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Corresponsabilità del danneggiato: esclusa senza prove

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di alcuni comproprietari condannati per la realizzazione di opere abusive, confermando la decisione della Corte d’Appello che aveva escluso la corresponsabilità del danneggiato. Secondo la Suprema Corte, la mera conoscenza dell’abuso da parte di chi subisce il danno non è sufficiente a configurare un concorso di colpa. Spetta a chi ha commesso l’illecito fornire la prova rigorosa di una condotta negligente o imprudente da parte del danneggiato, cosa che nel caso di specie non è avvenuta. La Corte ha inoltre ribadito che il giudice di merito può discostarsi dalle conclusioni del consulente tecnico d’ufficio (CTU), purché motivi adeguatamente la sua decisione basandosi su altre prove, come le testimonianze.

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Abusi edilizi: nessuna corresponsabilità del danneggiato senza prova

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nelle controversie immobiliari: la corresponsabilità del danneggiato a seguito di abusi edilizi. Con una decisione netta, la Suprema Corte stabilisce che la semplice conoscenza dell’illecito non basta per ridurre il risarcimento dovuto; chi invoca il concorso di colpa deve fornire una prova concreta della negligenza della controparte.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dalla causa intentata da due coniugi contro i loro vicini, comproprietari dell’immobile, per ottenere la demolizione di opere edili abusive e il risarcimento dei danni subiti. Il Tribunale di primo grado aveva accolto parzialmente la domanda, riconoscendo però una corresponsabilità del danneggiato nella misura del 30%, ritenendo che anch’essi avessero in qualche modo contribuito all’illecito.

In appello, la situazione si ribalta: la Corte territoriale esclude completamente la corresponsabilità dei coniugi danneggiati, aumentando di conseguenza l’importo del risarcimento a carico degli autori dell’abuso. Questi ultimi, insoddisfatti della decisione, hanno quindi proposto ricorso in Cassazione, basandolo su tre motivi principali.

I Motivi del Ricorso e la corresponsabilità del danneggiato

I ricorrenti hanno lamentato, in primo luogo, la violazione dell’articolo 1227 del codice civile, sostenendo che la controparte fosse a conoscenza dell’abuso edilizio e che le modifiche progettuali fossero state addirittura richieste dagli stessi attori. Secondo la loro tesi, questo comportamento avrebbe dovuto configurare un concorso di colpa, esonerandoli da una parte della responsabilità.

In secondo luogo, hanno criticato la Corte d’Appello per essersi discostata dalle conclusioni della Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU), la quale aveva definito il pregiudizio come ‘minimo’, senza fornire una motivazione adeguata. Infine, hanno contestato la quantificazione del danno da mancata locazione, ritenendola priva di fondamento probatorio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato i motivi di ricorso inammissibili e infondati, confermando la sentenza d’appello.

Sul primo e centrale punto, quello relativo alla corresponsabilità del danneggiato, la Corte ha chiarito che i ricorrenti stavano tentando di ottenere un riesame dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità. I giudici hanno sottolineato che non è sufficiente affermare che la controparte fosse a conoscenza dell’abuso; è necessario dimostrare, con prove concrete, che la sua condotta sia stata negligente o imprudente al punto da contribuire causalmente al danno. La Corte d’Appello aveva correttamente ritenuto che tale prova non fosse stata fornita.

Quanto al secondo motivo, la Cassazione ha ribadito un principio consolidato: il giudice non è un mero esecutore delle conclusioni del CTU. Egli può discostarsi dalla perizia, a condizione di motivare la sua scelta basandosi su altri elementi probatori acquisiti nel processo. Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva legittimamente fondato la sua valutazione del danno su altre prove, come la testimonianza di un potenziale inquilino che aveva rinunciato all’affitto proprio a causa della demolizione del balcone.

Anche il terzo motivo è stato respinto in quanto considerato un tentativo di rimettere in discussione l’accertamento dei fatti e la valutazione delle prove, attività riservate al giudice di merito.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce alcuni principi fondamentali con importanti implicazioni pratiche:
1. Onere della Prova: Chi sostiene la corresponsabilità del danneggiato ha l’onere di provare non solo la conoscenza dell’illecito da parte di quest’ultimo, ma anche una sua condotta attiva o omissiva che abbia contribuito a causare il danno.
2. Autonomia del Giudice: Il giudice ha il potere-dovere di valutare tutte le prove disponibili, incluse le perizie tecniche, ma non è vincolato da esse. Può fondare la sua decisione su altri elementi, come le testimonianze, purché la sua motivazione sia logica e coerente.
3. Tutela del Danneggiato: Questa pronuncia rafforza la tutela di chi subisce un danno da abusi edilizi, evitando che il risarcimento venga ingiustamente ridotto sulla base di mere supposizioni o della semplice conoscenza dell’illecito altrui.

Se una persona è a conoscenza di un abuso edilizio che la danneggia, è automaticamente corresponsabile del danno?
No. Secondo la sentenza, la mera conoscenza dell’abuso non è sufficiente a configurare una corresponsabilità. È necessario che chi ha commesso l’illecito dimostri che la persona danneggiata ha tenuto una condotta negligente o imprudente che ha contribuito a causare il danno.

Il giudice può ignorare le conclusioni di un perito tecnico (CTU) nella sua decisione?
Sì, il giudice può discostarsi dalle conclusioni della Consulenza Tecnica d’Ufficio. Tuttavia, ha l’obbligo di spiegare le ragioni di tale scelta nella motivazione della sentenza, basando la sua diversa valutazione su altre prove emerse durante il processo, come ad esempio le testimonianze.

Chi deve provare la corresponsabilità della persona danneggiata in un illecito?
L’onere della prova della corresponsabilità del danneggiato ricade su chi ha causato il danno e invoca tale corresponsabilità per ottenere una riduzione del risarcimento. Deve fornire prove concrete della condotta colposa della parte danneggiata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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