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Correzione errore materiale: spese legali dimenticate

Un avvocato, dopo aver vinto una causa in Cassazione, non si vedeva liquidate le spese legali a causa di una svista nell’ordinanza. La Corte Suprema, tramite il procedimento di correzione errore materiale, ha emendato la propria precedente decisione. Ha riconosciuto l’omissione come un errore e ha disposto la liquidazione delle spese in favore del professionista, condannando la parte soccombente al pagamento. La decisione sottolinea che la correzione errore materiale è lo strumento corretto per sanare questo tipo di dimenticanze.

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Pubblicato il 19 luglio 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Correzione Errore Materiale: Cosa Fare se il Giudice Dimentica le Spese Legali?

Un avvocato vince una causa, ma nella sentenza non c’è traccia della condanna della controparte al pagamento delle spese legali. Un incubo? No, un errore che può accadere, ma per cui esiste un rimedio preciso: la correzione errore materiale. Questo strumento procedurale si rivela fondamentale per sanare le omissioni del giudice senza dover intraprendere complessi e lunghi percorsi giudiziari. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un esempio lampante di come funziona questo meccanismo.

Il Caso in Analisi: Una Dimenticanza della Cassazione

Un avvocato si era costituito come controricorrente in un giudizio dinanzi alla Corte di Cassazione, difendendosi con successo. La Corte, con una prima ordinanza, aveva dichiarato inammissibile il ricorso della controparte. Tuttavia, nel dispositivo della stessa ordinanza, pur menzionando la costituzione dell’avvocato nell’epigrafe, la Corte aveva omesso completamente di liquidare le spese legali in suo favore. Anzi, aveva affermato che “nulla risulta dovuto per le spese del presente giudizio”.

Di fronte a questa evidente omissione, il legale non si è perso d’animo e ha presentato un’istanza specifica alla stessa Corte, chiedendo appunto la correzione errore materiale del precedente provvedimento.

Il Principio della Correzione Errore Materiale per le Spese

La Corte di Cassazione, nell’accogliere il ricorso, ha ribadito un principio di diritto fondamentale, già sancito dalle Sezioni Unite. Quando il giudice, pur manifestando in motivazione la volontà di porre le spese a carico della parte soccombente, omette di quantificarle nel dispositivo, la parte interessata non deve impugnare la sentenza, ma deve utilizzare la procedura di correzione errore materiale (artt. 287 e 391-bis c.p.c.).

Questo strumento è pensato proprio per rimediare a sviste, errori di calcolo o, come in questo caso, dimenticanze che non intaccano la volontà decisionale del giudice ma ne inficiano la completa attuazione pratica.

La Decisione della Corte e la Correzione Effettuata

La Corte ha riconosciuto che l’omissione era palese. L’affermazione che “nulla era dovuto per le spese” si riferiva chiaramente all’altra parte convenuta, una compagnia assicurativa, che non aveva svolto attività difensiva nel giudizio di legittimità. L’errore consisteva nel non aver considerato la posizione del legale, che si era invece costituito e difeso attivamente.

Di conseguenza, la Corte ha disposto la correzione della precedente ordinanza, aggiungendo un nuovo paragrafo al dispositivo che:

1. Chiarisce che l’improcedibilità del controricorso e la statuizione sulle spese a zero riguardavano solo la compagnia assicurativa.
2. Condanna la ricorrente originaria (la parte soccombente) al pagamento delle spese legali in favore dell’avvocato vittorioso.
3. Liquida tali spese in euro 2.500,00 per compensi, oltre a 200,00 euro per esborsi, rimborso forfettario e accessori di legge.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sulla distinzione logica tra le posizioni dei diversi resistenti. Era evidente che la volontà del collegio fosse quella di sanzionare la parte che aveva promosso un ricorso inammissibile. L’omissione della liquidazione in favore della parte che si era attivamente difesa costituiva una palese discrasia tra l’intento del giudice e il testo del dispositivo, configurando un classico errore materiale. La Corte ha quindi agito per ripristinare la coerenza interna del proprio provvedimento, dando completa attuazione al principio della soccombenza.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è un’importante conferma per tutti i professionisti legali. Dimostra che la correzione errore materiale è una via efficace e relativamente rapida per ottenere giustizia di fronte a una dimenticanza del giudice sulla liquidazione delle spese. Si evita così un’impugnazione, con i relativi costi e tempi. È però cruciale notare un ultimo aspetto menzionato dalla Corte: il procedimento di correzione non dà diritto a un’ulteriore liquidazione di spese. La sua funzione è puramente emendativa e non può diventare fonte di un nuovo credito per l’attività svolta per la correzione stessa.

Cosa succede se un giudice omette di liquidare le spese legali nel dispositivo di una sentenza?
La parte vittoriosa deve avviare la procedura di correzione di errore materiale per ottenere la quantificazione e la liquidazione delle spese che le spettano.

È possibile richiedere il rimborso delle spese legali sostenute per il procedimento di correzione?
No, il provvedimento analizzato specifica che nel procedimento di correzione di errore materiale non è ammessa alcuna pronuncia sulle spese processuali relative alla procedura di correzione stessa.

Come ha fatto la Corte a distinguere tra i diversi resistenti nell’ordinanza originale?
La Corte ha interpretato la frase ‘nulla risulta dovuto per le spese’ come palesemente riferita all’altra parte resistente (una compagnia assicurativa) che non aveva svolto attività difensiva, e non all’avvocato che si era invece ritualmente costituito e difeso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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