Correzione Errore Materiale: Quando un Punto fa la Differenza tra 5 e 5.000 Euro
Nel mondo del diritto, la precisione è fondamentale. Ogni parola, ogni numero in un atto giudiziario ha un peso specifico. Cosa succede, però, quando un semplice errore di battitura si insinua nella parte più importante di una decisione, il dispositivo? Un’ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come l’ordinamento preveda un rimedio rapido ed efficace: la correzione errore materiale. Questo strumento consente di rettificare sviste evidenti senza dover rimettere in discussione l’intera causa, garantendo certezza e giustizia. Analizziamo un caso emblematico in cui un importo di 5.000 euro è stato erroneamente trascritto come 5 euro.
Il Caso in Esame: Un Errore di Scrittura nel Dispositivo
Una cittadina aveva promosso un giudizio di legittimità contro il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. La Corte di Cassazione, con una precedente ordinanza, aveva rigettato il ricorso, condannando la ricorrente al pagamento delle spese legali in favore del Ministero. Tuttavia, nel quantificare tali spese, il dispositivo dell’ordinanza riportava la dicitura “euro 5.00,00 per compensi”.
Il Ministero, assistito dall’Avvocatura Generale dello Stato, ha immediatamente notato l’incongruenza. Era evidente che la cifra indicata fosse frutto di un lapsus calami, un errore di digitazione, e che l’importo che la Corte intendeva liquidare fosse in realtà di “euro 5.000,00”. Per questo motivo, ha presentato un’istanza per ottenere la correzione errore materiale del provvedimento.
Il Meccanismo della Correzione Errore Materiale
La procedura di correzione errore materiale è pensata per sanare quegli sbagli che non incidono sulla sostanza della decisione, ma che riguardano la sua estrinsecazione formale. Si tratta di errori di calcolo, omissioni o sviste palesi che, se non corretti, potrebbero creare incertezza nell’esecuzione del provvedimento.
In questo caso, la Corte ha accolto l’istanza del Ministero, riconoscendo che non vi fossero dubbi sulla natura dell’errore. Il dato numerico “5.00,00” non era concretamente rappresentativo di alcuna somma congrua per le spese di un giudizio di Cassazione. La Corte ha chiarito che la sua intenzione, basata sul valore indeterminabile della causa e sulle relative tariffe forensi, era quella di liquidare un compenso professionale di 5.000,00 euro.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La Corte ha fondato la sua decisione su una constatazione di palese evidenza. I giudici hanno spiegato che l’importo di “euro 5.00,00” non poteva che essere il risultato di una svista materiale. La liquidazione delle spese processuali segue parametri legali precisi, legati al valore e alla complessità della causa. Un importo così esiguo sarebbe stato palesemente sproporzionato e irragionevole.
Di conseguenza, la Corte ha disposto la correzione del dispositivo della precedente ordinanza, specificando che dove si leggeva “euro 5.00,00” si doveva intendere “euro 5.000,00”. Il dispositivo è stato quindi riformulato per riflettere la volontà originaria del collegio giudicante, condannando la parte ricorrente al pagamento delle spese liquidate nel corretto importo di euro 5.000,00, oltre alle spese prenotate a debito.
Conclusioni: L’Importanza della Precisione e i Rimedi Previsti
Questa vicenda sottolinea l’importanza della precisione nella redazione degli atti giudiziari e, allo stesso tempo, l’efficacia degli strumenti che l’ordinamento mette a disposizione per porre rimedio a errori involontari. La correzione errore materiale si dimostra un istituto essenziale per preservare la coerenza e l’effettività delle decisioni giudiziarie, evitando che meri errori formali possano compromettere l’esecuzione della giustizia.
Il caso dimostra che il sistema legale è dotato di meccanismi di autocorrezione che funzionano in modo celere, ripristinando la corretta interpretazione e applicazione di un provvedimento senza la necessità di avviare un nuovo, complesso e costoso procedimento di impugnazione. Infine, la Corte ha specificato che per questo tipo di procedura non è previsto un provvedimento sulle spese, confermando un orientamento consolidato.
Cos’è una correzione di errore materiale?
