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Correzione errore materiale: guida della Cassazione

La Corte di Cassazione interviene per la correzione errore materiale di una propria ordinanza. A seguito del ricorso di una cittadina, la Corte ha rettificato l’indicazione del giudice del rinvio, sostituendo il ‘Tribunale di Roma’ con il corretto ‘Tribunale di Tivoli’, riconoscendo che si trattava di un mero frutto di disattenzione emendabile con questa procedura.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Correzione Errore Materiale: Quando la Cassazione Corregge Se Stessa

Nel percorso della giustizia, la precisione è fondamentale. Tuttavia, anche ai massimi livelli, può capitare una svista. L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come l’ordinamento preveda uno strumento agile per rimediare: la correzione errore materiale. Questo meccanismo consente di rettificare imprecisioni formali senza intaccare la sostanza della decisione, garantendo efficienza e correttezza procedurale. Analizziamo come la Corte di Cassazione ha applicato questo principio in un caso riguardante l’errata indicazione del giudice competente.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una precedente ordinanza della Corte di Cassazione che, accogliendo il ricorso di una cittadina contro un ente previdenziale, aveva rinviato la causa a un altro giudice per un nuovo esame. Tuttavia, sia nella parte motiva che nel dispositivo del provvedimento, la Corte aveva erroneamente indicato come giudice del rinvio il ‘Tribunale di Roma’ anziché il ‘Tribunale di Tivoli’, che era quello territorialmente competente.

Accortasi dell’imprecisione, la ricorrente ha presentato un’istanza specifica, prevista dall’articolo 391 bis del codice di procedura civile, per ottenere la correzione dell’errore materiale contenuto nell’ordinanza.

La Decisione della Corte sulla Correzione Errore Materiale

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, riconoscendo pienamente la fondatezza della richiesta. I giudici hanno stabilito che l’errata indicazione del tribunale costituiva un palese errore materiale, frutto di mera ‘disattenzione’.

Di conseguenza, la Corte ha disposto la rettifica dell’ordinanza precedente, ordinando che ovunque fosse menzionato ‘Tribunale di Roma’ dovesse leggersi e intendersi ‘Tribunale di Tivoli’. Ha inoltre ordinato che di tale correzione venisse fatta annotazione a margine del provvedimento originale, sanando così l’imprecisione e permettendo al processo di proseguire correttamente dinanzi al giudice effettivamente competente.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è lineare e si fonda sulla natura stessa dell’errore. I giudici hanno chiarito che l’inesattezza non alterava in alcun modo il principio di diritto affermato né la logica giuridica della decisione originaria. L’errore era puramente formale e non di giudizio. Pertanto, lo strumento della correzione era quello più appropriato ed efficiente per porvi rimedio. La Corte ha rilevato che si trattava di un errore emendabile attraverso il ricorso al rimedio specifico, accogliendo l’istanza nei termini proposti. Inoltre, richiamando consolidata giurisprudenza, la Corte ha specificato che in questi casi non vi è luogo a provvedere sulle spese del procedimento di correzione.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce l’importanza e l’utilità del procedimento di correzione dell’errore materiale. Esso rappresenta un presidio di efficienza e ragionevolezza del sistema giudiziario, consentendo di risolvere rapidamente sviste che potrebbero altrimenti ostacolare o ritardare il corso della giustizia. Per le parti in causa, ciò significa avere la certezza che imprecisioni formali possano essere sanate senza dover intraprendere complessi iter processuali. La decisione conferma che la giustizia, pur nella sua solennità, dispone di meccanismi pragmatici per assicurare che il suo fine ultimo – una decisione corretta nel merito e nella procedura – venga sempre perseguito.

Che cos’è un errore materiale secondo questa ordinanza?
È un errore frutto di mera disattenzione, come l’indicazione di un tribunale errato, che non influisce sulla sostanza della decisione e può essere corretto.

Come si rimedia a un errore materiale in un’ordinanza della Corte di Cassazione?
Si rimedia attraverso un apposito ricorso per la correzione dell’errore materiale, come previsto dall’articolo 391 bis del codice di procedura civile, che porta a una rettifica del provvedimento originale.

Quali sono state le conseguenze pratiche della correzione nel caso di specie?
La Corte ha ordinato di sostituire l’indicazione ‘Tribunale di Roma’ con ‘Tribunale di Tivoli’ nell’ordinanza originale e di annotare tale modifica a margine del documento, permettendo così alla causa di proseguire davanti al giudice territorialmente competente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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