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Correzione errore materiale: quando il giudice sbaglia

La Corte di Cassazione ha accolto un ricorso per la correzione di un errore materiale in una sua precedente ordinanza. L’errore consisteva nell’aver indicato in modo errato il nome di una delle parti, un condominio. La Corte ha disposto la rettifica del nome, specificando che si trattava di un mero errore materiale suscettibile di correzione secondo la procedura specifica, senza alcuna incidenza sulla decisione di merito e senza statuizione sulle spese.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Correzione Errore Materiale: La Cassazione Interviene su un’Ordinanza

L’infallibilità non è una caratteristica umana, e nemmeno degli atti giudiziari. Può capitare che un’ordinanza o una sentenza contengano imprecisioni o sviste. Il nostro ordinamento prevede uno strumento specifico per rimediare a queste situazioni: la correzione errore materiale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un esempio pratico di come funziona questa procedura, sottolineando l’importanza della precisione formale negli atti della giustizia.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un precedente provvedimento della stessa Corte di Cassazione. In quell’ordinanza, che definiva un giudizio di legittimità, era stato indicato erroneamente il nome di una delle parti in causa. Nello specifico, un condominio, parte del contenzioso, era stato menzionato con un nome di via errato (‘Rondinella’ anziché ‘Rotondella’).

La parte che aveva interesse alla rettifica, una cittadina controricorrente nel giudizio originario, ha quindi presentato un’istanza apposita alla Suprema Corte, chiedendo di emendare il provvedimento decisorio per ripristinare la corretta denominazione della controparte.

La Decisione della Corte e la Correzione Errore Materiale

La Corte Suprema di Cassazione, esaminata l’istanza, ha ritenuto il ricorso fondato. Ha riconosciuto che l’indicazione di ‘Condominio di via Rondinella 40’ in luogo della denominazione esatta ‘Condominio di via Rotondella 40’ costituiva, a tutti gli effetti, un errore materiale.

Di conseguenza, i giudici hanno accolto la richiesta e disposto la correzione dell’ordinanza precedente. La Corte ha ordinato di sostituire le parole errate con quelle corrette, sanando così l’imprecisione contenuta nell’atto. La trattazione del caso è avvenuta con la procedura semplificata prevista dall’articolo 391-bis del codice di procedura civile, specifica per queste situazioni.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte è stata lineare e concisa. I giudici hanno semplicemente constatato la presenza di un’inesattezza oggettiva nell’intestazione del provvedimento. Non si trattava di un errore di giudizio o di valutazione, ma di una mera svista nella trascrizione del nome di una parte. Questo tipo di sbaglio rientra perfettamente nella definizione di ‘errore materiale’.

La legge prevede esplicitamente che tali errori, che non incidono sulla sostanza della decisione, possano essere corretti attraverso un procedimento snello, senza la necessità di riaprire il merito della controversia. La Corte ha quindi applicato la normativa di riferimento, accogliendo l’istanza e rettificando il proprio atto. Poiché si tratta di un provvedimento volto unicamente a correggere un errore, la Corte ha stabilito che non vi fosse luogo a provvedere sulle spese di giudizio.

Conclusioni

Questo caso, pur nella sua semplicità, dimostra l’efficienza del sistema giudiziario nel garantire l’accuratezza e la precisione formale dei propri atti. La procedura di correzione errore materiale è uno strumento fondamentale che permette di emendare sviste e imprecisioni senza intaccare la stabilità delle decisioni giudiziarie. Assicura che i provvedimenti siano non solo giusti nella sostanza, ma anche formalmente ineccepibili, un requisito essenziale per la certezza del diritto e per la corretta esecuzione delle decisioni stesse.

Cosa si intende per errore materiale in un provvedimento giudiziario?
Per errore materiale si intende una svista, un errore di calcolo o un’inesattezza nella trascrizione (come un nome o una data errati) che non altera il contenuto logico e giuridico della decisione. È un errore che riguarda la forma e non la sostanza.

È possibile correggere un errore in un’ordinanza della Corte di Cassazione?
Sì, come dimostra il caso in esame. La legge prevede una procedura specifica (art. 391-bis c.p.c.) per la correzione degli errori materiali contenuti nei provvedimenti della Corte di Cassazione, che viene attivata su ricorso della parte interessata.

La procedura di correzione di un errore materiale comporta il pagamento di nuove spese legali?
No, nel caso analizzato la Corte ha stabilito ‘Nulla per le spese’. Trattandosi di un provvedimento che si limita a correggere un errore della stessa autorità giudiziaria, di norma non vengono addebitate ulteriori spese alle parti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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