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Corrispondenza chiesto pronunciato e fallimento

Una società in liquidazione, dichiarata fallita, aveva impugnato la decisione sostenendo di non superare le soglie di fallibilità previste dalla legge. La Corte d’Appello, ignorando questo specifico motivo, aveva confermato il fallimento basandosi sullo stato di insolvenza generale. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione per violazione del principio di corrispondenza chiesto pronunciato, stabilendo che il giudice d’appello avrebbe dovuto esaminare il motivo specifico sollevato, relativo alle soglie dimensionali, e non sostituirlo con una valutazione autonoma sull’insolvenza.

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Corrispondenza chiesto pronunciato: Quando il Giudice Ignora i Motivi d’Appello

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 20543/2024 offre un’importante lezione sul rigore processuale e sul principio di corrispondenza chiesto pronunciato. Questo principio, sancito dall’articolo 112 del Codice di Procedura Civile, impone al giudice di decidere esclusivamente sulle domande e sulle eccezioni formulate dalle parti. Il caso in esame dimostra come la sua violazione possa portare all’annullamento di una sentenza, anche in un contesto delicato come quello di una dichiarazione di fallimento.

I Fatti del Caso

Una società a responsabilità limitata, già posta in liquidazione, veniva dichiarata fallita dal Tribunale su istanza di una società creditrice. Contro questa decisione, la società fallita proponeva reclamo alla Corte d’Appello. L’unico motivo di doglianza era molto specifico: la società sosteneva di non possedere i requisiti dimensionali per essere dichiarata fallita, come previsto dall’articolo 1, comma 2, della Legge Fallimentare. In particolare, contestava che per la valutazione del limite di indebitamento fosse stato utilizzato un dato storico (relativo al triennio precedente) anziché quello attuale, riferito all’ultimo esercizio, che a suo dire sarebbe stato inferiore alla soglia di legge.

La Decisione della Corte d’Appello

Nonostante avesse correttamente identificato l’unico motivo del reclamo, la Corte d’Appello ha scelto di non analizzarlo nel merito. I giudici distrettuali hanno invece spostato il focus della loro valutazione su un altro aspetto: lo stato di insolvenza della società in quanto posta in liquidazione. Secondo la Corte territoriale, per una società in tale condizione, l’unico accertamento rilevante era verificare se l’attivo patrimoniale fosse sufficiente a soddisfare integralmente tutti i creditori. Constatato che l’attivo non era sufficiente a coprire nemmeno il debito verso la società istante, ha rigettato il reclamo, confermando il fallimento senza però mai pronunciarsi sulla questione specifica delle soglie dimensionali sollevata dall’appellante.

Le Motivazioni della Cassazione: Violazione del Principio di Corrispondenza Chiesto Pronunciato

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società, ravvisando un palese errore procedurale nella decisione della Corte d’Appello. Il cuore della motivazione risiede nella violazione del principio di corrispondenza chiesto pronunciato. La Corte Suprema ha sottolineato che i giudici d’appello, pur avendo dato atto che l’unica censura riguardava il mancato superamento delle soglie di fallibilità, hanno omesso completamente di esaminare tale questione.

Invece di verificare se l’indebitamento fosse stato calcolato correttamente (usando dati storici o attuali), hanno introdotto un diverso e autonomo criterio di giudizio, quello relativo alla capacità dell’attivo di soddisfare i creditori in una società in liquidazione. Questa operazione è illegittima. La mancanza di una statuizione, anche implicita, sull’unica questione sollevata con l’impugnazione integra una violazione dell’art. 112 c.p.c., che si traduce in un vizio di “omessa pronuncia” e determina la nullità della sentenza.

Le Conclusioni: Il Dovere del Giudice di Rispondere ai Motivi Specifici

In conclusione, la sentenza impugnata è stata cassata con rinvio alla Corte d’Appello di Napoli, in diversa composizione, per un nuovo esame che dovrà, questa volta, affrontare il merito della questione originariamente sollevata. La decisione ribadisce un principio cardine del nostro ordinamento processuale: il giudice ha il dovere di rispondere puntualmente ai motivi di impugnazione. Non può ignorarli e sostituirli con argomentazioni proprie, per quanto pertinenti possano sembrare al caso generale. Questo garantisce il diritto di difesa delle parti e la coerenza logica del percorso decisionale. Per le imprese, ciò significa che la contestazione del superamento delle soglie di fallibilità è un argomento che merita una risposta specifica e non può essere aggirato da considerazioni generiche sullo stato di insolvenza.

Cosa significa violazione del principio di “corrispondenza tra il chiesto ed il pronunciato”?
Significa che il giudice ha omesso di decidere su una domanda o un’eccezione specifica sollevata da una parte, oppure ha deciso su questioni non proposte. In questo caso, la Corte d’Appello ha ignorato il motivo di reclamo relativo alle soglie di fallibilità e ha deciso basandosi su un diverso criterio, quello dell’incapienza del patrimonio.

Perché la sentenza della Corte d’Appello è stata annullata?
La sentenza è stata annullata perché, non pronunciandosi sull’unico motivo di reclamo avanzato dalla società (il mancato superamento delle soglie dimensionali di fallibilità), la Corte d’Appello ha commesso un errore di procedura noto come “omessa pronuncia”, che costituisce una violazione dell’art. 112 c.p.c. e causa la nullità della decisione.

Cosa accade ora che la sentenza è stata “cassata con rinvio”?
La causa torna alla Corte d’Appello di Napoli, che dovrà essere composta da giudici diversi. Questo nuovo collegio dovrà riesaminare il reclamo, ma questa volta sarà obbligato a pronunciarsi specificamente sulla questione del superamento delle soglie di fallibilità, attenendosi al principio di diritto stabilito dalla Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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