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Correzione errore materiale: quando è inammissibile

Una società immobiliare ha richiesto la correzione di un errore materiale in un’ordinanza, sostenendo un calcolo errato delle spese legali basato su un valore della causa inesatto. La Corte di Cassazione ha dichiarato la richiesta inammissibile, specificando che la procedura per la correzione errore materiale è applicabile solo a sviste palesi e non a contestazioni sulla valutazione di merito del giudice, come la determinazione delle spese processuali.

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Correzione Errore Materiale: Limiti e Inammissibilità secondo la Cassazione

L’istituto della correzione errore materiale rappresenta uno strumento fondamentale nel nostro ordinamento processuale, ma i suoi confini sono netti e invalicabili. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ce lo ricorda, chiarendo quando una richiesta di correzione esula dalle sue finalità per trasformarsi in un tentativo, non consentito, di rimettere in discussione il merito della decisione. Il caso analizzato riguarda la liquidazione delle spese legali e l’asserito errore nella valutazione del valore della causa.

I Fatti del Caso: La Richiesta di una Società Immobiliare

Una società immobiliare, risultata soccombente in un precedente giudizio di cassazione, veniva condannata al pagamento delle spese processuali in favore di un noto istituto di credito. La liquidazione prevedeva un importo di 6.000,00 euro per compensi, oltre a spese forfettarie, esborsi e accessori di legge.
Ritenendo tale importo eccessivo, la società presentava un’istanza alla stessa Corte, chiedendo la correzione errore materiale dell’ordinanza. La tesi della ricorrente si fondava su un presupposto: la Corte avrebbe commesso un errore materiale nell’apprezzare il valore della causa, che a dire della società era di soli 21.098,02 euro. Un valore inferiore avrebbe, secondo la sua prospettiva, dovuto condurre a una liquidazione delle spese notevolmente più bassa.

La Decisione della Cassazione e i Limiti della Correzione Errore Materiale

La Suprema Corte ha dichiarato l’istanza inammissibile. I giudici hanno ribadito un principio cardine del diritto processuale: la procedura di correzione degli errori materiali, disciplinata dagli articoli 287 e 391-bis del codice di procedura civile, è circoscritta a ipotesi ben definite. Può essere utilizzata per sanare un difetto di corrispondenza tra il pensiero del giudice (l’ideazione) e la sua manifestazione scritta (la rappresentazione grafica).

La Distinzione tra Errore Materiale ed Errore di Giudizio

L’errore materiale è una svista, un’omissione o un errore di calcolo palese, rilevabile direttamente dal testo del provvedimento. Un esempio classico è un errore di battitura nel nome di una parte o un’errata somma aritmetica. Al contrario, l’errore di giudizio attiene al processo logico-giuridico che ha portato il giudice a quella decisione. Contestare la valutazione del valore della causa ai fini della liquidazione delle spese non è una questione di forma, ma di sostanza. Significa mettere in discussione il criterio valutativo adottato dal giudice, un’operazione che non può essere effettuata tramite lo strumento della correzione.

Le Motivazioni: Perché l’istanza è stata respinta

La Corte ha spiegato che il presunto errore indicato dalla società non emergeva dal testo stesso dell’ordinanza. Non vi era alcuna contraddizione interna o palese svista. La ricorrente, in realtà, contestava la necessità di liquidare le spese in base a un importo specifico (ricavato peraltro dai valori medi), senza considerare che la liquidazione giudiziale non è un’operazione matematica vincolata, ma rientra nel potere discrezionale del giudice, che può anche tenere conto di maggiorazioni previste dalla legge (come l’art. 4 del D.M. n. 55/2014). Pertanto, la richiesta non mirava a correggere un errore materiale, ma a ottenere una nuova valutazione sul merito della liquidazione, incidendo sul contenuto concettuale e sostanziale della decisione. Un simile riesame è precluso nel procedimento di correzione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza riafferma con forza la differenza tra errore materiale e vizio di giudizio. Le parti non possono utilizzare l’istanza di correzione come un’impropria via di impugnazione per rimettere in discussione aspetti valutativi e decisionali del provvedimento. La liquidazione delle spese legali, se non affetta da un errore di calcolo manifesto e verificabile ictu oculi, costituisce espressione del potere discrezionale del giudice e può essere contestata solo attraverso i mezzi di impugnazione ordinari, non con una richiesta di correzione. La decisione serve da monito per distinguere attentamente gli strumenti processuali a disposizione, evitando di percorrere strade proceduralmente non corrette e destinate all’insuccesso.

Quando è possibile richiedere la correzione di un errore materiale in un provvedimento giudiziario?
La correzione è possibile solo per ovviare a un difetto di corrispondenza tra l’ideazione del giudice e la sua materiale rappresentazione grafica (es. errori di calcolo, omissioni, sviste). L’errore deve essere chiaramente rilevabile dal testo stesso del provvedimento e non deve incidere sul contenuto concettuale e sostanziale della decisione.

La presunta errata valutazione del valore della causa per la liquidazione delle spese è un errore materiale correggibile?
No. Secondo la Corte di Cassazione, un supposto errore nella valutazione del valore della causa ai fini della liquidazione delle spese non costituisce un errore materiale correggibile, in quanto non si ricava dal testo del provvedimento e attiene al merito della decisione del giudice, non a una semplice svista formale.

Perché la Corte ha dichiarato inammissibile l’istanza in questo caso?
La Corte ha dichiarato l’istanza inammissibile perché la richiesta della società non mirava a correggere un errore palese, ma a contestare il criterio di liquidazione delle spese adottato dai giudici. Questo tipo di contestazione incide sul contenuto sostanziale della decisione e non può essere veicolata tramite il procedimento di correzione di errore materiale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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