Correzione Errore Materiale: Il Caso del Doppio Contributo Unificato Dimenticato
Nel mondo del diritto, la precisione è fondamentale. Ogni parola in un atto giudiziario ha un peso e un significato specifici. Ma cosa succede quando, per una svista, un provvedimento esce incompleto? Il meccanismo della correzione errore materiale serve proprio a sanare queste imperfezioni formali senza alterare la sostanza della decisione. Un recente caso esaminato dalla Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di questo istituto, evidenziando l’importanza di ogni singolo adempimento processuale, come la declaratoria sul doppio contributo unificato.
I Fatti di Causa: Un’Omissione Procedurale
La vicenda trae origine da un ricorso presentato dalla curatela fallimentare di una società contro una società cooperativa. Il ricorso era stato definito dalla Corte di Cassazione con una prima ordinanza che, tuttavia, presentava un’omissione. I giudici, nel redigere il provvedimento, avevano dimenticato di inserire la clausola, prevista dalla legge, che attesta la sussistenza dei presupposti per il pagamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato da parte del ricorrente soccombente.
Questa dichiarazione non è una mera formalità, ma un obbligo di legge che scatta automaticamente in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell’impugnazione. La sua assenza, pur non modificando l’esito del giudizio, rendeva l’atto formalmente incompleto.
L’Intervento della Corte per la Correzione Errore Materiale
Accortasi della svista, la stessa Sezione della Corte che aveva emesso la prima decisione è intervenuta d’ufficio. Il Presidente ha disposto l’avvio del procedimento di correzione errore materiale per sanare l’omissione. Questo procedimento speciale permette di correggere errori di calcolo, sviste o imprecisioni che non incidono sul contenuto volitivo e logico-giuridico della decisione, in modo rapido e senza dover rimettere in discussione il merito della causa.
La Corte ha quindi emesso una nuova ordinanza con l’unico scopo di integrare il provvedimento precedente, aggiungendo la frase mancante sia nella parte della motivazione sia nel dispositivo finale.
Le Motivazioni della Decisione
Le motivazioni alla base di questa seconda ordinanza sono puramente procedurali e fondate sulla necessità di garantire la completezza e la conformità dell’atto giudiziario alla normativa vigente. La Corte ha semplicemente accertato l’esistenza di un’omissione di natura materiale, un’incompleta formulazione del dispositivo e della motivazione rispetto a quanto previsto dall’art. 13, comma 1-quater, del d.P.R. 115/2002 (Testo Unico sulle Spese di Giustizia).
L’ordinanza di correzione non riesamina il caso, ma si limita a disporre l’aggiunta delle frasi necessarie. Nello specifico, viene inserita la dicitura che “si dà atto della sussistenza dei presupposti processuali per il versamento, ad opera della parte ricorrente, di un’ulteriore somma pari a quella prevista per il ricorso”. Questo intervento assicura che il provvedimento sia formalmente perfetto e che l’obbligo di pagamento del doppio contributo unificato sia esplicitamente attestato, come richiesto dalla legge.
Conclusioni: L’Importanza della Precisione negli Atti Giudiziari
Questo caso, sebbene semplice nella sua risoluzione, è emblematico dell’importanza del rigore formale nel diritto. Dimostra come l’ordinamento preveda strumenti efficaci, come la correzione errore materiale, per rimediare a sviste che potrebbero altrimenti generare incertezze. La vicenda sottolinea due aspetti fondamentali: primo, la natura automatica e inderogabile di alcuni obblighi processuali, come il versamento del doppio contributo unificato in caso di soccombenza in appello; secondo, la capacità del sistema giudiziario di auto-correggersi per assicurare la piena aderenza alla legge e la certezza del diritto, anche negli aspetti apparentemente più formali.
Cosa si intende per correzione di errore materiale in un provvedimento giudiziario?
È una procedura speciale che consente di correggere sviste, omissioni o errori di calcolo in una sentenza o ordinanza, a condizione che questi non alterino il contenuto logico e decisionale del provvedimento. Si tratta di un rimedio per imperfezioni formali.
