) che impone di considerare ogni costo collegato all’erogazione del credito ai fini della verifica dell’usura.

Il Tribunale aveva ritenuto che, per un principio di ‘simmetria’, i costi da considerare nel singolo contratto dovessero essere gli stessi di quelli presi in esame dai decreti ministeriali per la determinazione delle soglie di usura. Poiché all’epoca le istruzioni per la rilevazione del TEGM (Tasso Effettivo Globale Medio) non includevano i costi assicurativi, il Tribunale li aveva esclusi anche dal calcolo del TEG del singolo contratto. La cliente, non condividendo questa interpretazione, ha presentato ricorso in Cassazione.

L’Analisi della Cassazione sui costi assicurativi usura

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della cliente, cassando la sentenza del Tribunale e affermando principi di fondamentale importanza. Il ragionamento dei giudici si è basato su una gerarchia delle fonti del diritto: la legge penale (art. 644 c.p.) è una fonte primaria e non può essere derogata da una fonte secondaria, come le istruzioni di un’autorità amministrativa (Banca d’Italia).

L’art. 644, comma 4, c.p. è chiaro: ‘per la determinazione del tasso di interesse si tiene conto delle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse, collegate alla erogazione del credito’. La norma impone un principio di onnicomprensività. È sufficiente che un costo sia ‘collegato’ all’erogazione del credito per dover essere incluso nel calcolo del TEG. Nel caso delle polizze assicurative sulla vita o sul rischio impiego, stipulate contestualmente a una cessione del quinto, questo collegamento non solo è evidente, ma è spesso un requisito imposto dalla legge stessa o dalla banca per concedere il finanziamento.

La Disapplicazione delle Istruzioni Amministrative

La Corte ha ribadito un concetto già espresso in precedenti sentenze delle Sezioni Unite: se i decreti ministeriali o le istruzioni della Banca d’Italia non includono nel calcolo del TEGM una voce di costo che la legge impone di considerare, tali atti amministrativi sono illegittimi. Di conseguenza, il giudice ordinario ha il potere e il dovere di disapplicarli.

La mancata inclusione dei costi assicurativi nelle rilevazioni del TEGM non può quindi diventare una giustificazione per escluderli anche dal calcolo del TEG del singolo rapporto. Anzi, proprio questa discrepanza impone al giudice di intervenire per ripristinare la corretta applicazione della legge, a piena tutela del debitore.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sottolineando la portata sistematica dell’art. 644 del codice penale. Il legislatore ha voluto colpire qualsiasi forma di remunerazione o costo imposto al debitore in connessione con un prestito. Il mero collegamento funzionale tra il costo (in questo caso, il premio assicurativo) e l’erogazione del credito è il criterio determinante per la sua inclusione nel calcolo dell’usura.

I giudici hanno specificato che il collegamento si presume ogni volta che vi sia contestualità tra la stipula del finanziamento e quella della polizza assicurativa. Questa presunzione rafforza ulteriormente la posizione del consumatore. La Corte ha inoltre esteso, per eadem ratio (per la stessa ragione), il ragionamento già sviluppato dalle Sezioni Unite per gli interessi di mora e le commissioni di massimo scoperto: la loro eventuale esclusione dai decreti ministeriali non impedisce al giudice di includerli nel calcolo del TEG concreto, disapplicando l’atto amministrativo viziato. Lo stesso vale, quindi, per i costi assicurativi usura.

Le Conclusioni

L’ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale fondamentale per la protezione dei consumatori nel settore del credito. La decisione chiarisce che nessun istituto finanziario può nascondersi dietro istruzioni amministrative incomplete o non conformi alla legge per applicare costi che, sommati, superano la soglia di usura. Qualsiasi spesa richiesta per ottenere il finanziamento, inclusa l’assicurazione obbligatoria, è parte integrante del costo del credito e deve essere conteggiata. La causa è stata rinviata al Tribunale, che dovrà ora decidere nuovamente la questione attenendosi a questo principio, procedendo al ricalcolo del TEG con l’inclusione dei premi assicurativi.

Le spese di assicurazione su un prestito vanno sempre incluse nel calcolo per verificare l’usura?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che tutti i costi collegati all’erogazione del credito, compresi i premi assicurativi, devono essere inclusi nel calcolo del Tasso Effettivo Globale (TEG) per verificare il superamento della soglia di usura, specialmente quando la polizza è un requisito per ottenere il finanziamento.

Le istruzioni della Banca d’Italia possono escludere certi costi dal calcolo dell’usura?
No. La Corte ha stabilito che la legge (in particolare l’art. 644 del codice penale) è una fonte normativa superiore rispetto alle istruzioni amministrative della Banca d’Italia. Se queste istruzioni sono in contrasto con la legge perché escludono dei costi che dovrebbero essere inclusi, il giudice ha il dovere di non applicarle.

Cosa significa che il collegamento tra la spesa di assicurazione e il prestito è ‘presunto’?
Significa che quando la polizza assicurativa viene firmata nello stesso momento del contratto di finanziamento, la legge presume automaticamente che quella spesa sia stata una condizione necessaria per ottenere il credito. Non è quindi il cliente a dover dimostrare il collegamento, ma spetterebbe eventualmente alla banca provare il contrario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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