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Correzione errore materiale: data di entrata in vigore

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1381/2024, ha disposto d’ufficio la correzione di un errore materiale contenuto in una sua precedente sentenza (n. 19712/2023). L’errore riguardava l’indicazione della data di entrata in vigore di una nuova norma processuale (art. 591-ter c.p.c.), erroneamente indicata come “30 giugno 2023” anziché la corretta data del “28 febbraio 2023”. La Corte ha rilevato l’errore, riconoscendolo come palese e rettificabile d’ufficio per garantire la certezza del diritto e la corretta applicazione delle norme processuali.

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Correzione Errore Materiale: la Cassazione Rettifica la Data di una Riforma

Nel mondo del diritto, la precisione è tutto. Anche un singolo numero, come una data, può avere conseguenze significative sull’applicazione di una legge. Un esempio lampante ci viene offerto dall’ordinanza della Corte di Cassazione che analizziamo oggi, la quale si occupa di una correzione errore materiale relativa alla data di entrata in vigore di una importante riforma processuale. Questo provvedimento sottolinea come il sistema giudiziario possieda meccanismi interni per garantire chiarezza e certezza, anche rettificando le proprie sviste.

Il Fatto: la Data Errata in Sentenza

La vicenda ha origine da una precedente sentenza della stessa Corte di Cassazione, la n. 19712/2023. In quella decisione, emessa nell’ambito di una controversia tra una creditrice e una procedura fallimentare, la Corte aveva citato la nuova disciplina introdotta dal d.lgs. n. 149/2022 (parte della c.d. “Riforma Cartabia”).

Nel testo della sentenza, sia a pagina 5 che a pagina 7, veniva indicato che la nuova normativa sarebbe entrata in vigore a partire dal “30 giugno 2023”. Tuttavia, questa data non teneva conto delle modifiche legislative intervenute successivamente, che avevano anticipato l’entrata in vigore al “28 febbraio 2023”. Si trattava di una svista evidente, un errore puramente materiale ma potenzialmente fonte di confusione per operatori del diritto e tribunali.

La Procedura di Correzione Errore Materiale in Cassazione

L’ordinamento prevede uno strumento specifico per rimediare a questo tipo di imprecisioni: la procedura di correzione errore materiale, disciplinata dagli articoli 287 e 391-bis del codice di procedura civile. Questa procedura consente al giudice di correggere, su istanza di parte o anche di propria iniziativa (d’ufficio), gli errori di calcolo, le omissioni o, come in questo caso, le indicazioni erronee che non incidono sulla sostanza della decisione.

La caratteristica fondamentale dell’errore materiale è la sua riconoscibilità ictu oculi, ovvero a colpo d’occhio, dal semplice confronto tra quanto scritto nel provvedimento e la realtà normativa o processuale. In questo caso, la Corte ha agito d’ufficio, senza bisogno di un’istanza delle parti, rilevando autonomamente la discrepanza tra la data indicata e quella effettivamente in vigore.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione, nell’ordinanza di correzione, ha motivato la propria decisione in modo chiaro e conciso. I giudici hanno spiegato che l’indicazione della data “30 giugno 2023” costituiva un palese errore materiale. Questo perché la sentenza non aveva considerato le modifiche che avevano anticipato l’entrata in vigore della riforma. L’errore era rilevabile ictu oculi dal semplice esame del testo normativo vigente al momento della decisione.

La Corte ha quindi disposto che, nei passaggi incriminati della precedente sentenza, la data “30 giugno 2023” dovesse leggersi e intendersi come “28 febbraio 2023”. Ha inoltre ordinato che tale correzione venisse annotata direttamente sull’originale del provvedimento corretto, garantendo così la pubblicità e l’efficacia della rettifica.

Le Conclusioni

La decisione in esame, sebbene di natura prettamente procedurale, riveste un’importanza pratica notevole. In primo luogo, riafferma il principio di certezza del diritto: è fondamentale che tutti gli operatori possano fare affidamento su indicazioni normative corrette, specialmente quando provengono dalla Suprema Corte. In secondo luogo, dimostra l’efficienza degli strumenti di autocorrezione del sistema giudiziario, capaci di rimediare a sviste formali senza la necessità di avviare complessi e lunghi procedimenti di impugnazione. Per avvocati e giudici, questa ordinanza è un monito sull’importanza di verificare sempre le versioni più aggiornate delle norme, ma anche una rassicurazione sul fatto che gli errori materiali possono essere sanati in modo rapido ed efficace.

Cosa si intende per errore materiale in un provvedimento giudiziario?
Si tratta di una svista palese che non influisce sul contenuto logico-giuridico della decisione. Esempi tipici sono errori di calcolo, di trascrizione di nomi o, come in questo caso, l’indicazione di una data errata.

Perché la Corte di Cassazione ha corretto la data dal 30 giugno al 28 febbraio 2023?
La Corte ha corretto la data perché la sentenza originale faceva riferimento a una previsione normativa superata. Successive modifiche legislative avevano infatti anticipato la data di entrata in vigore della riforma processuale in questione al 28 febbraio 2023, e la sentenza doveva riflettere questa modifica.

Qual è l’effetto pratico di questa correzione?
L’effetto principale è quello di ristabilire la certezza del diritto. La sentenza corretta fornisce ora l’esatta indicazione temporale per l’applicazione delle nuove norme procedurali, eliminando ogni possibile dubbio interpretativo per i giudici e gli avvocati che dovranno applicare quella disciplina.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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