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Correzione errore materiale: quando è possibile

Un ricorrente chiede la correzione errore materiale di un’ordinanza della Corte di Cassazione che lo aveva erroneamente condannato al pagamento delle spese legali a favore di una controparte non costituitasi in giudizio. La Corte accoglie parzialmente l’istanza, eliminando la condanna alle spese in quanto ‘mera svista redazionale’, ma rigetta le richieste relative al contributo unificato e al patrocinio a spese dello Stato, poiché non costituiscono errori materiali.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Correzione Errore Materiale: Quando la Cassazione Annulla la Condanna alle Spese

L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento sul perimetro di applicazione della correzione errore materiale, un istituto processuale fondamentale per rimediare a sviste che possono inficiare un provvedimento giudiziario. Il caso specifico riguarda un ricorso in Cassazione in cui il ricorrente, pur vedendosi respingere l’impugnazione, era stato erroneamente condannato al pagamento delle spese processuali a favore della controparte, la quale non si era nemmeno costituita in giudizio. Analizziamo come la Suprema Corte ha risolto la questione, distinguendo ciò che è una svista da ciò che attiene al merito della decisione.

I Fatti del Caso: Una Condanna alle Spese Inaspettata

Un lavoratore presentava ricorso per Cassazione contro una società in stato di fallimento. La Corte Suprema rigettava il ricorso. Nel dispositivo dell’ordinanza, tuttavia, il lavoratore veniva condannato a pagare le spese processuali, liquidate in una somma considerevole.

Il punto cruciale della vicenda è che la società fallita era rimasta ‘intimata’, ovvero non si era costituita in giudizio e non aveva svolto alcuna attività difensiva. Di conseguenza, non sussisteva alcun presupposto per riconoscerle un rimborso delle spese legali.

La Richiesta di Correzione e la Decisione della Corte

Il lavoratore, tramite il suo legale, ha quindi presentato un’istanza per la correzione errore materiale dell’ordinanza, chiedendo principalmente tre cose:
1. L’annullamento della condanna al pagamento delle spese processuali.
2. L’annullamento della statuizione relativa al versamento dell’ulteriore contributo unificato.
3. L’emissione di un decreto di pagamento a favore del suo difensore per il patrocinio a spese dello Stato.

La Corte di Cassazione ha accolto solo la prima richiesta, rigettando le altre due.

L’Analisi della Corte sulla correzione errore materiale

La decisione della Corte si fonda su una netta distinzione tra ciò che costituisce un errore materiale emendabile e ciò che, invece, rappresenta una valutazione di merito non modificabile con questo strumento.

La Condanna alle Spese: Una ‘Mera Svista Redazionale’

La Corte ha riconosciuto che la condanna al pagamento delle spese era frutto di una ‘mera svista redazionale’. La motivazione dell’ordinanza originale, infatti, non conteneva alcun riferimento alla liquidazione delle spese, e l’intestazione specificava correttamente che la controparte era rimasta semplice ‘intimata’. Poiché non vi era stata alcuna attività difensiva da parte della società, non vi era alcun titolo per una condanna alle spese. La presenza di tale statuizione solo nel dispositivo finale ha confermato la sua natura di errore materiale, che è stato quindi corretto eliminando il passo in questione.

Contributo Unificato e Patrocinio a Spese dello Stato: Questioni di Merito

Diversamente, le altre richieste sono state respinte. La Corte ha spiegato che la statuizione sulla sussistenza dei presupposti per il versamento del doppio del contributo unificato non è un errore. Essa è una conseguenza automatica prevista dalla legge (art. 13, comma 1-quater, D.P.R. 115/2002) in caso di rigetto integrale del ricorso, e non una condanna diretta al pagamento. Pertanto, non vi era alcun errore da correggere.

Allo stesso modo, la richiesta di un decreto di pagamento per il patrocinio a spese dello Stato è stata ritenuta estranea alla procedura di correzione. Tale provvedimento di liquidazione è un atto distinto e separato dall’ordinanza che definisce il giudizio, e la sua eventuale omissione non rientra nel campo degli errori materiali.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte risiedono nella natura stessa dell’istituto della correzione errore materiale, disciplinato dall’art. 391-bis c.p.c. Questo strumento serve a rimediare a difformità evidenti tra la volontà del giudice (come emerge dalla motivazione) e la sua espressione formale (nel dispositivo), senza però intaccare il contenuto sostanziale della decisione. Nel caso in esame, la condanna alle spese era in palese contrasto con la situazione processuale descritta nella stessa ordinanza (controparte non costituita), configurandosi come un errore manifesto. Le altre richieste, invece, miravano a modificare aspetti legati al merito della decisione o a ottenere provvedimenti che esulano dalla funzione correttiva, e per questo sono state giustamente respinte.

Conclusioni: L’Importanza della Correzione dell’Errore Materiale

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: la giustizia deve essere non solo sostanziale, ma anche formalmente corretta. Lo strumento della correzione errore materiale garantisce che le sviste non pregiudichino i diritti delle parti. Insegna, inoltre, a distinguere chiaramente tra un errore di ‘penna’ e una valutazione di merito. Per gli operatori del diritto, è un monito a verificare sempre la coerenza tra motivazione e dispositivo, mentre per i cittadini è la conferma che esistono rimedi efficaci per correggere gli errori, anche quando provengono dalla più alta corte di giustizia.

È possibile correggere un’ordinanza che condanna al pagamento delle spese legali verso una parte che non si è difesa in giudizio?
Sì, la Corte ha stabilito che tale condanna costituisce un errore materiale, una ‘mera svista redazionale’, correggibile in quanto la parte non ha svolto alcuna attività difensiva che giustifichi un rimborso delle spese.

La mancata statuizione sul patrocinio a spese dello Stato è considerata un errore materiale correggibile?
No, la Corte ha chiarito che l’omissione di statuizioni relative al decreto di pagamento per il patrocinio a spese dello Stato non rientra tra gli errori materiali o le omissioni correggibili, in quanto si tratta di un provvedimento distinto e separato dall’ordinanza che definisce il ricorso.

Si può chiedere la correzione della statuizione sul ‘doppio contributo unificato’ se il ricorso principale è stato respinto?
No, la richiesta di annullare la statuizione che dà atto della sussistenza dei presupposti per il versamento dell’ulteriore contributo unificato non è accoglibile. Se il ricorso principale è stato rigettato, la sussistenza di tali presupposti è una conseguenza prevista dalla legge e non costituisce un errore materiale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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