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Correzione errore materiale: il caso della Cassazione

Un’ordinanza della Corte di Cassazione affronta un’istanza di correzione errore materiale. Un precedente provvedimento presentava una palese contraddizione tra la motivazione, che accoglieva il primo motivo di ricorso di un istituto bancario, e il dispositivo, che invece accoglieva il secondo. La Corte, riconoscendo l’errore palese, ha rettificato l’ordinanza per garantire coerenza, affermando che tale procedura non serve a modificare la decisione, ma solo a sanare discordanze evidenti.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Correzione Errore Materiale: Quando la Cassazione si Corregge da Sola

Anche il più attento dei giudici può commettere un errore. Non parliamo di un errore di valutazione, ma di una svista puramente materiale, una discordanza tra il pensiero e la sua trascrizione. Il nostro ordinamento prevede uno strumento per sanare queste situazioni: la correzione errore materiale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un esempio lampante di come funziona questo istituto, riaffermando il principio di coerenza e chiarezza che deve governare ogni atto giudiziario.

I Fatti del Caso: Una Contraddizione tra Motivazione e Dispositivo

La vicenda nasce da una precedente decisione della stessa Corte Suprema. Un istituto di credito aveva presentato ricorso, articolato in due motivi. Nella stesura dell’ordinanza, i giudici avevano chiaramente spiegato, nella parte dedicata alla motivazione, che il primo motivo di ricorso era fondato e che il suo accoglimento assorbiva l’esame del secondo. Un percorso logico-giuridico chiaro e definito.

Tuttavia, al momento di redigere il dispositivo, ovvero la parte finale che contiene la decisione vincolante, è avvenuto l’errore: il testo dichiarava inammissibile il primo motivo e accoglieva il secondo, ribaltando completamente quanto argomentato poche pagine prima. Questa palese contraddizione ha spinto la banca a richiedere una correzione errore materiale.

L’Intervento della Corte e la rettifica dell’errore

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha accolto la richiesta della banca. I giudici hanno riconosciuto che si trattava di un classico errore materiale, una discrepanza rilevabile “ictu oculi”, cioè a colpo d’occhio, dal semplice confronto tra la motivazione e il dispositivo.

Non era necessaria alcuna attività interpretativa o una nuova valutazione del merito della causa. L’errore era una semplice svista nella redazione, un difetto di corrispondenza tra l'”ideazione del giudice” (il suo ragionamento) e la “sua materiale rappresentazione grafica” (il testo scritto).

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha ribadito un principio fondamentale del diritto processuale: la procedura di correzione errore materiale serve a rimediare a sviste, errori di calcolo o a incongruenze evidenti, senza però modificare la sostanza della decisione voluta dal collegio giudicante. L’obiettivo è ripristinare la coerenza interna del provvedimento e garantire che il dispositivo rifletta fedelmente la volontà espressa nella motivazione. Accogliendo l’istanza, la Corte ha quindi disposto la modifica del dispositivo errato, sostituendolo con la formulazione corretta: “accoglie il primo motivo di ricorso; dichiara assorbito il secondo”.

Conclusioni: L’Importanza della Coerenza Giudiziale

Questo caso dimostra l’importanza dello strumento della correzione errore materiale come garanzia di affidabilità e certezza del diritto. Esso consente di sanare rapidamente le imperfezioni formali dei provvedimenti giudiziari, evitando che un semplice lapsus possa generare incertezze o contenziosi ulteriori. La decisione riafferma che la chiarezza e la coerenza tra le diverse parti di una sentenza o di un’ordinanza sono essenziali per preservare la credibilità della giustizia e assicurare che le decisioni siano non solo giuste nel merito, ma anche impeccabili nella forma.

Che cos’è un errore materiale secondo la Corte di Cassazione?
È un difetto di corrispondenza tra l’ideazione del giudice, espressa nella motivazione, e la sua materiale rappresentazione grafica nel dispositivo. Deve essere un errore evidente ‘ictu oculi’, cioè a colpo d’occhio, senza che sia necessaria un’attività di interpretazione della sentenza.

La procedura di correzione può essere usata per modificare la sostanza di una decisione?
No. La Corte chiarisce che questa procedura non può dar luogo a un’inammissibile attività di specificazione o interpretazione della sentenza. Serve unicamente a correggere errori palesi e a ristabilire la coerenza tra la motivazione e la decisione finale.

Cosa accade dopo che la Corte corregge un’ordinanza?
La Corte dispone che la correzione sia annotata sull’originale del provvedimento oggetto della correzione. Il testo corretto diventa così quello ufficiale, e gli effetti giuridici prodotti saranno quelli conformi alla decisione rettificata. Nel caso specifico, la causa è stata rinviata al tribunale competente per un nuovo giudizio basato sui principi corretti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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