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Correzione errore materiale: quando il giudice sbaglia

Un’ordinanza della Corte di Cassazione affronta un caso di correzione errore materiale. In un precedente giudizio, un istituto bancario era risultato perdente, ma il dispositivo della sentenza aveva erroneamente condannato la parte vittoriosa al pagamento delle spese legali. La Corte ha accolto l’istanza di correzione, ripristinando il corretto onere delle spese a carico della parte soccombente, in applicazione del principio generale.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Errore Materiale: la Cassazione corregge sé stessa sulla Condanna alle Spese

Nel mondo del diritto, anche una virgola fuori posto può avere conseguenze significative. Tuttavia, non tutti gli errori sono uguali. L’ordinamento prevede uno strumento specifico, la correzione errore materiale, per rimediare a sviste che non intaccano la logica giuridica della decisione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un esempio lampante di come funziona questo meccanismo, in particolare quando l’errore riguarda la statuizione sulle spese processuali.

I Fatti di Causa: una Condanna Paradossale

Il caso nasce da un’istanza presentata dal difensore di una signora, risultata vittoriosa in un precedente giudizio di cassazione contro un noto istituto bancario. Nonostante la vittoria, il dispositivo dell’ordinanza originale conteneva un errore palese: condannava la signora stessa, ovvero la parte vincitrice, al pagamento delle spese processuali in favore dell’istituto di credito, che invece era la parte soccombente.

Evidentemente si trattava di un lapsus calami, una svista nella redazione del provvedimento che invertiva i soggetti del rapporto dare-avere relativo alle spese di lite. Di fronte a questo paradosso, è stata avanzata un’istanza per la correzione dell’errore, chiedendo alla Corte di emendare la propria decisione e di porre correttamente le spese a carico dell’istituto bancario, come richiesto dal principio di soccombenza.

La Procedura di Correzione Errore Materiale e le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha ritenuto l’istanza fondata, accogliendola e disponendo la correzione richiesta. I giudici hanno chiarito che la situazione rientrava perfettamente nell’ambito dell’errore materiale emendabile ai sensi dell’articolo 287 del Codice di Procedura Civile.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte è stata lineare e diretta. L’ordinanza originale, pur ritenendo infondato il ricorso dell’istituto bancario, e quindi decretandone la soccombenza, aveva poi disposto nel dispositivo una condanna alle spese in suo favore. Questo contrasto tra la motivazione (che identificava chiaramente la parte perdente) e il dispositivo (che premiava erroneamente la stessa parte) costituiva un errore materiale evidente.

La Corte ha specificato che le spese di lite avrebbero dovuto essere regolate secondo il principio della soccombenza, un cardine del nostro sistema processuale. Pertanto, ha corretto il provvedimento, specificando che dove si leggeva “condanna la ricorrente al pagamento in favore dell’Istituto bancario”, si doveva intendere “condanna l’Istituto bancario al pagamento in favore della resistente”.

Un aspetto interessante riguarda le spese del procedimento di correzione stesso. La Corte, richiamando un precedente delle Sezioni Unite, ha stabilito che non vi era luogo a disporre sulle spese per questa procedura, data la sua natura “meramente amministrativa”. In altre parole, la correzione di un proprio errore non genera un nuovo contenzioso con un vincitore e un vinto, ma è un’attività dovuta per ripristinare la correttezza formale dell’atto.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce l’importanza dello strumento della correzione dell’errore materiale come meccanismo di “autocorrezione” del giudice, essenziale per garantire la coerenza e la giustizia formale dei provvedimenti. Dimostra che anche il più alto organo giurisdizionale può incorrere in sviste, ma che l’ordinamento fornisce gli strumenti per porvi rimedio in modo rapido ed efficace. Per le parti processuali, ciò rappresenta una garanzia fondamentale: un errore di battitura o una distrazione non possono sovvertire l’esito sostanziale di un giudizio. La decisione chiarisce inoltre che la parte che si attiva per far correggere un errore non deve temere di essere gravata di ulteriori costi, poiché il procedimento ha una finalità ripristinatoria e non contenziosa.

Cosa si intende per errore materiale in un provvedimento giudiziario?
Per errore materiale si intende una svista, un’omissione o un errore di calcolo che non incide sul contenuto concettuale e volitivo della decisione del giudice, ma solo sulla sua manifestazione esteriore. Può essere corretto con una procedura semplificata.

Chi è tenuto a pagare le spese legali al termine di un processo?
Secondo il principio della soccombenza, la parte che ha perso la causa (soccombente) è tenuta a rimborsare le spese legali sostenute dalla parte che ha vinto. L’errore nel caso di specie è stato proprio l’inversione di questo principio nel dispositivo della decisione.

Il procedimento per la correzione di un errore materiale comporta nuove spese legali?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che, data la natura meramente amministrativa e non contenziosa del procedimento di correzione, non si deve disporre una nuova condanna alle spese per questa specifica fase.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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