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Correzione errore materiale: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza specifica, ha disposto la rettifica di alcuni errori di battitura contenuti in un suo precedente provvedimento. Il caso riguardava un contenzioso di lavoro. La Corte ha chiarito che la procedura di correzione errore materiale ha natura amministrativa e non contenziosa, pertanto non prevede la condanna al pagamento delle spese processuali, in quanto non vi è una parte soccombente nel merito della procedura di correzione stessa.

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Correzione Errore Materiale: Quando e Come si Rettifica un Provvedimento Giudiziario

Nel percorso della giustizia, la precisione è fondamentale. Tuttavia, può capitare che un provvedimento giudiziario, come una sentenza o un’ordinanza, contenga delle sviste. In questi casi, la legge prevede uno strumento specifico: la correzione errore materiale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come funziona questa procedura e quali sono le sue implicazioni, soprattutto riguardo alle spese legali.

I Fatti del Caso: un Semplice Sbaglio di Scrittura

La vicenda trae origine da una controversia di lavoro in cui un dipendente, operaio specializzato con mansioni di ‘forestale’, aveva citato in giudizio il suo datore di lavoro, un ente regionale, per il mancato pagamento di ore di straordinario. Il lavoratore aveva ottenuto ragione sia in primo grado che in appello.

L’ente datore di lavoro aveva quindi presentato ricorso alla Corte di Cassazione, ma anche in quella sede il ricorso era stato rigettato. Tuttavia, nell’ordinanza della Suprema Corte erano presenti alcuni errori puramente formali:
1. Il cognome del lavoratore era stato indicato in modo errato in un punto del testo.
2. Mancava una parentesi di chiusura dopo la parola ‘forestale’.
3. Era stata menzionata una città sbagliata (Foggia invece di Bari) come sede del Tribunale di primo grado.

Di fronte a queste imprecisioni, l’ente ha presentato un’istanza per ottenere la rettifica.

La Decisione della Corte: la Procedura di Correzione Errore Materiale

La Corte di Cassazione ha accolto l’istanza e ha disposto la correzione errore materiale del proprio precedente provvedimento. Ha ordinato di sostituire il cognome sbagliato con quello corretto, di aggiungere la parentesi mancante e di sostituire il nome della città errato con quello giusto. La Corte ha inoltre precisato un punto cruciale: in questa procedura non vi è luogo a provvedere sulle spese processuali.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha basato la sua decisione sulla natura specifica della procedura di correzione, disciplinata dagli articoli 287 e seguenti e 391-bis del codice di procedura civile. I giudici hanno chiarito che questo procedimento non ha carattere contenzioso, ma piuttosto ordinatorio e amministrativo. Il suo scopo non è risolvere un conflitto tra le parti, ma semplicemente emendare un atto da sviste che non ne intaccano il contenuto decisionale.

Poiché non si tratta di un giudizio di merito in cui una parte vince e l’altra perde, non si può individuare una ‘parte soccombente’ in senso tecnico. Di conseguenza, non sussistono i presupposti per applicare l’articolo 91 del codice di procedura civile, che regola la condanna alle spese processuali a carico di chi perde la causa. Questa interpretazione è consolidata nella giurisprudenza, come richiamato dalla stessa Corte.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio importante: la correzione errore materiale è uno strumento agile e non conflittuale, finalizzato a garantire l’accuratezza formale degli atti giudiziari. La decisione sottolinea che l’attivazione di tale procedura non deve comportare oneri economici aggiuntivi per le parti in termini di spese legali, proprio perché il suo obiettivo è puramente emendativo e non decisorio. Per le parti e i loro legali, ciò significa poter richiedere la rettifica di un errore palese senza il timore di subire una condanna alle spese, favorendo così la certezza e la chiarezza dei provvedimenti della giustizia.

Cosa si intende per errore materiale in un provvedimento giudiziario?
Per errore materiale si intende una svista puramente formale, come un errore di battitura, un errore di calcolo o l’indicazione errata di un nome o di un luogo, che non incide sulla sostanza della decisione presa dal giudice.

La procedura di correzione di errore materiale comporta l’addebito di nuove spese processuali?
No, la procedura non comporta la condanna alle spese processuali. Secondo la Corte di Cassazione, essa ha natura ordinatoria e amministrativa, non contenziosa. Non essendoci una parte ‘soccombente’, non si applica il principio della condanna alle spese.

Chi si occupa di eseguire materialmente la correzione sull’atto originale?
La Corte ordina alla Cancelleria di annotare la correzione direttamente sull’originale del provvedimento giudiziario che conteneva l’errore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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