Correzione Errore Materiale: Quando un Dettaglio Fa la Differenza
Nel complesso mondo del diritto, la precisione è fondamentale. Una singola parola fuori posto può alterare il significato di una decisione giudiziaria. Fortunatamente, l’ordinamento prevede uno strumento agile per rimediare a sviste e imprecisioni: la correzione errore materiale. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un esempio pratico di come funziona questo istituto, chiarendo un aspetto tecnico ma cruciale relativo alla liquidazione delle spese legali.
I Fatti del Caso
La vicenda nasce da un contenzioso tra un cittadino e un noto Ente Previdenziale. La Corte di Cassazione si era già pronunciata sulla questione, dichiarando inammissibile il ricorso dell’Ente e condannandolo al pagamento delle spese legali in favore del cittadino. Tuttavia, nel dispositivo della sentenza, era stata inserita una dicitura errata. La liquidazione delle spese, infatti, includeva la frase “oltre spese prenotate a debito”.
Il cittadino, attraverso il suo legale, ha quindi presentato un’istanza per la correzione di questo errore, sostenendo che tale formula fosse inappropriata al suo caso. Si è quindi aperto un nuovo, breve procedimento finalizzato unicamente a valutare la fondatezza di questa richiesta.
La Decisione della Corte sulla Correzione Errore Materiale
La Corte di Cassazione ha ritenuto l’istanza del cittadino fondata e ha disposto la correzione della precedente sentenza. I giudici hanno riconosciuto che l’inserimento della dicitura “oltre spese prenotate a debito” costituiva un palese errore materiale.
Di conseguenza, la Corte ha ordinato la modifica del dispositivo della sentenza originale. La frase errata è stata sostituita con la formula corretta: “oltre spese generali al 15% ed altri accessori di legge”. La Corte ha quindi riformulato per intero la parte decisionale, specificando l’importo liquidato per esborsi e compensi, a cui si aggiungono, appunto, le spese generali e gli altri oneri previsti dalla normativa vigente.
Le Motivazioni
La motivazione dietro la decisione è squisitamente tecnica ma di grande importanza pratica. La formula “spese prenotate a debito” si applica esclusivamente quando una delle parti in causa è un’amministrazione dello Stato difesa dall’Avvocatura dello Stato. In questi casi, lo Stato non anticipa le spese, ma le ‘prenota’ per un recupero successivo.
Nel caso di specie, la parte vittoriosa era un privato cittadino, assistito da un avvocato di fiducia. Egli, pertanto, non beneficiava di tale meccanismo. L’errore della Corte era stato quello di utilizzare una formula standardizzata in un contesto sbagliato. La corretta liquidazione delle spese in favore di un privato deve invece prevedere, oltre a esborsi e compensi, il rimborso delle spese generali (quantificate forfettariamente al 15% sui compensi) e gli altri ‘accessori di legge’, come IVA e contributo previdenziale forense.
La Corte ha quindi agito per ripristinare la corretta applicazione delle norme procedurali, garantendo che il dispositivo della sentenza riflettesse accuratamente i diritti della parte vittoriosa. Inoltre, citando un precedente delle Sezioni Unite, la Corte ha stabilito che non vi fosse luogo a provvedere sulle spese di questo specifico procedimento di correzione.
Conclusioni
Questa ordinanza, pur risolvendo un problema apparentemente minore, ribadisce un principio fondamentale: l’importanza della precisione formale nei provvedimenti giudiziari. L’istituto della correzione errore materiale si dimostra uno strumento essenziale per assicurare che le decisioni dei giudici siano non solo giuste nella sostanza, ma anche impeccabili nella forma. Per i cittadini e i loro legali, ciò significa avere la garanzia che i propri diritti, inclusi quelli relativi al rimborso delle spese legali, siano enunciati in modo chiaro e tecnicamente corretto, evitando ambiguità e future contestazioni.
Che cos’è un errore materiale secondo questa ordinanza?
È una svista o un’imprecisione nel testo di una sentenza che non incide sulla volontà decisionale del giudice. In questo caso, l’uso di una formula giuridica errata (‘spese prenotate a debito’) per la liquidazione delle spese legali.
Perché la dicitura ‘oltre spese prenotate a debito’ era sbagliata in questo caso?
Perché tale formula si applica solo quando la parte è assistita dall’Avvocatura dello Stato, mentre nel caso specifico la parte vittoriosa era un privato cittadino con un proprio avvocato, che non beneficia di tale regime.
Qual è la formula corretta per liquidare le spese legali in favore di un privato?
La formula corretta, come indicato dalla Corte, è ‘oltre spese generali al 15% ed altri accessori di legge’, che si aggiunge agli importi stabiliti per esborsi e compensi professionali.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. L Num. 5704 Anno 2025
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Civile Ord. Sez. L Num. 5704 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data pubblicazione: 04/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso 19085-2024 proposto da:
NOME COGNOME, elettivamente domiciliato in ROMA, INDIRIZZO presso NOME COGNOME, rappresentato e difeso dall’avvocato NOME COGNOME;
– ricorrente –
contro
RAGIONE_SOCIALE; – intimato – per la correzione della sentenza n. 18698/2024 della CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE di ROMA, depositata il 09/07/2024 R.G.N. 22937/2023;
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 05/02/2025 dal Consigliere Dott. NOME COGNOME
RILEVATO
che NOME COGNOME presentava istanza di correzione dell’errore materiale che assumeva recato dalla sentenza n. 18698/2024 pubblicata il 9 luglio 2024 con cui, a definizione del giudizio di
Oggetto
Correzione errore materiale
R.G.N. 19085/2024
COGNOME
Rep.
Ud. 05/02/2025
CC
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legittimità promosso dall’INPS nei confronti del COGNOME predetto, che aveva resistito con controricorso, questa Corte si era pronunziata per l’inammissibilità del ricorso proposto dall’INPS e per la condanna del medesimo al pagamento in favore del COGNOME delle spese del giudizio di legittimità, dal momento che nel dispositivo della sentenza in questione alla liquidazione delle spese in favore del COGNOME risultava aggiunta la dicitura ‘oltre spese prenotate a debito’.
CONSIDERATO
che il ricorso per correzione materiale è fondato e va accolto non essendo coinvolto in causa alcun soggetto che beneficia dell’assistenza dell’Avvocatura dello Stato cui è consentita la prenotazione a debito delle spese;
che va pertanto disposta la correzione dell’errore materiale contenuto nel dispositivo della sentenza n. 18698/2024 riconoscendo in favore di NOME COGNOME in aggiunta agli esborsi e alle competenze professionali del giudizio di legittimità, la liquidazione delle spese generali al 15% e degli altri accessori di legge;
che non vi è luogo a provvedere sulle spese del presente procedimento (cfr. Cass. S.u. n. 29432/2024)
P.Q.M.
La Corte dispone la correzione dell’errore materiale contenuto nella sentenza n. 18698/2024 pubblicata il 9 luglio 2024 nel senso che nel dispositivo ove si legge ‘oltre spese prenotate a debito’ si deve leggere ‘oltre spese generali al 15% ed altri accessori di legge’, risultando il dispositivo riformulato nei termini segu enti ‘La Corte dichiara inammissibile il ricorso e condanna parte ricorrente al pagamento delle spese del presente giudizio di legittimità che liquida in euro 200,00 per esborsi ed euro 4.500,00 per compensi, oltre spese generali al 15% ed altri accessori di legge’.
Manda alla Cancelleria per l’annotazione e gli adempimenti Così deciso in Roma, nell’adunanza camerale del 5 febbraio