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Correzione errore materiale: le spese del CTU

La Corte di Cassazione, attraverso un’ordinanza di correzione errore materiale, ha rettificato una sua precedente decisione. L’errore consisteva nell’omissione di specificare la ripartizione delle spese del Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) dopo aver disposto la compensazione integrale delle spese legali tra un ente locale e la controparte. La Corte ha chiarito che, in caso di compensazione, le spese del CTU devono essere suddivise in misura paritaria tra le parti, poiché la consulenza è svolta nell’interesse generale della giustizia e comune a tutte le parti del processo.

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Correzione Errore Materiale: Come si Ripartiscono le Spese del CTU?

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, interviene per effettuare una correzione errore materiale in un suo precedente provvedimento, offrendo un importante chiarimento sulla ripartizione delle spese del Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) in caso di compensazione delle spese processuali. Questa decisione sottolinea un principio fondamentale di equità procedurale: quando i costi del giudizio vengono annullati tra le parti, anche gli oneri accessori, come quelli per la perizia tecnica, devono seguire una logica di equa suddivisione.

Il Contesto: L’Omissione nell’Ordinanza Originale

La vicenda nasce da un’omissione. In una precedente ordinanza, la Suprema Corte aveva deciso di compensare integralmente le spese legali tra le parti coinvolte in una controversia. Tuttavia, nel dispositivo della decisione, non era stata inserita alcuna indicazione specifica riguardo alla sorte delle spese sostenute per la consulenza tecnica d’ufficio (CTU) svoltasi nelle fasi di merito. Questa lacuna ha reso necessario un intervento successivo per sanare quello che è stato identificato come un mero errore di trascrizione.

L’Intervento della Corte e la Correzione Errore Materiale

La Corte, su segnalazione del giudice relatore, ha attivato d’ufficio la procedura di correzione errore materiale prevista dal codice di procedura civile. È fondamentale comprendere che tale procedura non modifica la volontà del giudice né il contenuto sostanziale della decisione, ma si limita a emendare sviste, omissioni o errori di calcolo che non incidono sulla statuizione. In questo caso, i giudici hanno rilevato che la decisione di ripartire equamente le spese del CTU era già stata presa in camera di consiglio, ma semplicemente non era stata trascritta nel testo finale dell’ordinanza.

La Ripartizione delle Spese del CTU: Un Principio di Equità

Il cuore della decisione si basa su un principio consolidato. Le spese per la CTU, pur essendo anticipate da una delle parti, non sono sostenute nell’interesse esclusivo di chi le paga. Il consulente, infatti, è un ausiliario del giudice e la sua attività è finalizzata all’accertamento della verità processuale, operando quindi nell’interesse generale della giustizia e, di conseguenza, nell’interesse comune di tutte le parti coinvolte. Pertanto, quando il giudice decide per la compensazione integrale delle spese, è logico e consequenziale che anche i costi del CTU, quale spesa del processo, vengano suddivisi paritariamente.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha motivato il suo intervento correttivo su due livelli. In primo luogo, ha evidenziato la natura puramente formale dell’errore: si è trattato di una ‘mera omissione di trascrizione’, come risultava dallo statino dell’adunanza camerale. In secondo luogo, ha ribadito il principio giuridico secondo cui, quando la Cassazione decide la causa nel merito, deve provvedere anche alla regolamentazione di tutte le spese dell’intero processo, comprese quelle per le consulenze svoltesi nelle fasi precedenti. Stante la compensazione integrale, i costi del CTU devono essere ripartiti in modo paritario, essendo un ‘incombente svolto nell’interesse generale della giustizia e, correlativamente, nell’interesse comune delle parti’, come supportato da giurisprudenza costante.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La decisione in esame, pur essendo una correzione errore materiale, assume un valore pratico significativo. Essa conferma che, in assenza di una diversa e specifica statuizione del giudice, la compensazione totale delle spese processuali implica automaticamente la ripartizione in parti uguali dei costi della CTU. Questo principio fornisce una guida chiara per avvocati e parti processuali, evitando incertezze interpretative e potenziali contenziosi sulla ripartizione di tali oneri. L’ordinanza rafforza l’idea che l’equità nella gestione dei costi processuali si estende a tutte le componenti della spesa, rispecchiando la funzione super partes degli strumenti di accertamento tecnico.

Cosa si intende per correzione di errore materiale in una sentenza o ordinanza?
È una procedura utilizzata per correggere errori di trascrizione, di calcolo o altre sviste presenti in un provvedimento giudiziario, senza però alterare il contenuto sostanziale della decisione del giudice.

Come devono essere suddivise le spese del consulente tecnico d’ufficio (CTU) se il giudice compensa integralmente le spese legali tra le parti?
Secondo l’ordinanza, in caso di compensazione integrale delle spese legali, anche le spese del CTU devono essere suddivise in misura paritaria tra le parti, salvo diversa indicazione del giudice.

Perché le spese del CTU vengono ripartite equamente in caso di compensazione?
Perché l’attività del CTU è considerata svolta nell’interesse generale della giustizia e nell’interesse comune di tutte le parti del processo, non a vantaggio esclusivo di una sola di esse. La ripartizione paritaria è quindi una diretta conseguenza logica della compensazione delle spese processuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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