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Correzione errore materiale: la Cassazione interviene

La Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza per la correzione di un errore materiale riscontrato in un suo precedente provvedimento. L’ordinanza originaria includeva per sbaglio diverse pagine di testo appartenenti a un’altra causa. Con la nuova decisione, la Corte ha disposto la rimozione delle parti estranee, ripristinando il contenuto corretto dell’atto e chiarendo la natura della procedura di correzione.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Correzione Errore Materiale: La Cassazione Fa Chiarezza su un’Ordinanza

Nel percorso della giustizia, la precisione formale è tanto importante quanto la correttezza sostanziale di una decisione. Ma cosa accade quando un provvedimento giudiziario, anche del più alto grado, contiene una svista? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un esempio pratico della procedura di correzione errore materiale, un meccanismo fondamentale per garantire l’integrità e la chiarezza degli atti giudiziari senza dover rimettere in discussione l’intera causa.

I Fatti del Caso: Un’Ordinanza con Testo “Alieno”

La vicenda prende le mosse da un’ordinanza emessa dalla stessa Corte di Cassazione nell’agosto del 2023. Quel provvedimento aveva definito un ricorso presentato da un ente previdenziale contro un lavoratore. Tuttavia, a un’analisi successiva, la Corte si è accorta d’ufficio di un grave vizio formale: a partire da pagina 11, subito dopo la firma del Presidente del collegio, il testo dell’ordinanza era stato erroneamente sostituito con quello di un’altra decisione, relativa a una controversia completamente diversa.

Questo “inquinamento” testuale, pur non alterando la decisione finale già assunta nelle pagine precedenti, rendeva l’atto formalmente scorretto e potenzialmente confusionario. Di fronte a questa situazione, la Corte ha attivato la specifica procedura prevista dal Codice di procedura civile per porre rimedio.

Il Meccanismo della Correzione Errore Materiale

L’articolo 391-bis del Codice di procedura civile disciplina la procedura per la correzione degli errori materiali e la revoca delle sentenze della Cassazione. Nel caso in esame, trattandosi di un mero errore materiale che non intaccava il contenuto logico-giuridico della decisione, la Corte ha potuto procedere con un rito semplificato in camera di consiglio.

L’errore consisteva, appunto, nell’aver materialmente inserito un testo estraneo nel documento. Non si trattava di un errore di giudizio, ma di una semplice svista di composizione del testo finale. La procedura di correzione, quindi, non ha lo scopo di riesaminare il merito della controversia, ma solo di emendare l’atto per renderlo conforme alla reale volontà del collegio giudicante.

La Natura Amministrativa del Procedimento

Un punto chiave chiarito dalla Corte riguarda la natura di questo procedimento. Esso ha carattere prevalentemente amministrativo piuttosto che contenzioso. L’obiettivo è ripristinare la correttezza formale dell’atto. Per questa ragione, non c’è una parte “vincitrice” e una “soccombente”. Di conseguenza, la Corte ha stabilito che non si dovesse provvedere alla ripartizione delle spese legali, citando precedenti giurisprudenziali consolidati in materia.

Le Motivazioni della Decisione

Nelle sue motivazioni, la Corte di Cassazione ha ribadito che l’errore rilevato era puramente materiale e non aveva alcuna incidenza sull’attività valutativa né sul contenuto sostanziale della decisione originale. L’intervento correttivo era quindi necessario per espungere dal provvedimento tutto ciò che era stato erroneamente riportato. La Corte ha specificato che l’ordinanza del 2023 doveva essere corretta “espungendo dal suo contenuto quanto è riportato da pagina 11, dopo la sottoscrizione della Presidente, fino a pagina 21”.

Le Conclusioni

L’ordinanza si conclude con un dispositivo chiaro e perentorio. La Corte dispone la correzione del suo precedente provvedimento e manda alla cancelleria di annotare tale correzione sull’originale del documento emendato, come prescritto dall’articolo 288 del Codice di procedura civile. Questa decisione rappresenta un importante promemoria sull’importanza della precisione formale negli atti giudiziari e sull’efficacia degli strumenti procedurali, come la correzione errore materiale, per salvaguardare la certezza del diritto e la corretta amministrazione della giustizia.

Cos’è un errore materiale in un provvedimento giudiziario?
È una svista puramente formale, come un errore di battitura o l’inserimento di un testo estraneo, che non altera il ragionamento logico-giuridico e la volontà del giudice espressa nella decisione.

Come si rimedia a un errore materiale in una decisione della Cassazione?
Si attiva d’ufficio o su richiesta di parte la procedura di correzione prevista dall’art. 391-bis c.p.c., che non richiede una nuova impugnazione ma porta a un’ordinanza che emenda il provvedimento originale.

La procedura di correzione di errore materiale prevede la condanna alle spese per una delle parti?
No, la Corte ha specificato che, data la natura amministrativa del procedimento, non vi è una parte “soccombente” in senso proprio, e quindi non si deve disporre nulla in merito al riparto delle spese.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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