Perché la Corte di Cassazione ha dovuto correggere la sua precedente ordinanza?
La Corte ha dovuto correggere la precedente ordinanza perché aveva omesso di inserire la dicitura, obbligatoria per legge, che attesta la sussistenza dei presupposti per il pagamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato da parte del ricorrente, la cui impugnazione era stata respinta.
Qual è la conseguenza pratica della correzione per la parte ricorrente?
La correzione formalizza e rende esplicita, all’interno del provvedimento giudiziario, l’esistenza dei presupposti di legge che obbligano la parte ricorrente (soccombente) a versare un’ulteriore somma pari a quella già dovuta per il contributo unificato iniziale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 2 Num. 23799 Anno 2025
Civile Ord. Sez. 2 Num. 23799 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data pubblicazione: 24/08/2025
ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 13383/2024 R.G. proposto da : RAGIONE_SOCIALE N.20/2018, difeso da ll’avvocato COGNOME
-ricorrente-
contro
RAGIONE_SOCIALE difesa da ll’avvocato COGNOME
-controricorrente-
avverso SENTENZA di TRIBUNALE LIVORNO n. 618/2024 depositata il 02/05/2024.
Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 11/06/2025 dal Consigliere NOME COGNOME
FATTI DI CAUSA E RAGIONI DELLA DECISIONE
In riferimento al ricorso in epigrafe, definito da questa Corte con ordinanza n. 2333 del 31/01/2025, il Presidente titolare della Seconda Sezione ha disposto con provvedimento del 25/02/2025 che sia valutato di correggere la mancata constatazione della sussi-
stenza dei presupposti processuali per il versamento, ad opera della parte ricorrente, di un’ulteriore somma pari a quella prevista per il ricorso a titolo di contributo unificato a norma dell’art. 1 -bis dello stesso art. 13, se dovuto.
Accertato l’errore materiale, si dispone che: nell’ordinanza n. 2333 del 2025, nella parte motiva, a pag. 5, paragrafo 4, dopo le parole ‘ si liquidano in dispositivo.’ sia aggiunta la frase: ‘ Inoltre, ai sensi dell’art. 13 co. 1 -quater d.p.r. 115/2002, si dà atto della sussistenza dei presupposti processuali per il versamento, ad opera della parte ricorrente, di un’ulteriore somma pari a quella prevista per il ricorso a titolo di contributo unificato a norma dell’art. 1 -bis dello stesso art. 13, se dovuto. ‘ ; nel dispositivo, a pag. 5, dopo le parole ‘accessori di legge.’ sia aggiunta la frase: ‘ Sussistono i presupposti processuali per il versamento, ad opera della parte ricorrente, di un’ulteriore somma pari a quella prevista per il ricorso a titolo di contributo unificato, se dovuto. ‘. Si dispone inoltre che la correzione sia annotata sull’originale del provvedimento da correggere.
P.Q.M.
La Corte dispone che nell’ordinanza n. 2333 del 2025, nella parte motiva, a pag. 5, paragrafo 4, dopo le parole ‘si liquidano in dispositivo.’ sia aggiunta la frase: ‘Inoltre, ai sensi dell’art. 13 co. 1 -quater d.p.r. 115/2002, si dà atto della sussistenza dei presupposti processuali per il versamento, ad opera della parte ricorrente, di un’ulteriore somma pari a quella prevista per il ricorso a titolo di contributo unificato a norma dell’art. 1 -bis dello stesso art. 13, se dovuto.’; nel dispositivo, a pag. 5, dopo le parole ‘accessori di legge.’ sia aggiunta la frase: ‘Sussistono i presupposti processuali per il versamento, ad opera della parte ricorrente, di un’ulteriore somma pari a quella prevista per il ricorso a titolo di contributo unificato, se dovuto.’. La Corte dispone inoltre che la correzione sia annotata sull’originale del provvedimento da correggere.
Così deciso in Roma, il 11/06/2025.