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Corresponsabilità assegno: spedizione e colpa banca

Una recente ordinanza della Cassazione ha stabilito il principio di corresponsabilità assegno in caso di incasso fraudolento. Se un assegno non trasferibile viene spedito con posta ordinaria e poi pagato negligentemente da una banca a un soggetto non legittimato, la colpa è condivisa. Il mittente, scegliendo un metodo di spedizione non sicuro, contribuisce al danno e non può addossare l’intera responsabilità all’istituto di credito. La Corte ha quindi accolto il motivo di ricorso relativo alla colpa concorrente del mittente.

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Pubblicato il 22 dicembre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Corresponsabilità Assegno: La Colpa è di Chi Spedisce o di Chi Paga?

La questione della corresponsabilità assegno in caso di furto e incasso fraudolento è un tema di grande attualità. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito come la responsabilità per il danno debba essere ripartita tra chi spedisce un assegno con modalità non sicure e la banca che lo paga senza la dovuta diligenza. Questo articolo analizza la decisione, spiegando i principi applicati e le conseguenze pratiche per cittadini e imprese.

I Fatti del Caso: L’Assegno Smarrito e l’Incasso Fraudolento

Una compagnia di assicurazioni emetteva un assegno bancario non trasferibile di quasi 10.000 euro a favore di un proprio cliente. L’assegno veniva spedito tramite posta ordinaria, ma non giungeva mai al legittimo destinatario. Successivamente, la società scopriva che il titolo era stato incassato presso un noto istituto finanziario da un soggetto omonimo, che si era presentato con documenti di identità falsi.

Costretta a emettere un nuovo assegno per saldare il proprio debito, la compagnia assicuratrice citava in giudizio l’istituto finanziario per ottenere la restituzione della somma indebitamente pagata, sostenendo la sua negligenza nell’identificazione del presentatore.

Il Percorso Giudiziario: Decisioni Contrastanti

Il Tribunale di primo grado respingeva la domanda della compagnia, ritenendo non sufficientemente provato che il pagamento fosse avvenuto a favore di un soggetto non legittimato.

La Corte d’Appello, invece, ribaltava completamente la decisione. I giudici di secondo grado accertavano la colpa dell’istituto finanziario, il quale si era limitato a un controllo superficiale dei documenti (carta d’identità e codice fiscale). Secondo la Corte, tale controllo era insufficiente, specialmente nei confronti di un soggetto che non era un cliente abituale e non aveva alcun rapporto preesistente con l’istituto. La Corte escludeva, inoltre, una colpa concorrente della compagnia assicuratrice per aver spedito il titolo per posta ordinaria.

La Corresponsabilità Assegno secondo la Cassazione

L’istituto finanziario ricorreva in Cassazione, sollevando tre motivi di doglianza. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibili i primi due, relativi alla presunta violazione delle norme sull’onere della prova e sulla colpa della banca negoziatrice. Secondo gli Ermellini, la Corte d’Appello aveva motivato in modo logico e plausibile la negligenza dell’istituto, evidenziando la necessità di controlli più approfonditi in determinate circostanze.

Il punto cruciale della decisione, però, risiede nell’accoglimento del terzo motivo, quello relativo alla corresponsabilità assegno. La Cassazione ha affermato un principio fondamentale, già sancito dalle Sezioni Unite in un precedente del 2020: la scelta di spedire un assegno tramite posta ordinaria costituisce un’esposizione volontaria del mittente a un rischio superiore a quello consentito dalle normali regole di prudenza.

Le motivazioni della decisione

La Corte ha stabilito che la condotta del mittente (la compagnia assicuratrice) si configura come un antecedente causale del danno. In altre parole, la scelta di un metodo di spedizione insicuro ha contribuito in modo determinante al verificarsi dell’evento dannoso, ovvero l’incasso fraudolento. Questa condotta colposa del mittente concorre con quella della banca, che ha agito negligentemente nell’identificare il presentatore del titolo.

Di conseguenza, la responsabilità non può essere addossata interamente all’istituto finanziario. Si applica il principio della corresponsabilità, o concorso di colpa del creditore, previsto dall’articolo 1227 del codice civile. La Corte ha quindi cassato la sentenza d’appello, rinviando la causa a un’altra sezione della stessa Corte affinché il giudizio venga riesaminato tenendo conto di questo principio di responsabilità condivisa. Il nuovo giudice dovrà quantificare la percentuale di colpa attribuibile a ciascuna delle parti e, di conseguenza, rideterminare l’entità del risarcimento.

Conclusioni: cosa cambia per chi spedisce assegni?

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Chiunque spedisca un assegno, specialmente se di importo rilevante, deve essere consapevole dei rischi connessi all’uso della posta ordinaria. Questa modalità di invio, sebbene economica, non offre garanzie di sicurezza e, in caso di furto e frode, può comportare una condivisione della responsabilità con la banca pagatrice. Per evitare di incorrere in una situazione di corresponsabilità, è sempre consigliabile utilizzare metodi di spedizione tracciabili e sicuri, come la posta raccomandata o il corriere assicurato. Questa pronuncia ribadisce che la prudenza non è mai troppa quando si tratta di maneggiare titoli di credito.

Chi è responsabile se un assegno non trasferibile, spedito per posta ordinaria, viene rubato e incassato da un truffatore?
Secondo la Corte di Cassazione, la responsabilità è condivisa. Il mittente è corresponsabile perché, utilizzando la posta ordinaria, si espone volontariamente a un rischio elevato. La banca è responsabile per la negligenza nell’identificazione del presentatore. Il danno, quindi, deve essere ripartito tra i due soggetti.

La banca è sempre colpevole se paga un assegno a una persona sbagliata?
La banca è tenuta a un dovere di diligenza qualificata nell’identificazione di chi incassa un assegno. Se il controllo è superficiale, come nel caso di un soggetto non cliente per cui non si effettuano verifiche approfondite, la sua colpa è accertata. Tuttavia, la sua responsabilità può essere diminuita se il mittente ha contribuito al danno con un comportamento imprudente.

Spedire un assegno per posta ordinaria è considerato un comportamento negligente?
Sì, la Corte di Cassazione afferma che l’uso della posta ordinaria per la trasmissione di un assegno comporta l’esposizione volontaria del mittente a un rischio superiore a quello consentito dalle regole di comune prudenza. Tale condotta si configura come un antecedente causale che concorre a produrre il danno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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