È una procedura legale che permette di correggere errori evidenti e involontari (come refusi, errori di calcolo o di trascrizione) contenuti in un provvedimento del giudice, senza alterare il contenuto sostanziale della decisione.
Perché l’importo ‘euro 5.00,00’ è stato considerato un errore materiale?
Perché la Corte ha ritenuto evidente che tale cifra non potesse rappresentare in modo concreto il compenso per le spese legali di un giudizio di legittimità. Sulla base del valore della causa e delle tariffe forensi, l’importo corretto e inteso dal collegio era palesemente di euro 5.000,00.
Chi paga le spese per il procedimento di correzione?
Secondo l’ordinanza, non vi è luogo a provvedere sulle spese del procedimento di correzione. Questo significa che ciascuna parte sostiene i propri costi, in linea con un orientamento giurisprudenziale citato nel testo.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. L Num. 1763 Anno 2025
Civile Ord. Sez. L Num. 1763 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data pubblicazione: 24/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso 1694-2018 proposto da:
COGNOME NOME, elettivamente domiciliata in ROMA, INDIRIZZO presso lo studio dell’avvocato NOMECOGNOME che la rappresenta e difende;
– ricorrente –
contro
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA RAGIONE_SOCIALE (già MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI), in persona del Ministro pro tempore, rappresentato e difeso ope legis dall’AVVOCATURA GENERALE DELLO STATO, presso i cui Uffici domicilia in ROMA, alla INDIRIZZO;
– controricorrente –
per la correzione dell’ordinanza n. 13213/2024 della CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE di ROMA, depositata il 14/05/2024 R.G.N. 1694/2018;
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 21/11/2024 dal Consigliere Dott. NOME COGNOME
Oggetto
CORREZIONE ERRORE MATERIALE
R.G.N. 1694/2018
COGNOME
Rep.
Ud. 21/11/2024
CC
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RILEVATO
che il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale presentava istanza di correzione dell’errore materiale che assumeva contento nell’ ordinanza n. 13213/2024 pubblicata il 14 maggio 2024 con cui, a definizione del giudizio di legittimità promosso da NOME COGNOME nei confronti del Ministero predetto, che aveva resistito con controricorso, questa Corte si era pronunziata per il rigetto del ricorso proposto dalla COGNOME e la condanna della medesima al pagamento in favore del Ministero delle spese del giudizio di legittimità, dal momento che nel dispositivo della sentenza in questione le spese liquidate in favore del Ministero erano determinate con la seguente dicitura ‘euro 5.00,00 per compensi’ quando evidentemente l’importo che si intendeva indicare corrispondeva ad ‘euro 5.000,00’ .
CONSIDERATO
che il ricorso per correzione materiale è fondato e va accolto, non sussistendo dubbi che il dato numerico riportato nel dispositivo non è concretamente rappresentativo di alcuna somma mentre è evidente che, in base al valore indeterminabile della causa e al relativo scaglione delle tariffe forensi, il Collegio intendeva liquidare a titolo di compensi professionali l’importo di euro 5.000,00;
che va pertanto disposta la correzione dell’errore materiale contenuto nel dispositivo dell’ordinanza n. 13213/2024 riconoscendo in favore del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale le spese del giudizio di legittimità nell’impor to di euro 5.000,00;
che non vi è luogo a provvedere sulle spese del presente procedimento (cfr. Cass. n. 12184/2020)
P.Q.M.
La Corte dispone la correzione dell’errore materiale contenuto nell’ordinanza n. 13213/2024 pubblicata il 14 maggio 2024 nel
senso che ove nel dispositivo si legge ‘euro 5.00,00’ debba leggersi ed intendersi ‘euro 5.000,00’, risultando il dispositivo riformulato nei termini seguenti ‘La Corte rigetta il ricorso condanna parte ricorrente al pagamento delle spese del presente giudizio di legittimità che liquida in euro 5.000,00 oltre spese prenotate a debito’.
Manda alla Cancelleria per l’annotazione e gli adempimenti Così deciso in Roma, nell’adunanza camerale del 21.1 1.2024